Celebrazione "CENA"

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Celebrazione "CENA"

Messaggioda sassio » mer mar 27, 2013 4:11 pm

Ieri ho attuato un mio vecchio desiderio: partecipare alla celebrazione della “Cena” dei Testimoni di Geova .
Purtroppo data la impossibilità di parcheggiare sono arrivato appena in ritardo e non ho ascoltato l'introduzione. Era veramente impossibile trovare un posto per l'auto, pur essendo la zona isolata e fuori mano: Tutti, ma proprio Tutti i Testimoni erano arrivati con la loro auto, ovviamente in anticipo, e quindi ho dovuto lasciare l'auto in un modo veramente indecente, ma tanto erano tutti dentro e non doveva passare, o arrivare più nessuno.
Prima delusione: non vi era nessuno, o almeno così mi è sembrato, che contasse i partecipanti, quindi i numeri che poi trasmettono alla sede centrale sono di pura fantasia o ricavato dal conteggio delle sedie in sala: solo che molte erano vuote ( ed è questa la causa che mi ha fatto dimenticare il cappello in sala, mancanza che subito mia figlia ha sentenziato “ è la penitenza per il tuo peccato!” cappello che però ho recuperato il giorno dopo)
La preghiera iniziale, come ho detto, l'ho perduta: dopo si è presentato l'oratore ufficiale che ha tenuto un lungo discorso sulla celebrazione.
Prima impressione: tutti, ma proprio tutti, non appena sentivano l'indicazione del passo della Bibbia che sarebbe stato letto, subito, aprivano la loro copia, di tutte le dimensioni ed in possesso di TUTTI singolarmente, e “controllavano” quanto letto.
Ho subito pensato:” Ma che non si fidano?”
Ovviamente, come loro costume, la lettura era limitata ad un solo versetto, raramente a due. Solo la parte letta da Isaia è stata più lunga, circa 5-6 versetti: ma si trattava della “terra promessa” e delle condizioni di vita prospettate !!!!
L'oratore ha rimarcato fortemente l'uguaglianza fra Adamo e Cristo, quello che l'umanità ha perduta con Adamo e quello che troverà nella “Terra promessa” grazie al sacrificio di Cristo.
Altra cosa che mi ha colpito: il dolore “maggiore” non è stato quello di colui che stava per morire ma.....quello di Geova che vedeva il suo figlio soffrire. Sarà stata una sorpresa per lui??????
Ovviamente ha parlato dei famosi 144.000, che stranamente, a differenza di tutte le versioni della Bibbia, erano presi dal mondo intero e non dalle sole 12 tribù ben specificate in Apocalisse.
Poi mi ha fatto sentire in colpa quando ha, enfaticamente, molto enfaticamente e ripetuto più volte durante l'orazione, comunicato che lo scorso anno, in tutto il mondo oltre 13 milioni di persone hanno presenziato ad analoga celebrazione. Ho pensato, subito, che 13 milioni, confrontati a 7 miliardi di persone, rappresentano un numero molto esiguo di partecipanti; il loro Geova è un Dio così poco potente che in oltre 160 anni di loro predicazione non ha raggiunto neppure lo 0,20% delle persone viventi. I 12 apostoli, in poco più di 100 anni erano riusciti a conquistare quasi tutto il mondo allora conosciuto, e con i mezzi di allora !!!!!!!!!!!!!!
Alla fine della lunga lettura ( a proposito ho notato che TUTTI gli oratori del palco leggevano quanti proclamavano, anche le preghiere “spontanee” e, malignamente, ho pensato che probabilmente quei fogli sarebbero arrivati dall'ALTO, quasi ad avere una stessa, identica proclamazione, in tutto il mondo...a pensare male spesso si indovina) si è giunti alla vera celebrazione.
Degli addetti hanno portato prima il piatto con tre pezzi di pane azzimo, e poi il calice mezzo pieno di vino ROSSO, e si sono posizionati alla fine delle file di sedie per passare gli “emblemi” alla fila successiva ed alla fine riportarli al tavolo centrale. Tutti i presenti si sono passati, l'un l'altro, le pietanze senza alcuna emozione, senza degnar loro di uno sguardo, frettolosamente e molto freddamente. Ho notato che facevano “toccare” anche a quei poveri bambini presenti quanto si passava. Altra strana usanza: anche gli addetti precedenti, alla fine, si sedevano al loro posto e si passavano, fra di loro, quanto avevano portato all'assemblea: l'avevano toccato svariate volte ma dovevano, come tutti, passarsi il pane ed il vino.
Prima di ogni rito vi era la preghiera “spontanea” e così pure alla fine dopo il canto.
A proposito di canto: ogni chiesa è paese, come nelle nostre chiese chi veramente CANTA è il coro ed i fedeli accennano, sottovoce, quando lo fanno, il canto, così anche per loro: ho udito, nonostante le mie orecchie siano otturate, che cantava veramente solo il coro, i presenti sottovoce, accennavano solo al canto.
Non ho aspettato molto, dopo la fine della celebrazione, per andare via: avevo timore che qualcuno mi avvicinasse, dato che si vedeva benissimo che non ero dei loro, quindi non appena si sono mossi ho guadagnato l'uscita, ma ho constatato che non ero il solo: tanti scappavano letteralmente via.
Vi erano ben 4 cassette di “contribuzioni volontarie” ma non ho visto nessuno avvicinarsi: vi era anche il banco con le loro riviste e pubblicazioni, ma non ho avuto il coraggio di prendere nulla: peccato !!
Conclusioni: sono molto, molto deluso e non vi parteciperò più.
Non per il “peccato” dichiarato da mia figlia, ma perché credevo che la loro UNICA e SOLA vera celebrazione annuale fosse qualcosa che lasciasse il segno: le nostre grandi celebrazioni annuali, Pasqua e Natale, difficilmente passano inosservate, raramente non si ricordano almeno per qualche settimana. La loro celebrazione è morta!! E' vero che non amano celebrazioni sontuose ed eleganti, ma la sterilità, presente e palpabile, era immensa.
A proposito di eleganza: è loro costume, ed anche segno facilmente individuabile, la estrema eleganza alle celebrazioni: tutti erano molto eleganti, le donne perfette ( a proposito, pensiero cattivo !, in quella sala si potevano ammirare le gambe delle donne, castigate, ma presenti; nelle nostre chiese le donne portano tutte i pantaloni, attillati, ma pantaloni. Comunque fra qualche mese noi ci prenderemo una sonora rivincita: le nostre donne verranno in CHIESA con le minigonne, o forse, senza le gonne !!!!!!!!)
Ecco quanto mi ero perso negli anni scorsi, perso in quanto negli anni precedenti la loro celebrazione cadeva sempre di giovedì santo e quindi non potevo partecipare.....meno male !!!!!
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Re: Celebrazione "CENA"

