"E venne un uomo..." Anno 2011-2012 Ciclo liturgico "B"

Moderatore: berescitte

Re: "E venne un uomo di nome Giovanni" cioè un TG speciale

Messaggioda fattoria_animali » dom ago 19, 2012 3:39 pm

Sandro ha scritto:
Prima Lettura Lv 13,1-2.45-46
Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: "Impuro! Impuro!".


Queste sono le versioni che mi risultano. Che versione è quella che riporta "velato fino al labbro superiore" ?

CEI
Le 13:45 Il lebbroso colpito dalla lebbra porterà vesti strappate e il capo scoperto, si coprirà la barba e andrà gridando: Immondo! Immondo!

Nuova diodati
Le 13:45 Il lebbroso, affetto da questa piaga, porterà le vesti strappate e il capo scoperto; si coprirà la barba e griderà: "Impuro, impuro".

Nuova riveduta
Le 13:45 Il lebbroso, affetto da questa piaga, porterà le vesti strappate e il capo scoperto; si coprirà la barba e griderà: "Impuro! Impuro!"

Riveduta Luzzi
Le 13:45 Il lebbroso, affetto da questa piaga, porterà le vesti strappate e il capo scoperto; si coprirà la barba, e andrà gridando: Impuro! impuro!

NM
Le 13:45 In quanto al lebbroso in cui è la piaga, le sue vesti devono essere strappate, e la sua testa deve divenire scompigliata, ed egli deve coprirsi i baffi e gridare: ‘Impuro, impuro!’
1 tutti gli animali sono uguali, ma alcuni animali sono più uguali degli altri,
2 nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario,
3 Lo psicoreato non comporta la morte: lo psicoreato è la morte, George Orwell
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Re: "E venne un uomo di nome Giovanni" cioè un TG speciale

Messaggioda Sandro » gio ago 23, 2012 7:51 am

Si tratta della nuova versione della CEI, anno 2008. La trovi facilmente online.
Quella da te riportata è del 1974. Online ci sono anche le due versioni a sinossi.
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Re: "E venne un uomo di nome Giovanni" cioè un TG speciale

Messaggioda Sandro » sab set 08, 2012 8:32 am

DOMENICA 8 LUGLIO - XIV

abbiate fiducia, non si è persa, arriverà (come le seguenti) non appena possibile.
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Re: "E venne un uomo di nome Giovanni" cioè un TG speciale

Messaggioda Sandro » sab set 08, 2012 8:32 am

DOMENICA 15 LUGLIO - XV
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Messaggioda Sandro » sab set 08, 2012 8:33 am

DOMENICA 22 LUGLIO - XVI
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Messaggioda Sandro » sab set 08, 2012 8:33 am

DOMENICA 29 LUGLIO - XVII
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Messaggioda Sandro » sab set 08, 2012 8:34 am

DOMENICA 5 AGOSTO - XVIII
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Messaggioda Sandro » sab set 08, 2012 8:35 am

DOMENICA 12 AGOSTO - XIX
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Messaggioda Sandro » sab set 08, 2012 8:36 am

MERCOLEDI 15 AGOSTO - FESTA DI MARIA SS. ASSUNTA IN CIELO
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Re: "E venne un uomo di nome Giovanni" cioè un TG speciale

Messaggioda Sandro » sab set 08, 2012 8:36 am

DOMENICA 19 AGOSTO - XX
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Re: "E venne un uomo di nome Giovanni" cioè un TG speciale

Messaggioda Sandro » sab set 08, 2012 8:37 am

DOMENICA 26 AGOSTO - XXI
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Re: "E venne un uomo di nome Giovanni" cioè un TG speciale

Messaggioda Sandro » sab set 08, 2012 8:37 am

DOMENICA 2 SETTEMBRE - XXII
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Re: "E venne un uomo di nome Giovanni" cioè un TG speciale

Messaggioda Sandro » sab set 08, 2012 8:48 am

Domenica 9 Settembre 2012 - XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno B)


Prima Lettura Is 35,4-7a
Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta,
la ricompensa divina.
Egli viene a salvarvi».

Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto
,
perché scaturiranno acque nel deserto,
scorreranno torrenti nella steppa.
La terra bruciata diventerà una palude,
il suolo riarso sorgenti d’acqua.

Secondo l'interpretazione che la nostra Chiesa ritiene (con buone ragioni) di ricevere dallo Spirito Santo, questo testo va decodificato così:
- la vendetta di Dio è la sua vendetta-rivincita contro il peccato, il male, il demonio; perciò è la redenzione che Gesù opererà e che il profeta prevede "enigmaticamente come in uno specchio" (1Corinti 13,12). Non è un caso che essa sia definita "salvezza";
- sordi che odono, zoppi che saltano, muti che parlano, (insieme al cosmo che partecipa della palingenesi diventando amico dell'umanità) sono metafore della rivoluzione spirituale (quella fisica avverrà alla risurrezione dei corpi e solo eccezionalmente per alcuni avviene in anteprima) rivoluzione che Gesù ha portato liberandoci dal peccato che, spiritualmente, ci rende menomati.


Seconda Lettura Gc 2,1-5
Fratelli miei, la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi personali.
Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un anello d’oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: «Tu siediti qui, comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti là, in piedi», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello», non fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi?
Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano?

Ecco una concreta applicazione della metànoia (capovolgimento mentale) richiesta e promessa da Gesù sin dal suo inizio apostolico con il proclama delle "beatitudini". Dio la pensa diversamente da come la pensa il mondo spietato degli affari, della politica - imbastardita come "potere" da "servizio" che dovrebbe essere-, dal criterio del "do ut des" da chiunque applicato. E questo insegnamento è confermato dal criterio usato da Gesù nel suo giudizio universale: "Via da me maledetti, non vi conosco, perché non mi avete... ma quando, ma dove?... tutte le volte che avrete discriminato il fratello nel bisogno avete discriminato e disprezzato me" (cf. Matteo 25,41ss)
C'è materia di esame di coscienza anche per chi ha il potere gerarchico in qualechessia denominazione religiosa di questo mondo. la tentaione del "calcolo", dell'interesse, che porta alla discriminazione, è trasversale.*
___________________________
* Viene in mente il parallelo, anch'esso trasversale, con l'atteggiamento settario che la nostra CEI, onestamente, ha avvertito che potrebbe allignare anche nelle comunità cattoliche; leggiamolo: «Infatti lo spirito settario, cioè un atteggiamento d'intolleranza unito a un proselitismo aggressivo, non è necessariamenete il fatto costitutivo di una "sètta" e, in ogni caso non è sufficiente a caratterizzarla. Uno spirito del genere può riscontrarsi anche in gruppi di fedeli appartenenti a Chiese o a comunità ecclesiali.» ("Il fenomeno delle sette o nuovi movimenti religiosi: sfida pastorale", 1.1, 1986; monito ripetuto in "L'impegno pastorale delle Chiesa di fronte ai nuovi movimenti religiosi e alle sette: nota pastorale", 13, 1993)


Vangelo Mc 7,31-37
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Ecco la realizzazione, dicevo, "in anteprima" della rivoluzione portata dal Redentore, della vendetta di Dio sul male che ha fatto soffrire sia fisicamente che spiritualmente tutta l'umanità dal giorno del peccato originale.
Non trovo discrepanze di vedute in questa liturgia tra noi e il geovismo. Salva ovviamente (ma qui non traspare) la diversa concezione del nuovo Regno preannunciato da Gesù non solo a voce ma anche con questi gesti taumaturgici.
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Re: "E venne un uomo di nome Giovanni" cioè un TG speciale

Messaggioda Sandro » mer set 12, 2012 8:45 am

Domenica 16 Settembre 2012 - XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno B)



Prima Lettura Is 50,5-9°
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.

Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.

Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.

È vicino chi mi rende giustizia:
chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci.
Chi mi accusa? Si avvicini a me.
Ecco, il Signore Dio mi assiste:
chi mi dichiarerà colpevole?

