da Sandro » gio apr 02, 2009 6:34 pm
La "legge naturale" rappresenta il punto di incontro tra i Cattolici (ma per quasi tutto potrei dire "i cristiani" e per molte cose "i credenti in quasiasi Dio") e gli "uomini di buona volontà; i cosiddetti "laici" con cui la Chiesa intesse il "Dialogo sui valori" o "Dialogo umanitario" (cf i famosi "Dialoghi in cattedrale" che avvengono nella nostra diocesi periodicamente).
E' risaputo che ad es. vi sono stati punti di convergenza di vedute, proprio grazie a questa base, che è comune sia a credenti che non credenti giacché i valori di cui si tratta sono scopribili con la sola ragione, con i "laicissimi" Indro Montanelli e Oriana Fallaci. Così ve ne sono con Giuliano Ferrara e ve ne erano, prima della conversione, con Magdi Allam ecc... E anche una superficiale ricerca sui grandi convertiti confermerà che tutti, ancor prima della conversione alla fede r cioè la laici-atei, erano in sintonia appunto con varie idee che la Chiesa espone come patrimonio personale di dottrina.
Il punto è che la Chiesa mantiene il rispetto e valorizza entrambe le fonti della verità che Dio ha donato all'uomo: la ragione e la Fede. La prima mutua le verità dalla sua ricerca logica e dall'idea che riesce a farsi della personalità umana, la seconda (oltre questa conquista, che fa perfino da base alla fede trovandone e chiarendone "le ragioni" (1Pt 3,15) con l'apologetica!) mutua le sue verità soprannaturali dalla fede, cioè dalla rivelazione divina.
Così vi saranno delle cose che "sono vere perché le dice la Chiesa", e si tratta di quelle di fede.
E cose che "la Chiesa le dice-sostiene perché sono vere", e si tratta delle verità di ragione.
Le verità di fede fondano un'etica esclusiva del cristianesimo, di tipo soprannaturale, da figli di Dio, ulteriore a quella naturale (cf una per tutte l'amore per i nemici) e si usa chiamarla "morale".
Le verità di ragione fondano invece quella che si usa definire l'etica laica. Ed è questa etica laica che noi chiamiamo "legge naturale" semplicemente perché la si evince dalla natura. Dalla struttura biologica e psicologica delle persone. E' da questa che si ricava la differenza essenziale tra l'uomo e la bestia e il diritto da parte dell'uomo di utilizzare le bestie secondo la propria utilità; cosa che non si può fare con le persone perché essendo tutte di pari dignità sono da ritenersi "fine" di scelte etiche e non "mezzo" per il proprio vantaggio.
Ora è assurdo che i "laici" pretendano di procedere senza alcuna etica. Di fatto la seguono! Ogni Stato di questo mondo ha una sua linea di giustizia e di diritto che si sforza (anche se non sempre ci riesce) di modellarsi su valori etici.
E' ingiusto quindi che i laici, nel momento che vogliono relegare in sacrestia il pensiero della Chiesa, lo etichettino gratuitamente e in toto come "confessionale", come dettato dalla fede. Sanno benissimo che non è vero.
Le questioni, poste come esempio da predestinato74, sono precisamente cose che la Chiesa, per andare incontro allo Stato laico, suo interlocutore secolare, tratta e difende a livello di ragione e non di fede.* Quindi in questo caso la Chiesa non "impone" a nessuno le sue vedute, ma le "pone" sul tappeto perché siano valutate dalla razionalità degli interlocutori. E, quando questi non ragionano per partito preso, accade che la loro mente laica-atea, ma non avaloriale, scopra che non solo può ma anche deve essere in sintonia con i cattolici, altrimenti succede che la Chiesa (nonostante che la sua fede la faccia volare su altezze che il laico ritiene utopistiche) di fatto, su certe cose, ha una intelligenza umana molto più acuta dei cosiddetti laici che avocano esclusivamente a sé - questa volta è proprio il caso di dire "gratuitamente" e "pretenziosamente" - il monopolio della razionalità.
Aggiungo che, sempre per motivi di ragione che però qui non è il caso di sviluppare, noi cristiani-cattolici che dialoghiamo con i laici al loro livello etico, possiamo dire che è irrazionale da parte dello Stato far sì che il suo sistema valoriale scaturisca dalla una votazione di maggioranza, come pretendono appunto i laici dovendo trovare un ubi consistam al loro sistema etico. E' ovvio che un'intera maggioranza (anche superiore a quelle striminzite che risultano normalmente dopo le elezioni) può prendere degli abbagli se non è bene informata, se è manipolata da mass media interessati al soldo e non al vero ecc... La riprova che questo avvenga, e quindi si varino leggi non etiche (come quella sull'aborto), risulta anche dall'esperienza comune che in seguito certe leggi vengono abrogate perché "incostituzionali" cioè illegittime, laddove la Costituzione fa da Magna Charta di riferimento valoriale.
______________________________________________
* Se, ad esempio, noi volessimo ricorrere alla fede per ricavare l'assoluta illiceità dell'aborto, potremmo appoggiarci sul sì di Maria all'angelo, dopo il quale, dice la Rivelazione, "il Verbo si fece carne". Ovvero l'intera persona del Figlio di Dio si rese presente nella cellula-uovo appena fecondata.
Avete mai sentito una allusione del genere da parte della gerarchia cattolica per bollare l'aborto? Mai! Quindi la verità è che la Chiesa non ricorre a motivi di fede per condannare l'aborto qualificandolo come attentato all'essere umano "omicidio di persona innocente". Essa farà bensì riferimento a ragionamenti filosofici e scientifico-medici per avallare questa idea. Ovvero a quegli argomenti che anche il laico non può disattendere se... sì, se vuole avere voce in capitolo tra coloro che cercano di scoprire la verità e di rispettarla.
«In patientia vestra possidebitis animas vestras»... aliorumque. (Lc 21,19)