Le "indicazioni divine" nella Bibbia

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Le "indicazioni divine" nella Bibbia

Messaggioda opepo » dom feb 05, 2012 9:20 pm

Piccola spiegazione preliminare:
Ogni qual volta e in qualsiasi forum mi trovo...leggo qualcosa di estremamente utile per me ...oppure qualcosa di estremamente difficile da capire io copio e incollo su di una pagina word scrivendo in calce chi ha dato la determinata spiegazione

Alla luce di quanto detto sopra ho trovato questo impostato da Citocromo ma non ricordo dove..chiedo scusa...non vorrei fare qualcosa contraria ai comportamenti da usare in rete ma ho pensato...visto che l'amico Citocromo è ben presente su questo forum di impostare ciò che a suo tempo avevo copiato

Nel testo Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile (p. 295-296) la WTS scrive:
"Quali sono alcune delle indicazioni divine che hanno determinato la canonicità dei sessantasei libri della Bibbia? Prima di tutto, i documenti devono riferirsi alle opere di Geova sulla terra, volgere gli uomini alla sua adorazione e stimolare profondo rispetto per la sua opera e per i suoi propositi sulla terra. Devono fornire l’evidenza dell’ispirazione, essere cioè il prodotto dello spirito santo (1Piet.1,21). Non ci deve essere nessun ricorso alla superstizione o al culto delle creature, ma piuttosto l’appello all’amore e al servizio di Dio. Non dovrebbe esserci nulla in nessuno dei singoli scritti in contrasto con l’intrinseca armonia dell’insieme, ma, anzi, ciascun libro deve, mediante la sua unità con gli altri, sostenere l’unico autore, Geova Dio".

Citocromo risponde:

Queste cosiddette "indicazioni divine" non possono assolutamente essere accettate come criteri generali per stabilire la canonicità dei singoli libri della Bibbia per il semplice fatto che derivano dalla stessa Scrittura già bella e fatta. Infatti, si deve ritenere che la Bibbia sia ispirata per motivi diversi dal suo contenuto, in quanto le qualità del contenuto sono conseguenze e non i presupposti dell'ispirazione dei testi. Lo stesso discorso si può fare per la veridicità del contenuto dei libri biblici (indicato come criterio nella voce di Perspicacia citata da Trianello): non ogni libro esatto e verace nel suo contenuto è ispirato. Anche l'autenticità dei libri deve essere esclusa come criterio, poichè non conosciamo gli autori di tutti i libri biblici (pensiamo alla formazione del testo di Isaia o del Vangelo di Giovanni, tanto per fare due nomi). Ancora: l'adempimento delle profezie bibliche (cavallo di battaglia in ogni rivista geovista che affronta questo argomento) è un criterio per ammettere la veridicità delle profezie, ma questo non è sufficiente per dedurre che il libro in cui queste sono state scritte è frutto di ispirazione divina.
Ergo, la costituzione dell'elenco dei libri dellla Bibbia deve essere effettuata da un'autorità extra-biblica.


Domanda: ho qualche grande problema col mio piccolo cervello a capire pienamente quello che qui Citocromo vuoi dire...è possibile riformulare la risposta magari con esempi elementari per farmi arrivare alla conclusione a cui arrivi tu?
Grazie a Citocromo e chi altri volesse illuminarmi
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Re: Le "indicazioni divine" nella Bibbia

Messaggioda Citocromo » lun feb 06, 2012 11:20 am

Caro Opepo, prendo solo due punti per farti degli esempi concreti. Solo poche parole, poichè vado di fretta.

1)Lo stesso discorso si può fare per la veridicità del contenuto dei libri biblici (...): non ogni libro esatto e verace nel suo contenuto è ispirato.
Esempio: prendiamo a caso un testo della Bibbia, del quale sappiamo dalla ricerca storica che i fatti ivi raccontati non siano esattamente un racconto di cronaca, come avviene, ad esempio oggi, quando si vuole fare la cronaca di un evento. Ora, il fatto che il testo non sia esatto e fedele dal punto di vista storiografico, ciò non vuol dire che non sia ispirato. L'ispirazione deriva dal fatto che la Chiesa ha sempre accettato e letto quel testo, del quale mi assicura che l'autore o gli autori sono stati ispirati dallo Spirito Santo. Invece, il CD dei tdg insegna che i primi 3 capitoli della Genesi o la storia di qualunque Patriarca biblico siano racconti di cronaca proprio perchè ispirati. Al contrario, il testo può contenere errori storici ed essere ispirato. Ispirazione non significa fedeltà alla storia o precisione storica.