Nulla da dire. Anche il geovismo vede in questo salmo del servo sofferente di Geova un "antìtipo" e profezia di Gesù Messia.
C'è da riconoscere comunque che, quanto a "indurire la faccia come pietra" cioè a coltivare uno spirito di determinazione e di fedeltà a tutti i costi, il geovismo carica molto i suoi "proclamatori" e "pionieri", soprattutto in vista e in occasione delle "persecuzioni" (cf l'enfasi e la pubblicizzazione data ai TG martiri sotto il nazismo ma "saldi nella fede"!). Persecuzione però che, a dirla tutta, è alquanto facilitata dal fatto che i TG sono propensi a vederla in ogni ostacolo od obiezione che incontrano, sia che derivi dal loro stile intransigente e fondamentalista sia dal rifiuto della dottrina che in certi casi appare chiaramente bizzarra o disumana anche a gente che non crede.
Abbiamo già incontrato una parte di questo brano nella Domenica delle Palme (1 Aprile 2012); si veda anche il commento espresso là.


Seconda Lettura Giac 2,14-18
A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo?
Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve? Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta.
Al contrario uno potrebbe dire: «Tu hai la fede e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede».

Il geovismo - contrariamente al protestantesimo classico che, al seguito del luterano "sola fide", svaluta le opere in relazione alla salvezza, ritenuta predeterminata e perciò indipendente da ciò che si fa – dà valore alle opere. Tuttavia la sua "Caritas" perlopiù viene limitata ai 144.000 Unti, ritenuti i soli "minimi fratelli" di cui Gesù parla nella parabola del giudizio universale.
In sostanza tutta l'attività caritativa, salvo casi particolari locali delle Congregazioni, decisi dagli Anziani, si riduce a mandare offerte alla sede mondiale dei TG a Brooklyn. La sede centrale a sua volta non cura attività caritative relative al sollievo del fisico (mense, orfanotrofi, dispensari, ospizi, soccorso ai poveri, dormitori ecc...) come fanno le Caritas della cristianità. Non fa queste opere neanche a beneficio dei propri adepti, nonostante che Giacomo alluda esplicitamente a "fratelli e sorelle" di fede nel bisogno! I soldi li usa solo per l'attività di predicazione, e quindi per far funzionare le Betel, costruire sale dei congressi, sostenere missionari, organizzare riunioni e congressi, sostenere tutta l'attività di predicazione, di tipografia e distribuzione degli stampati, ecc... Una forma di aiuto "materiale" si svolge eccezionalmente in casi di calamità naturali (molto reclamizzata nelle riviste) e si rivolge quasi esclusivamente ai propri fratelli di fede. Solo di recente, e se avanza qualcosa, ci si è allargati a soccorrere anche "quelli del mondo".
Il motivo di tale scelta - oltre la sorprendente interpretazione dei "minimi fratelli di Gesù" riferito agli Unti e non, come la parabola del buon samaritano ha fatto capire a tutta la cristianità, a qualsiasi essere umano nel bisogno - è la convinzione che Gesù non ha comandato ai suoi seguaci un'opera caritativa. L'unico comando dato da Gesù sarebbe stato quello di "andate, predicate, fate discepoli..." etc Le parole "guarite i malati ecc..." vengono riferite al solo dono straordinario, di durata temporanea, che Gesù ha fatto per attestare la credibilità del messaggio all'inizio. Poi, svanito insieme alle profezie e al dono delle lingue ecc..., ha lasciato il posto alla sola attività di predicazione. Questa è la spiegazione ufficiale.
In verità ci sono altri motivi, non detti subito ma che fanno parte delle convinzioni geoviste. E sono la persuasione che il mondo è sul punto di essere ripulito dai cattivi e rinnovato da Geova, così che tutta l'opera di ricostruzione è bene rimandarla al futuro millennio del dopo Armaghedon. Insieme a questa imminenza si pensa che Gesù avrebbe profetizzato che i mali del mondo, causati da Satana e dal malgoverno degli uomini, devono avere una escalation parossistica (cf. 2Timoteo 3,1-7 "Negli ultimi giorni...") e ciò che sta avvenendo oggi a livello mondiale confermerebbe la veridicità di tale profezia; così che se ci si adoperasse per sanare e con successo qualche aspetto di questo mondo in cancrena, si destituirebbe di validità la profezia irritando Geova.
Di qui l'amore caritativo, indicato da Gesù come il parametro del giudizio universale, al punto che Gesù ritiene come fatto a sé ciò che si fa in favore del prossimo, viene approvato solo se questo prossimo fa parte dei "minimi dei suoi fratelli", gli Unti.


