Commento al Credo

Si suppone la conoscenza della Dottrina Cattolica in linea di massima. Qui si dà spazio al chiarimento di punti che rimanessero lacunosi per alcuni utenti.

Moderatore: berescitte

Re: Commento al Credo

Messaggioda GrisAdmi » dom dic 21, 2008 8:14 pm

LA COMUNIONE DEI SANTI,
LA REMISSIONE DEI PECCATI,
LA RESURREZIONE DELLA CARNA,
LA VITA ETERNA.



LA COMUNIONE DEI SANTI

Nella sua espressione storica la comunione dei santi si esprime nel popolo dei battezzati, i quali, in forza del sacramento sono configurati a Cristo, nello Spirito, a gloria del Padre; ricevono ed accolgono i doni che il Signore fa loro, per viverli nel servizio e nella comunione. Tuttavia, la Chiesa esprime la comunione dei santi non solo nel senso di coloro che al presente sono santificati nel battesimo e continuamente ricorrono alle sorgenti della grazia per divenire ciò che sono divenuti nell’acqua della salvezza, ma anche di quelli che hanno già compiuto il loro esodo e vivono ora nella gioia della luce intramontabile di Dio. Essi sono per i pellegrini ancora in viaggio un modello e un aiuto. I santi sono i compagni di strada che rendono bello il cammino, perché pur essendo esperti in umanità come noi, sono anche esperti della pace futura, e sanno meglio guidarci a Dio.

Dio è glorificato nei suoi santi perché in essi risplende la bellezza dell’Altissimo che si esprime come amore. E poiché è infinita la ricchezza della carità eterna, infiniti sono anche i suoi possibili riflessi. La fantasia e la creatività della santità è davvero senza limiti, al punto che ogni santo dà un accento nuovo e particolare nella sinfonia di lode della Chiesa.
Per questo la Chiesa non cessa di proclamare santi e beati coloro la cui vita si presenta come lode vivente della gloria di Dio. La santità manifesta le infinite possibilità a cui Dio chiama l’uomo: e se la Chiesa non si stanca di proclamare i santi, lo fa anche per ricordare all’uomo le sue potenzialità nascoste ed inesauribili. Infine i santi sono le figure della nostra speranza: in essi è già compiuto ciò che per noi non è ancora realizzato.
Ogni santo è un messaggio, che parla in modo particolare a situazioni storiche differenti. L’ascolto del loro messaggio sempre nuovo, sebbene possa essere storicamente antico, richiede un cuore disponibile, che sappia avere il desiderio e il gusto delle cose di Dio.


La preghiera ‘per’ e ‘con’ i santi

E’ il luogo in cui si fa esperienza in modo particolare della comunione dei santi nel tempo e nell’eternità. Essa ci fa sperimentare il vincolo profondo che lega, nella Trinità, non solo la Chiesa pellegrina a quella celeste, ma anche nel tempo presente l’intercessione degli uni alla sofferenza e al cammino degli altri: l’affidarsi all’intercessione della Vergine Maria, il rivolgersi ai Santi, il chiedere l’aiuto della loro preghiera, e l’offrire con generosità la povertà della propria preghiera e la propria sofferenza per gli altri, non ci distrae dalla contemplazione di Dio. Chi si rivolge alla Vergine Madre e ai Santi, chi fa appello alla carità della preghiera altrui e prega con umiltà per gli altri, lo fa sempre in Dio.