2)Anche l'autenticità dei libri deve essere esclusa come criterio, poichè non conosciamo gli autori di tutti i libri biblici (pensiamo alla formazione del testo di Isaia o del Vangelo di Giovanni, tanto per fare due nomi).
Esempio: il Vangelo di Giovanni, nella redazione finale in cui ci è giunto, non è stato scritto da un unico autore, ossia da Giovanni apostolo. Oggi si parla di scuola giovannea. E' chiaro che alla base c'è la predicazione di Giovanni e la stesura del testo da parte dello stesso apostolo, però ci sono alcune parti che sono aggiunte posteriori da discepoli della sua scuola. Infatti, il IV vangelo ha due finali, l'episodio dell'adultera (cap. 8 ) è stato aggiunto dopo (sembra che fosse originariamente in Lc), ecc... Anche il libro di Isaia ha tre autori diversi. Il fatto che non si conoscano gli autori precisi non vuol dire che il libro non sia ispirato. E' ispirato perchè è la Chiesa ad insegnarlo, non la mano o la firma di chi ha scritto il libro. Ti faccio un esempio più chiaro. Ammettiamo per ipotesi che oggi i ricercatori scoprano un testo scritto e firmato da Gesù in persona e che sia dimostrata scientificamente la paternità di quello scritto. Se ciò dovesse avvenire, non vuol dire che quel testo è automaticamente ispirato.

I criteri che la WT indica nel testo che tu hai riportato in rosso derivano dalla TNM già costituita. Io farei loro questa domanda: cosa vuol dire che "devono fornire l'evidenza", cioè la prova "dell'ispirazione, essere cioè il prodotto dello spirito santo?" C'è un'analisi scientifica che certifica l'ispirazione, come le analisi del sangue certificano la presenza di una disfunzione? E poi prendiamo per buoni quei criteri. Perchè il Vangelo di Tommaso, sulla base di quei criteri, non può essere incluso nel canone? Essi non lo ammettono, ma anche loro sono costretti a rifarsi ad un'autorità extra-biblica per il canone della TNM; ad esempio, per il NT seguono il canone calvinista.
Spero di essere stato chiaro, carissimo.
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Re: Le "indicazioni divine" nella Bibbia

Messaggioda opepo » gio feb 09, 2012 10:18 pm

Si..ora mi è chiaro anche questo concetto...grazie Citocromo
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Re: Le "indicazioni divine" nella Bibbia

Messaggioda catechista » sab feb 11, 2012 11:40 am

Però quando Citocromo scrive
"si deve ritenere che la Bibbia sia ispirata per motivi diversi dal suo contenuto" bisogna avvertire che questo vale per noi oggi. Altrimenti avremmo che se uno a tavolino fa un libro che ricalca a senso il messaggio biblico dovremmo dire che quel libro è ispirato.
Ma per i Vescovi che hanno fissato il Canone a Cartagine nel 400 è stato proprio quello il criterio principale per determinare la presenza dell'ispirazione: cioè è stato il contenuto di quei libri che essi hanno visto corrispondente alla fede predicata dalla Chiesa da secoli oralmente.

Il punto è quindi che il criterio del contenuto non basta se a giudicarlo sono persone qualunque. Esse potrebbero non concordare mai nella valutazione. Mentre esso basta ed è sicuro se espresso dalla Chiesa, perché è ad essa che Gesù ha detto "chi ascolta voi ascolta me... lo Spirito Sato vi farà capire ogni cosa... io sarò con voi fino alla fine del mondo..." ecc...
Quindi, prima di fidarsi della Chiesa che ci presenta la Bibbia come il suo libro di fede - in pratica prima di aprire la Bibbia ritenendolo un libro autorevole per ciò che si deve credere - occorre che sia certificato storicamente (per Ratio e non per Fides) che quel cast di Vescovi a Cartagine erano l'autentica rappresentanza della Chiesa, e lo stesso dicasi per la successiva conferma solenne fatta a Trento.
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Re: Le "indicazioni divine" nella Bibbia