Mc 8,27-35
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».

Nelle ultime righe, nella NM, troviamo il solito "palo di tortura" al posto della "croce". Palo più volte da noi contestato, e crediamo con buone ragioni. Una tra tutte: Geova ha trasmesso per mezzo secolo – dal 1879 al 1930 circa - al suo "Canale" la convinzione che Gesù era stato suppliziato su una croce (cf L'Arpa di Dio, p. 114 e 143; Creazione p, 201; la spilla con croce e corona ecc...) instillando nei cuori dei TG, a partire dai primi due presidenti, la venerazione per tale segno distintivo del cristiano così da farne una spilla da esibire sul bavero della giacca. E se Geova, come dicono, è Dio, noi diciamo che è impossibile che si sia sbagliato.

Poi si parla di salvare o perdere la propria "vita". Stando alla parola, non esistono problemi. Sia la NM che la CEI, nell'edizione del '74, rendevano la parola greca psychè ( qui all'accusativo) con "anima". Oggi la versione CEI del 2008 la rende con "vita", ma anche la NMrif in nota appunta «O, "vita". Gr. psychèn».
Stando però al concetto inteso nella mente, ricordiamo l'enorme differenza tra cattolicesimo e geovismo. Il geovismo dicendo "anima" intende tutto l'essere umano, comprendendovi il suo spirito vitale, che ritiene pura energia, e il corpo (e per questo dice che l'anima è mortale!). Il cattolicesimo invece con "anima" intende solo la parte spirituale dell'uomo, quella da cui provengono i pensieri, gli atti di volontà di amore ecc... che comandano il corpo e interagiscono con esso. Così mentre per noi ha senso il discorso di Gesù che invita a perdere la propria anima-vita per Lui (in quanto comporta la salvezza immediata dell'anima spirituale, il cui corpo le sarà restituito alla risurrezione) e quindi la perdita si riferisce solo alla vita biologica del corpo; per i TG la prospettiva di perdere l'anima-vita, non essendoci nulla che sopravvive, diventa spaventosa, perché essi finiranno nel nulla e ciò che verrà impropriamente "risuscitato" non sarà più l'individuo storico che fu, ma una sua copia riprodotta nei minimi particolari. Il geovismo dovrebbe riflettere molto di più sul mistero della identità della persona umana che trascende il suo essere corporeo.

E veniamo alla prima sottolineatura. La possibilità che nella persona di Gesù ci fosse qualcuno dei personaggi suddetti, smentisce l'insegnamento geovista che ritiene che l'uomo viene nullificato dalla morte. Ciò che sarebbe avvenuto in Gesù - nella veduta geovista che pretende di essere identica a quella dei contemporanei di Gesù - non corrisponde ad una vera e propria "risurrezione", poiché nella risurrezione le persone devono essere risuscitate con il loro aspetto storico avuto e non cambiare di fisionomia.* E se consideriamo che Gesù faceva miracoli potenti e che Erode temeva che in Gesù ci fosse Giovanni Battista redivivo (persuasione che circolava di fra il popolo e che egli espresse con timore alla sua corte), allora vuol dire che nella opinione comune ebraica non c'era il concetto della nullificazione dell'uomo alla morte fisica. Anzi si pensava che l'uomo nell'aldilà veniva dotato di poteri sovrumani e poteva ripresentarsi in questo mondo e agire, intimorendo i vivi, sotto mentite spoglie.**

