1° Domenica di AVVENTO - Zenit 28/11/2008

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1° Domenica di AVVENTO - Zenit 28/11/2008

Messaggioda Leonardo » sab nov 29, 2008 11:48 am

L'Avvento.. è attesa fuori dalla sala parto
I Domenica di Avvento/B -“Se Tu squarciassi i cieli e scendessi!” (Is 63,19)
di padre Angelo del Favero*

Ancora un mese e il parto della Vergine compirà questa speranza, grido dell’umanità e di ogni singolo uomo in ogni luogo e tempo della storia.
Nella “sala parto” della grotta di Betlemme si “squarceranno le acque” del suo purissimo grembo, e Maria darà alla luce Colui che è “Luce da Luce”, il Figlio di Dio divenuto uno di noi.

Sì, Egli è il “Dio-con noi” (Is 7,14) fin dal primo istante della nostra esistenza: “Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù”(Lc 1,31).

In realtà, perciò, già da nove mesi i Cieli si erano aperti sulla terra, da quando Maria aveva risposto all’Angelo: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga in me quello che hai detto” (Lc 1,38). In quel momento, solo Gabriele fu testimone che “la vita” si era fatta finalmente “visibile” (1Gv 1,2) agli occhi umani, ed Egli “partì da Lei” (Lc 1,38) con il cuore colmo di quella “grande gioia” che nella notte di Natale “sarà di tutto il popolo” (Lc 2,10).

“Tutto il popolo” è ognuno di noi, chiamati a vegliare in questo tempo di Avvento come stando fuori della sala parto, nell’attesa del “lieto evento” del Natale che si fa di giorno in giorno più vicino.
In cosa debba consistere tale vigilanza, lo dice oggi il profeta: “Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia e si ricordano delle tue vie” (Is 63,4). Cosa significano queste parole?

“Praticare la giustizia”, come Gesù stesso ha rivelato domenica scorsa, vuol dire: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere” (Mt 25,35s). Quanto alle Vie da ricordare, sappiamo dall’apostolo Paolo che si riducono tutte ad una sola: “...e io vi mostrerò una via migliore di tutte….ma di tutte la più grande è l’amore!” (1Cor 12,31; 13,13). Facendosi eco di questo grido, la piccola Teresa molti secoli dopo scrive: “Compresi che l’Amore racchiude tutte le vocazioni, che l’Amore è tutto, che abbraccia tutti i tempi e tutti i luoghi, in una parola: che l’Amore è eterno!” (Storia di un’anima, manoscritto B, Santa Teresa di Gesù Bambino).

Se vogliamo trovare un luogo e un modello perfetto di un simile amore, sempre vigilante e pronto a dare la vita, del tutto simile all’Amore di Dio, lo troviamo inscritto nel cuore materno di ogni donna, come Dio stesso ha rivelato: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il frutto del suo seno? Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse, io non ti dimenticherò mai” (Is 49,15). Giovanni Paolo II, quasi a sottolineare l’eccellenza femminile della somiglianza con Dio, ha scritto: “La maternità è legata con la struttura personale dell’essere donna e con la dimensione personale del dono” (L. Apostolica “Mulieris Dignitatem”, 1988, n°18).

Colui che veglia in questo modo concreto, tiene – per così dire – “caricata” la molla della Gioia insita nell’amore, e così permette alla Sorpresa in arrivo di sprigionarla subito nel suo cuore. Dice infatti: “Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte al canto del gallo o al mattino; fate in modo che giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati” (Mc 13,35-36).

Non a caso Marco indica qui quattro precisi momenti: essi hanno tutti a che fare, nei Vangeli, con la Gioia dell’incontro con Gesù. Vediamo:
“Alla sera”, ci ricorda la gioia dei discepoli di Emmaus: “Resta con noi perché si fa sera” (Lc 24,29).
“A mezzanotte”, fa pensare alle “vergini stolte” che per accidia “non presero con sé olio” e furono escluse dal banchetto nuziale privandosi così della gioia dello Sposo (Mt 25,1-13);

“Al canto del gallo”, fa venire in mente Pietro, al quale Gesù restituì la gioia perduta nel tradimento con il perdono;
“Al mattino”, indica il “big-bang” del mattino di Pasqua, quando la Gioia della Vita del Risorto ha avvolto per sempre il mondo intero.

L’Avvento è di per sé un tempo di Gioia, gioia pre-natalizia, ma solo chi imita l’atteggiamento profondo di Maria nei confronti della Parola ne farà esperienza, un’esperienza “reale” come per una mistica gravidanza dell’anima.