Messaggioda Citocromo » sab feb 11, 2012 1:26 pm

Con il termine "contenuto" mi riferisco alle indicazioni divine che la WT ha messo in evidenza. Infatti, da dove tirano fuori quelle indicazioni, se non dal canone biblico già fissato? Il discorso che fai tu è un altro. La Chiesa, infatti, parte dalla fede tramandata dagli apostoli ai loro successori ed è questa fede il criterio per distinguere i libri "canonci" da quelli "apocrifi". La WT, invece, prima si impossessa di un testo che non le appartiene, lo interpreta a modo suo e poi da esso ricava quelle che a loro avviso sono le credenziali che deve avere un testo per essere canonico. Ma non penso che le importi più di tanto l'argomento, poichè ha già la Bibbia bell'e fatta; l'unico problema è il dover giustificare agli altri la scelta dei 66 libri al posto dei 73. Un tdg, col quale mi sono trovato a parlare, mi ha fatto un giro di parole sulla questione, il cui succo è questo: la Bibbia esite così com'è dal primo secolo e non è un'opera della Chiesa indivisa del IV secolo. In questo modo, la Bibbia è una sorta di bolide caduto dal cielo.
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Re: Le "indicazioni divine" nella Bibbia

Messaggioda Sandro » lun feb 13, 2012 8:46 am

Citocromo ha scritto:Con il termine "contenuto" mi riferisco alle indicazioni divine che la WT ha messo in evidenza. Infatti, da dove tirano fuori quelle indicazioni, se non dal canone biblico già fissato? Il discorso che fai tu è un altro. La Chiesa, infatti, parte dalla fede tramandata dagli apostoli ai loro successori ed è questa fede il criterio per distinguere i libri "canonci" da quelli "apocrifi". La WT, invece, prima si impossessa di un testo che non le appartiene, lo interpreta a modo suo e poi da esso ricava quelle che a loro avviso sono le credenziali che deve avere un testo per essere canonico. Ma non penso che le importi più di tanto l'argomento, poichè ha già la Bibbia bell'e fatta; l'unico problema è il dover giustificare agli altri la scelta dei 66 libri al posto dei 73. Un tdg, col quale mi sono trovato a parlare, mi ha fatto un giro di parole sulla questione, il cui succo è questo: la Bibbia esite così com'è dal primo secolo e non è un'opera della Chiesa indivisa del IV secolo. In questo modo, la Bibbia è una sorta di bolide caduto dal cielo.


Già! Mi risuona nella memoria la conclusione del "giro di parole" - che appunto tradiva l'incapacità di fondarlo! - a sostegno della legittima esistenza del Corpo Direttivo. Dice la TORRE (monumento per chi trova il luogo!) "I fatti contano più delle parole. Il Corpo Direttivo esiste!"
Ma la saggezza filosofica osserva che "Quod gratis affirmatur gratis negatur". Ecco perché il CD ce l'ha a morte contro la filosofia!
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Re: Le "indicazioni divine" nella Bibbia