LA REMISSIONE DEI PECCATI

La remissione dei peccati nella Chiesa avviene innanzitutto quando viene professata per la prima volta la fede. Con l’acqua battesimale, infatti, viene concesso un perdono talmente ampio che non rimane più alcuna colpa -né originale né ogni altra contratta posteriormente - e viene rimessa ogni pena da scontare.
Tuttavia, la grazia del Battesimo, non libera la nostra natura dalla sua debolezza, e pertanto occorre sempre fare i conti con la seduzione del male. In tale combattimento contro l’inclinazione al male, chi potrebbe resistere con tanta energia e con tanta vigilanza da riuscire ad evitare ogni ferita del peccato? Fu quindi necessario che nella Chiesa vi fosse la possibilità di rimettere i peccati anche in modo diverso dal sacramento del Battesimo. Per questa ragione Cristo consegnò alla Chiesa le chiavi del Regno dei cieli, in virtù delle quali potesse perdonare a qualsiasi peccatore pentito i peccati commessi dopo il Battesimo, fino all’ultimo giorno della vita.
È per mezzo del sacramento della Penitenza che il battezzato può essere riconciliato con Dio e con la Chiesa.
Non c’è nessuna colpa, per grave che sia, che non possa essere perdonata dalla santa Chiesa. Non si può ammettere che ci sia un uomo, per quanto infame e scellerato, che non possa avere con il pentimento la certezza del perdono. Cristo, che è morto per tutti gli uomini, vuole che, nella sua Chiesa, le porte del perdono siano sempre aperte a chiunque si allontana dal peccato.


CREDO LA RISURREZIONE DELLA CARNE

Il termine «carne» designa l’uomo nella sua condizione di debolezza e di mortalità. La «risurrezione della carne» significa che, dopo la morte, non ci sarà soltanto la vita dell’anima immortale, ma che anche i nostri «corpi mortali» (Cfr. Rm 8, 11) riprenderanno vita.
Credere nella risurrezione dei morti è stato un elemento essenziale della fede cristiana fin dalle sue origini.
”Come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti? Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede... Ora, invece, Cristo e resuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti” (Cfr.1 Cor 15, 12-14.20).
Tuttavia, fin dagli inizi, la fede cristiana nella risurrezione ha incontrato incomprensioni ed opposizioni. Si accetta abbastanza facilmente che, dopo la morte, la vita della persona umana continui in un modo spirituale. Ma come credere che questo corpo, la cui mortalità è tanto evidente, possa risorgere per la vita eterna? 

Come risuscitano i morti?

Che cosa significa «risuscitare»? Con la morte, separazione dell’anima e del corpo, il corpo dell’uomo cade nella corruzione, mentre l’anima va incontro a Dio, pur restando in attesa di essere riunita al suo corpo glorificato. Dio nella sua onnipotenza restituirà definitivamente la vita incorruttibile ai nostri corpi riunendoli alle nostre anime, in forza della Risurrezione di Gesù.
Chi risusciterà? Tutti gli uomini che sono morti: “quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna”, (Cfr. Gv 3, 29).
Come si risusciterà? Cristo è risorto con il suo proprio corpo; ma egli non è ritornato ad una vita terrena. Allo stesso modo, in lui, “tutti risorgeranno coi corpi di cui ora sono rivestiti”, ma questo corpo sarà trasfigurato in corpo , in «corpo spirituale» (Cfr.1 Cor 15, 44).
Il «come» supera comunque le possibilità della nostra immaginazione e del nostro intelletto; è accessibile solo nella fede.
Quando si risusciterà? Definitivamente «nell’ultimo giorno» (Cfr.Gv 6, 39-40.44.54); «alla fine del mondo». Infatti, la risurrezione dei morti è intimamente associata alla parusia (ritorno glorioso) di Cristo (Cfr.1Ts 4,16-17): “Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nuvole, per andare incontro al Signore nell'aria, e così saremo sempre con il Signore”.

 
CREDO LA VITA ETERNA

Parti, anima cristiana, da questo mondo, nel nome di Dio Padre onnipotente che ti ha creato, nel nome di Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo, che è morto per te sulla croce, nel nome dello Spirito Santo, che ti è stato dato in dono; la tua dimora sia oggi nella pace della santa Gerusalemme, con la Vergine Maria, Madre di Dio, con san Giuseppe, con tutti gli angeli e i santi. . . Tu possa tornare al tuo Creatore, che ti ha formato dalla polvere della terra. Quando lascerai questa vita, ti venga incontro la Vergine Maria con gli angeli e i santi. . . Mite e festoso ti appaia il volto di Cristo e possa tu contemplarlo per tutti i secoli in eterno “ [Rituale romano, Rito delle esequie, Raccomandazione dell'anima].