Poi c'è quel "risorgere" che viene costantemente reso nella NM al modo passivo con "essere destato", ma abbiamo già visto che Gesù ha rivendicato la capacità di autorisuscitarsi quando ha paragonato il suo corpo ad un tempio.*** E abbiamo anche detto che questa affermazione è prova fortissima della divinità di Cristo, e precisamente di Cristo come Uomo-Dio, ovvero Dio incarnato. Infatti per risuscitarsi, attivamente, bisogna esserci e non esserci nello stesso tempo. Un assurdo se non esistessero in Gesù il piano della natura umana che viene colpita dalla morte, e quello della natura divina immortale del Figlio che opera la resurrezione dell'uomo Gesù di Nazareth. E queste due nature, dice la nostra Chiesa, sono conviventi nell'unità della Persona che essendo solo divina, permette a Gesù di dire "io" comprendendole entrambe.
____________________________
* «Questo nuovo corpo fisico [dei risuscitati - ndr] sarà senz'altro simile a quello che l'individuo aveva prima di morire. di modo che questi sarà riconoscibile da chi lo conosceva.» (Potete, p. 174)

**«14 Ora questo giunse agli orecchi del re Erode, poiché il nome di [Gesù] era divenuto pubblico, e dicevano: “Giovanni il battezzatore è stato destato dai morti, e per questo si compiono in lui le opere potenti”. 15 Ma altri dicevano: “È Elia”. Altri ancora dicevano: “È un profeta come uno dei profeti”. 16 Ma quando Erode lo udì diceva: “Il Giovanni che ho decapitato, quello è stato destato”.»(Marco, cap. 6 - NM)

*** «18 Quindi, rispondendo, i giudei gli dissero: “Quale segno hai da mostrarci, dato che fai queste cose?” 19 Rispondendo, Gesù disse loro: “Abbattete questo tempio, e in tre giorni lo rialzerò”. 20 Perciò i giudei dissero: “Questo tempio è stato edificato in quarantasei anni, e tu lo rialzerai in tre giorni?” 21 Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22 Quando, dunque, fu destato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo; e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.» (Giovanni, cap. 2 - NM)
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Re: "E venne un uomo di nome Giovanni" cioè un TG speciale

Messaggioda Sandro » lun set 24, 2012 6:06 pm

Domenica 23 Settembre 2012 - XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno B)


Prima Lettura Sap 2,12.17-20
[Dissero gli empi:]
«Tendiamo insidie al giusto,
che per noi è d’incomodo
e si oppone alle nostre azioni;
ci rimprovera le colpe contro la legge
e ci rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta.

Vediamo se le sue parole sono vere,
consideriamo ciò che gli accadrà alla fine.
Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.

Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti,
per conoscere la sua mitezza
e saggiare il suo spirito di sopportazione.
Condanniamolo a una morte infamante,
perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà».

Dispiace che il Libro della Sapienza sia ritenuto apocrifo dal geovismo. Questo brano darebbe ai nostri fratelli TG (fratelli comunque anche se non condividenti la nostra Fede) la forza necessaria di fronte alle persecuzioni.
San Giacomo confermerà che questa permissione che Dio concede agli empi diventa lo strumento del Suo amore per la correzione e crescita dei suoi figli amati, affinchè rendano più frutto di quello che già stavano rendendo. Per loro utilità citiamo alcuni passi tratti dalla loro NM (Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture) che ovviamente condividiamo e che sono in sintonia con questa verità insegnata da questo brano della Sapienza.
Giovanni 15: «1 Io sono la vera vite, e il Padre mio è il coltivatore. 2 Ogni tralcio che in me non porta frutto egli lo toglie, e ognuno che porta frutto lo purifica, perché porti più frutto.»
Ebrei 12: «4 Nel gareggiare contro tale peccato non avete ancora resistito fino al sangue, 5 ma avete interamente dimenticato l’esortazione rivoltavi come a figli: “Figlio mio, non disprezzare [la] disciplina di Geova e non venir meno quando sei corretto da lui; 6 poiché Geova disciplina colui che ama; infatti, flagella ognuno che riceve come figlio”.
7 È per la disciplina che perseverate. Dio vi tratta come figli. Poiché qual è il figlio che il padre non disciplina?»