Messaggioda Citocromo » lun feb 13, 2012 11:31 am

La citazione che cerca Sandro dovrebbe essere questa:
"Dedicati, battezzati, unti cristiani si associarono a quella Società alla sede centrale in Pennsylvania. Che facessero parte del Consiglio dei Direttori o no, si resero disponibili per l’opera speciale della classe dello "schiavo fedele e discreto". Aiutarono ad alimentare e dirigere la classe dello schiavo, e così fece la sua comparsa il corpo direttivo. Ciò avvenne evidentemente sotto la guida dell’invisibile forza attiva o spirito santo di Geova. Anche sotto la guida del Capo della congregazione cristiana, Gesù Cristo il Figlio di Dio. È vero che i membri di quel corpo direttivo non furono direttamente nominati dal Signore Gesù Cristo. In quanto a ciò, non tutti i membri del corpo direttivo associato alla congregazione di Gerusalemme nel primo secolo erano stati così direttamente nominati. Allora, gli "anziani" della congregazione di Gerusalemme che non erano annoverati fra i dodici apostoli come furono dunque resi membri del corpo direttivo? Evidentemente mediante la nomina degli originari dodici apostoli, che agivano sotto la guida dello spirito santo di Geova.
Ciò è illustrato dall’azione di quei dodici apostoli quando nominarono Stefano e Filippo e cinque altri uomini perché si occupassero di certe attività della congregazione di Gerusalemme. (Atti 6:1-8) Inoltre, l’apostolo Paolo, nei suoi commenti agli anziani della congregazione di Efeso, indicò che i sorveglianti del gregge di pecore spirituali di Dio erano nominati dallo spirito santo di Dio. (Atti 20:28) Pertanto, anche se nel diciannovesimo secolo non erano presenti apostoli di Cristo, lo spirito santo di Dio dovette operare nella formazione del corpo direttivo per il suo unto rimanente della classe dello "schiavo fedele e discreto". I fatti parlano da sé. Comparve sulla scena un corpo di unti cristiani che accettarono e assunsero le responsabilità di dirigere le attività del dedicato, battezzato, unto popolo di Geova che seguiva le orme di Gesù Cristo e cercava di compiere l’opera dichiarata nella profezia di Gesù in Matteo 24:45-47. I fatti sono più eloquenti delle parole. Il corpo direttivo esiste. Con gratitudine i cristiani testimoni di Geova sanno e sostengono che questa non è un’organizzazione religiosa di un solo uomo, ma che ha un corpo direttivo di cristiani unti dallo spirito". (TOR 15-5-1972, p. 313)

[perdona l'intrusione ma voglio che tutti leggano il tuo intervento. E il mio plauso per il tuo aiuto. - Sandro]
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Re: Le "indicazioni divine" nella Bibbia

Messaggioda fattoria_animali » sab ott 20, 2012 3:10 pm

I fatti contano più delle parole. Il Corpo Direttivo esiste!


Alla torre di guardia del 1996 del 15/7 pag 14. le stesse cose sono state presentate addolcite opportunamente.
il maestro ora supera se stesso e si fa adorare ed insegna ad ubbidire alle folle.

19 Quando in una famiglia tutti collaborano, regna l’unità. Lo stesso vale per la famiglia degli adoratori di Geova. Nel I secolo gli anziani e gli altri componenti della congregazione, essendo teocratici, servivano Dio collaborando pienamente col corpo direttivo e accettandone le decisioni. Con l’aiuto del corpo direttivo gli anziani ‘predicavano la parola’ e i componenti delle congregazioni in generale ‘parlavano concordemente’. (2 Timoteo 4:1, 2; 1 Corinti 1:10) Così nel ministero e alle adunanze cristiane venivano presentate le stesse verità scritturali, sia a Gerusalemme, Antiochia, Roma, Corinto che in qualsiasi altro posto. Anche oggi esiste tale unità teocratica.
20 Per mantenere l’unità, tutti noi che facciamo parte della famiglia mondiale di Geova dobbiamo sforzarci di mostrare amore teocratico. (1 Giovanni 4:16) Dobbiamo sottometterci alla volontà di Dio e mostrare profondo rispetto per “lo schiavo fedele” e il Corpo Direttivo. Come la nostra dedicazione a Dio, anche la nostra ubbidienza, ovviamente, è volontaria e gioiosa. (1 Giovanni 5:3) Molto appropriatamente il salmista associò la gioia all’ubbidienza. Egli cantò: “Lodate Iah! Felice è l’uomo che teme Geova, nei cui comandamenti ha provato sommo diletto”. — Salmo 112:1.
21 Gesù, il Capo della congregazione, è teocratico in tutto e fa sempre la volontà del Padre. (Giovanni 5:30) Perciò seguiamo sempre il nostro Esempio facendo teocraticamente e unitamente la volontà di Geova, collaborando pienamente con la Sua organizzazione. Allora con autentica gioia e gratitudine potremo far eco alle parole del salmista: “Ecco, come è buono e come è piacevole che i fratelli dimorino insieme in unità!”
1 tutti gli animali sono uguali, ma alcuni animali sono più uguali degli altri,
2 nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario,
3 Lo psicoreato non comporta la morte: lo psicoreato è la morte, George Orwell
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