Messaggioda Sandro » lun mag 06, 2013 7:15 pm

Anch'io ho partecipato solo una volta, e molti anni fa, alla "Commemorazione della morte di Cristo" (si chiama così) e concordo con quasi tutte le cose che hai elencato (non però sui giudizi che mi riservo in parte diversi, sorpattutto meno maliziosi).
La cosa appunto più scioccante è quel passare gli "emblemi" di mano in mano senza che nessuno li mangi. Assumere gli emblemi è cosa riservata agli Unti e di Unti ve ne sono al momento circa 10.000 in tutto il mondo, quindi è un caso quasi miracoloso trovarne qualcuno.
Il canto che tu dici fatto solo dal coro lo confermo e aggravo. Nella congregazione dove sono stato io il coro era costituito da un... giradischi!
la sociologa Miriam Castiglione scrisse che nelle adunanze dei TG "l'estrema fissità di tutto, l'assenza di libertà espressiva e di ricchezza emozionale ricorrono sempre e dovunque" (M. CASTIGLIONE, I Testimoni di Geova: ideologia e consenso sociale, Claudiana Torino 1981, p. 68-69)

Preghiamo perché a questi fratelli e figli di Dio venga restituita un giorno la ricchezza da loro perduta abbandonando la fede cattolica.
«In patientia vestra possidebitis animas vestras»... aliorumque. (Lc 21,19)
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