Lo suggerisce Benedetto XVI con questo ritratto della Madre di Dio: “E così vediamo che Maria era, per così dire, 'a casa' nella Parola di Dio, viveva della Parola di Dio, era penetrata dalla Parola di Dio. Nella misura in cui parlava con le parole di Dio, pensava con le parole di Dio, i suoi pensieri erano i pensieri di Dio, le sue parole le parole di Dio. Era penetrata dalla luce divina e perciò era così splendida, così buona, così raggiante di amore e di bontà” (Omelia nella Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, 15/8/2005).


*******
* Padre Angelo, cardiologo, nel 1978 ha fondato uno dei primi Centri di Aiuto alla Vita all’ospedale Santa Chiara di Trento. E' diventato carmelitano nel 1984. E’ stato ordinato sacerdote nel 1991 ed è stato Consigliere spirituale nel santuario di Tombetta, vicino a Verona. Attualmente si dedica alla spiritualità della vita nel convento Carmelitano di Bolzano, presso la parrocchia Madonna del Carmine.
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Re: 1° Domenica di AVVENTO - Zenit 28/11/2008

Messaggioda Mari » dom nov 30, 2008 6:43 pm

Ma se è risaputo che la nascita di Gesù non avvenne il 25 Dicembre, prchè seguire queste "tappe" come se fosse veramente nato quel giorno??

Grazie, Mari
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Re: 1° Domenica di AVVENTO - Zenit 28/11/2008

Messaggioda GrisAdmi » dom nov 30, 2008 7:03 pm

Ora, a parte il fatto che non è poi così scontato che Gesù non sia davvero nato il 25 di dicembre, in quanto ci sono dei recenti studi che tendono a smentire questo dato (per saperne di più puoi leggere qui: viewtopic.php?f=3&t=29 ), quello che conta è il senso che si dà a questa celebrazione ed il posto che questa occupa nell'anno liturgico . La celebrazione della Pasqua, per esempio, cambia ogni anno, ma il suo senso è sempre quello ed è questo l'importante. Tutto l'anno liturgico è una preparazione alla Pasqua, che segna la Risurrezione gloriosa di Cristo e che vorrebbe essere una Risurrezione di Cristo in noi e del nostro spirito in Cristo. L'Avvento è il principio di tale preparazione e così va vissuto.
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Re: 1° Domenica di AVVENTO - Zenit 28/11/2008

Messaggioda GrisAdmi » dom nov 30, 2008 7:05 pm

Dato che qualcuno ha aperto la discussione, mi piace riportare, così come ho fatto altrove, le letture liturgiche della Messa di oggi:


Prima lettura

Is 63,16-17.19; 64,2-7
Se tu squarciassi i cieli e scendessi!

Dal libro del profeta Isaìa

Tu, Signore, sei nostro padre,
da sempre ti chiami nostro redentore.
Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie
e lasci indurire il nostro cuore, cosi che non ti tema?
Ritorna per amore dei tuoi servi,
per amore delle tribù, tua eredità.
Se tu squarciassi i cieli e scendessi!
Davanti a te sussulterebbero i monti.
Quando tu compivi cose terribili che non attendevamo,
tu scendesti e davanti a te sussultarono i monti.
Mai si udì parlare da tempi lontani,
orecchio non ha sentito,
occhio non ha visto
che un Dio, fuori di te,
abbia fatto tanto per chi confida in lui.
Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia
e si ricordano delle tue vie.
Ecco, tu sei adirato perché abbiamo peccato
contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli.
Siamo divenuti tutti come una cosa impura,
e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia;
tutti siamo avvizziti come foglie,
le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento.
Nessuno invocava il tuo nome,
nessuno si risvegliava per stringersi a te;
perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto,
ci avevi messo in balìa della nostra iniquità.
Ma, Signore, tu sei nostro padre;
noi siamo argilla e tu colui che ci plasma,
tutti noi siamo opera delle tue mani.

Parola di Dio



Salmo responsoriale

Sal 79

Signore, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Tu, pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,
sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.


Seconda lettura
1Cor 1,3-9


Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!
Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza.
La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che non manca più alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!

Parola di Dio



Vangelo
Mc 13,33-37

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

Parola del Signore



Ed ecco l’omelia di oggi di Mons. Vincenzo Paglia:

Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà!