Il giudizio particolare

Il Nuovo Testamento parla del giudizio principalmente nella prospettiva dell'incontro finale con Cristo alla sua seconda venuta, ma afferma anche, a più riprese, l'immediata retribuzione che, dopo la morte, sarà data a ciascuno in rapporto alle sue opere e alla sua fede. La parabola del povero Lazzaro [Cf. Lc 16,22] e la parola detta da Cristo in croce al buon ladrone [Cf. Lc 23,43]. (1)
Ogni uomo fin dal momento della sua morte riceve nella sua anima immortale la retribuzione eterna, in un giudizio particolare che mette la sua vita in rapporto a Cristo, per cui o passerà attraverso una purificazione (2), o entrerà immediatamente nella beatitudine del cielo (3), oppure si dannerà immediatamente per sempre (4).


Il Cielo

Coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di Dio e che sono perfettamente purificati, vivono per sempre con Cristo. Sono per sempre simili a Dio, perché lo vedono “così come egli è” (1Gv 3,2), faccia a faccia: (Cf.1Cor 13,12; Ap 22,4).
Questa vita perfetta, questa comunione di vita e di amore con la Santissima Trinità, con la Vergine Maria, gli angeli e tutti i beati è chiamata “il cielo”. Il cielo è il fine ultimo dell'uomo e la realizzazione delle sue aspirazioni più profonde, lo stato di felicità suprema e definitiva.
Vivere in cielo è “essere con Cristo” [Cf.Gv 14,3; Fil 1,23; 1Ts 4,17]. 
Questo mistero di comunione beata con Dio e con tutti coloro che sono in Cristo supera ogni possibilità di comprensione e di descrizione. La Scrittura ce ne parla con immagini: vita, luce, pace, banchetto di nozze, vino del Regno, casa del Padre, Gerusalemme celeste,


La purificazione finale o Purgatorio

Coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo.
La Chiesa chiama Purgatorio questa purificazione finale degli eletti, che è tutt'altra cosa dal castigo dei dannati. La Chiesa ha formulato la dottrina della fede relativa al Purgatorio soprattutto nei Concilii di Firenze [Cf Denz. -Schönm., 1304f ibid. , 1820; 1580]. La Tradizione della Chiesa, rifacendosi a certi passi della Scrittura, [Cf. ad esempio, 1Cor 3,15; 1Pt 1,7] parla di un fuoco purificatore.
Questo insegnamento poggia anche sulla pratica della preghiera per i defunti di cui la Sacra Scrittura già parla: “Perciò [Giuda Maccabeo] fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato” (2Mac 12,45). Fin dai primi tempi, la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in particolare il sacrificio eucaristico, [Cf Concilio di Lione II: Denz. -Schönm., 856] affinché, purificati, possano giungere alla visione beatifica di Dio. La Chiesa raccomanda anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza a favore dei defunti.


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NOTE

(1) Vedi anche 2Cor 5,8; Fil 1,23; Eb 9,27; 12,23

(2) Cf. Concilio di Lione II: Denz.-Schönm., 857-858; Concilio di Firenze II: ibid., 1304-1306; Concilio di Trento: ibid., 1820

(3) Cf. Benedetto XII, Cost. Benedictus Deus: Denz.-Schönm., 1000-1001; Giovanni XXII, Bolla Ne super his: ibid., 990]

(4) Cf. Benedetto XII, Cost. Benedictus Deus: Denz.-Schönm., 1002
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Re: Commento al Credo

Messaggioda GrisAdmi » dom dic 21, 2008 8:16 pm

COMMENTO TERMINATO

SPERO CHE QUESTA MIA PICCOLA FATICA POSSA ESSERE DI UNA QUALCHE UTILITA' AI FORISTI
:D
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Re: Commento al Credo

Messaggioda Generale Specifico » dom gen 11, 2009 7:39 pm

Grazie per aver postato questo documenti. E' molto ben concepito e scritto. :D
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