Un altro pensiero molto formativo che la Lettura suscita in me è quello sulla testimonianza. Hai voglia - mi dico - ad essere cortese, dolce, comprensivo, tollerante... a procedere in si bemolle e a trattare gli altri in guanti gialli. Anzi, puoi stare perfino zitto e non dir nulla ma solo comportarti in maniera da figlio adottivo di Dio e seguace di Gesù, per esempio non sorridendo al sentire una barzelletta sporca. Gli "empi" non sono stupidi e capiscono anche il linguaggio non verbale. E si arrabbiano. Lo dice la lettura. Il tuo non ridere sarà un "opporsi all'azione" di chi l'ha detta; sarà visto come un tacito "rimproverare la trasgressione alla legge" che esige non si offenda il pudore (sia dell'etica umana che di quella cristiana); sarà un "rinfacciare le trasgressioni all'educazione ricevuta" se si tratta di cristiani; insomma sarai per tutti "di incomodo", che tu lo voglia o no.
Per questo meccanismo di "comunicazione non verbale", e peggio ancora per quella esplicitamente verbale, il "giusto" (o, più modestamente, chiunque cerca di comportarsi con coerenza rispetto alla sua Fede cristiana) dovrà aspettarsi persecuzione sia ad extra che ad intra, anche se solo in forma di derisione ed emarginazione.


Seconda Lettura Gc 3,16-4,3
Fratelli miei, dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni. Invece la sapienza che viene dall’alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera. Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia.
Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni.

Nessuna variazione da segnalare. Il contenuto del brano, così come stampato nella NM, è simile a quello della nostra CEI e perciò condivisibile. Domanda ai TG di buona volontà e di mente aperta: cosa proibisce che si faccia un dialogo fraterno ove ci si scambi l'esperienza spirituale reciproca su brani della Bibbia che, come questo, non mostrano diversità di dottrina tra cattolicesimo e geovismo?


Vangelo Mc 9,30-37
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Anche qui piena condivisibilità, salvo tre particolari; piccoli ma degni di nota.
Anzitutto abbiamo il "risorgerà" che anche nella NM è tradotto "sorgerà" e non, come è d'abitudine "sarà destato" (per sottolineare che Gesù riceve l'azione del risorgere attuata da Geova). Invece il "risorgerà" può lasciare adito alla possibilità che risorga per virtù propria, come del resto Gesù stesso aveva assicurato di fare, in Giovanni 2,19, parlando del tempio del suo corpo. La NM stessa ammette che disse "Abbattete questo tempio, e in tre giorni lo rialzerò". Anche se subito dopo al v. 21 corre ai ripari traducendo non che risorse ma che "fu destato"! (ivi)

Quanto alla figura del "bambino", accogliendo il quale si accoglie Gesù stesso, ci vedrei un collegamento stretto con la accoglienza e carità mostrata verso il "prossimo" in generale, che secondo noi è la cartina di tornasole del giudizio universale; prossimo che invece, in quel caso, il geovismo ritiene stranamente che si riferisca solo ai 144.000 Unti che sono da esso ritenuti i "minimi" che Gesù considera suoi "fratelli", e non come ogni essere umano nel bisogno.

Infine noterei gli "aiuti interpretativi" che la NM si permette di infilare con le parentesi quadre nello stesso testo sacro, traducendo l'ultima riga del brano: «... e chiunque riceve me, riceve non [solo] me, ma [anche] colui che mi ha mandato.» Il tentativo di obnubilare la misteriosa identità che Gesù rivela esistere tra sé e il Padre, identità che il geovismo nega con tutte le sue forze, mi sembra evidente. Noi cattolici la capiamo come consostanzialità di natura nella distinzione delle persone, e la troviamo indicata spesso nel Nuovo Testamento (come "concetto" anche se non con queste parole chiarificatrici elaborate dalla riflessione teologica). Ecco solo due dichiarazioni di Cristo utili per avviare una fruttuosa ricerca personale, al fondo della quale si staglia il mistero della ribadita Unicità di Dio insieme alla sua Tripersonalità quando anche lo Spirito Santo verrà presentato come intelligenza pensante e volontà agente: "io e il Padre siamo una cosa sola... io sono nel Padre e il Padre è in me."
«In patientia vestra possidebitis animas vestras»... aliorumque. (Lc 21,19)
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