Oggi inizia l’anno liturgico. Non è una replica di una storia già conosciuta. Siamo a tal punto analfabeti di Dio da aver bisogno di tornare alla Sua scuola. Tutti! Stare con il Signore non è una ripetizione sempre uguale: lo diventa quando teniamo la nostra vita lontana da Lui e dai fratelli. Le domeniche ci aiutano a capire nell’oggi il mistero della sua presenza tra gli uomini. Come ogni storia di amore ha vari momenti, tutti importanti. Quel che ci è chiesto è ascoltare e seguire il Signore e, anzitutto, attenderlo. Gesù stesso esorta: “Vigilate, non sapete quando il padrone di casa ritornerà”. Tutta la nostra vita è un’attesa. Quando non aspettiamo più nessuno, quando il domani sembra non esserci più, iniziamo un po’ a morire. Quando lasciamo solo qualcuno lo aiutiamo a morire. Qualche volta pensiamo che in fondo gli altri non aspettino niente, non serva loro nulla, stiano bene così. Non è così. Chi aiuta gli uomini a sperare? Chi cerca di capire e rispondere all’attesa dell’altro o di interi popoli segnati dalla guerra e dalla violenza? Chi incoraggia e risponde all’attesa dei giovani? Anche per questo dobbiamo essere “vigilanti”. Il tempo liturgico viene scandito dal tempo di Dio; o meglio, è il tempo di Dio che entra in quello degli uomini. Ed è misurato dal mistero stesso di Gesù: inizia dalla sua nascita, continua con la predicazione in Galilea e in Giudea sino alla morte, resurrezione e ascensione al cielo. Ogni domenica, da questa prima di Avvento sino alla festa di Cristo re, la Parola di Dio ci prende per mano, ci sottrae in certo modo alla schiavitù dei nostri ritmi, e ci introduce dentro il mistero di Cristo, per renderci partecipi della sua stessa vita. Con il tempo liturgico riceviamo il grande dono di divenire contemporanei di Gesù. È questa la “forza” delle domeniche, che faceva dire ai primi cristiani: “Per noi è impossibile vivere senza la domenica”.
“Avvento”, lo sappiamo bene, significa “venuta”, ossia la nascita di Gesù in mezzo a noi. E fin dai tempi antichi la Chiesa ha avvertito il bisogno di preparare il cuore suo e quello dei fedeli ad accogliere il Signore. Per quasi mille anni, infatti, le comunità cristiane, sia d’Oriente che d’Occidente, hanno vissuto i quaranta giorni prima del Natale digiunando e pregando nell’attesa della nascita di Gesù, tanto era sentita decisiva. E sapevano bene che bastava poco perché le occupazioni ordinarie facessero dimenticare tale passaggio. Oggi, pur essendo accorciati i giorni (solo quattro settimane di preparazione) e abolito il digiuno, non meno sentita è l’attesa di questa venuta, che da circa duemila anni ricordiamo.
La supplica del profeta Isaia, che ascoltiamo nella prima lettura, sale ancora oggi dalle nostre labbra: “Perché Signore ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, cosi che non ti tema? Ritorna, per amore dei tuoi servi. Se tu squarciassi i cieli e scendessi!” (Is 63,17). Sì, “Ritorna, Signore, per amore dei tuoi servi!”. Ne abbiamo bisogno. Ne ha bisogno la tua stessa terra che sembra non trovar pace; ne ha bisogno l’Africa bagnata dal sangue di migliaia di profughi abbandonati a se stessi; ne hanno bisogno tanti paesi ove milioni e milioni di poveri muoiono di fame ogni giorno; ne hanno bisogno le grandi città dell’Occidente che emarginano schiere innumerevoli di deboli, di anziani, di malati. Ne hanno bisogno i cuori di tanti uomini e tante donne perché sciolgano la loro durezza, si commuovano sui poveri e sui deboli e si adoperino per un nuovo futuro. “Se tu squarciassi i cieli e scendessi!”. Questo grido è la preghiera dell’Avvento; e resta la preghiera universale di questo tempo. Il tempo di Avvento irrompe nelle nostre giornate, appunto, per ricordarci l’invocazione del profeta e le grida dei tanti che aspettano qualcuno che li salvi. Queste grida, spesso lontane dalle nostre orecchie, sono in realtà la vera nostra coscienza. Esse ci aiutano a comprendere il senso concreto dell’Avvento e ci spingono a non restare addormentati nella nostra ricchezza e nella nostra avara tranquillità. Noi, pur così smaliziati, abbiamo forse smarrito il senso dell’attesa; siamo convinti che non verrà nessuno a salvarci; tanto convinti da inculcare ai nostri bambini che debbono badare da soli a se stessi, che non debbono aspettarsi nulla da nessuno. Che triste una società senza Avvento, senza un po’ d’inquietudine!
Dio non lascia “avvizzire la nostra vita”; non vuole che vaghiamo come chi cammina senza sapere verso dove; non lascia senza forma l’argilla, la creta della nostra vita. Squarcia i cieli e diventa lui la via per il cielo. Ci fa scoprire il desiderio di cielo, di speranza, che c’è in ognuno di noi ed in ogni uomo. Quando aspettiamo qualcuno siamo contenti. Egli non si vergogna della mia debolezza; non mi disprezza se sono piccolo. Porta amore e non cose come chi non sa dare il cuore! La richiesta dell’Avvento è fare nascere il Signore nel nostro cuore, fare nascere la speranza nel mondo!
Dobbiamo stare alla porta del nostro cuore e vigilare. Come quando aspettiamo qualcuno che deve tornare a casa e stiamo attenti a sentire il rumore dei suoi passi per potergli aprire subito. “Ecco - dice il Signore, nell’Apocalisse - io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”. L’Avvento c’invita a non addormentarci. Svegliamoci dal sonno dolce del crederci a posto, perché abbiamo già fatto molto; dal sonno triste del pessimismo, per cui non vale la pena di fare nulla; da quello agitato e sempre insoddisfatto degli affanni e dell’affermazione di sé. Svegliamoci dal sonno distratto di chi non ascolta più; dal sonno dell’impaziente, che vuole tutto e subito, che non sa attendere, si delude e dorme. E diciamo al Signore: Vieni Signore Gesù, vieni presto, dona consolazione e pace. Squarcia i cieli ed apri un futuro per chi è schiacciato dal male. Libera dall’amore per sé che addormenta il cuore. Insegnaci a stare attenti per riconoscerti ed aprirti la porta del cuore, dolce ospite, amico di sempre, speranza nostra.
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Re: 1° Domenica di AVVENTO - Zenit 28/11/2008

Messaggioda Mari » dom nov 30, 2008 8:50 pm

Grazie per la risposta che mi hai dato Adriano.
Mi sono andata a leggere anche il riferimento (il link) che hai riportato e devo dire che, seppur mi bastasse il fatto che il 25 Dicembre si festeggia la nascita di Gesù ed l'evento che è importante ricordare a prescindere dalla data, dopo aver letto quanto hai scritto riportando anche il risultato degli studi di Annie Jaubert e di Shemarjahu Talmon(ebreo), sono stata maggiormente aiutata a capire quanto sia importante questa data, (anche se fosse sbagliata, ma forse, appunto non lo è).
Capisco anche che ogni celebrazione segue un programma ed ha un posto ben definito nell'anno liturgico, come è giusto che sia per evitare confusione.
Su questo però devo ancora imparare molto. Di tutte queste "tappe" non ne so niente.

Con affetto, Mari
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Re: 1° Domenica di AVVENTO - Zenit 28/11/2008

Messaggioda Mari » dom nov 30, 2008 9:07 pm

Molto toccante anche l'omelia del Mons. Paglia....
Nulla a che vedere coi discorsi dal podio dei TdG. I loro sono freddi, quasi impersonali, anzi, sicuramente impersonali perchè devono seguire uno schema che viene nientemeno da Brooklyn. Al massimo possono personalizzarlo con qualche illustrazione (esempio), ma niente di più.
Invece l'omelia che ho letto, tocca il cuore.

Saluti, Mari
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Re: 1° Domenica di AVVENTO - Zenit 28/11/2008

Messaggioda GrisAdmi » mar dic 02, 2008 1:18 am

Mons. Paglia è un ottimo biblista... e davvero splendidi sono i suoi commenti spirituali alle Scritture.
Ogni anno, poi, pubblica un libro con letture bibliche per ogni giorno, opportunamente commentate.

Immagine

Titolo La parola di Dio ogni giorno 2009
Autore Paglia Vincenzo
Prezzo € 18,00
Dati 2008, 536 p., brossura
Editore Leonardo International (collana I libri di Sant'Egidio)

Descrizione:

Questo nuovo volume "La Parola di Dio ogni giorno 2009" vede la luce immediatamente dopo il Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. Il Concilio Vaticano II aveva auspicato, quaranta anni or sono, che la Bibbia tornasse ad essere "la sorgente pura e perenne della vita spirituale" (Dei Verbum 21). Il Sinodo, in maniera provvidenziale, ha voluto con forza riproporre la centralità di questa sorgente di vita. Anche Giovanni Paolo II nella "Novo Millennio Ineunte" ribadiva: "Non c'è dubbio che questo primato della santità e della preghiera non è concepibile che a partire da un rinnovato ascolto della parola di Dio... Ad essa i singoli e le comunità ricorrono ormai in larga misura, e tra gli stessi laici sono tanti che vi si dedicano anche con l'aiuto prezioso di studi teologici e biblici" (39). Il volume "La Parola di Dio ogni giorno 2009" vuole essere uno strumento per aiutare la nostra preghiera quotidiana. La comunanza delle parole e il ritmo condiviso della preghiera ci aiutano a realizzare come un santuario spirituale di uomini e di donne che ogni giorno lodano il Signore con "un cuor solo e un'anima sola". L'edizione di quest'anno propone alcuni libri dell'Antico e del Nuovo Testamento letti in forma continuata. Ogni brano come di consueto è accompagnato da un breve commento di carattere spirituale.
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