La traduzione della Bibbia di J. Smith

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La traduzione della Bibbia di J. Smith

Messaggioda GrisAdmi » dom ago 22, 2010 6:53 pm

In questa pagina web è possibile reperire un'edizione elettronica della Versione di Re Giacomo della Bibbia riveduta e corretta da J. Smith, il quale, sotto la guida dello Spirito Santo, avrebbe provveduto ad emendare il Testo Sacro dalle manipolazioni intercorse lungo i secoli:

http://www.centerplace.org/hs/iv/default.htm

C'è da considerare, però, che solo alcune delle modifiche alla KJV operate da Smith sono state accolte come canoniche dalla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (la principale denominazione mormone), quelle incluse in Perla di Gran Prezzo.
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Re: La traduzione della Bibbia di J. Smith

Messaggioda Generale Specifico » mar ago 24, 2010 12:13 am

Quello che mi lascia perplesso è: perché, se si trattava di ristabilire la Parola di Dio nella sua purezza, Dio, invece di ispirare a Smith le modifiche da apportare ad una delle tante traduzioni esistenti della Bibbia (la KJV), nota per le sue imprecisioni traduttive (che, guarda caso, Smith non si è preso la briga di correggere) non gli ha ispirato, invece, quelle da apportare ai testi originali in grego, ebraico ed aramaico?
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Re: La traduzione della Bibbia di J. Smith

Messaggioda francocoladarci » gio ago 26, 2010 11:40 am

Il fatto è che verso la fine del XIX secolo, nacquero molti movimenti i cui fondatori si attribuirono le “rivelazioni divine”, mentre il comune denominatore era contro la Chiesa Cattolica, la quale a loro dire aveva apostatato dalla fede.
Questo ha portato ad una proliferazione di sotto movimenti, i quali ognuno asserisce di essere “il canale di Dio”, ma tali modi di agire a fatto cadere molti compreso i Mormoni e Testimoni di Geova in dottrine le quali possedevano e possiedono in una certa misura aspetti eretici dei primi secoli.
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Re: La traduzione della Bibbia di J. Smith

Messaggioda GrisAdmi » gio ago 26, 2010 3:04 pm

Beh... a mio avviso la traduzione ispirata della Bibbia è uno di quei terreni su cui si gioca la credibilità di J. Smith quale portavoce di Dio. Il fatto che, in effetti, questi si sia limitato a modificare una traduzione e non i testi originali già non è che contribuisca molto ad accreditare il suddetto come profeta. La storia della mistica è piena di gente che scriveva e parlava nelle lingue bibliche pur senza averle mai studiate, ergo...
Presto posterò alcune brevi considerazioni su un caso specifico in cui una nota interpolazione del testo biblico è evidentissimamente sfuggita allo Spirito Santo mentre suggeriva a Smith le modifiche da fare alla Bibbia per ricondurla alla sua purezza originaria, accreditando, pertanto, come "apostolico" ciò che invece tutti gli studiosi oggi sanno non essere assolutamente tale.
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Re: La traduzione della Bibbia di J. Smith

Messaggioda Hermes » lun mag 14, 2012 4:23 pm

Trianello ha scritto:... C'è da considerare, però, che solo alcune delle modifiche alla KJV operate da Smith sono state accolte come canoniche dalla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (la principale denominazione mormone), quelle incluse in Perla di Gran Prezzo.


Infatti, e mi chiedo come mai... non ho ben chiara la ragione, posso fare qualche ipotesi.

Il manoscritto originale della versione ispirata dalla Bibbia venne trafugato rocambolescamente da Emma Smith che lo nascose tra i suoi vestiti, dopo che decise di non seguire la maggior parte dei mormoni al seguito di Brigham Young. Degli emissari della chiesa mormone dello Utah in seguito chiesero ad Emma di restituire il testo, ma essa rifiutò, e preferì consegnarlo alla nuova chiesa mormone Riformata RLDS, che aveva come successori il figlio avuto dal Profeta, e il testo venne pubblicato nel 1866.
Perché Emma Smith considerava la versione ispirata tanto importante? E perché la chiesa RLDS decise di pubblicarla?
In quel periodo i mormoni LDS avevano proclamato la biblicità della dottrina della poligamia e della pluralità degli dei, e per opporsi a queste dottrine la chiesa RLDS si rifece alla versione ispirata, che a quanto pare avrebbe delle varianti che escludono queste dottrine in certi passaggi chiave dove invece la traduzione King James lascia spazio a speculazioni. Qui c'è un articolo al riguardo: http://www.centerplace.org/Default.asp?CTUrl=http://www.centerplace.org/library/tracts/iv_IsraelASmith.htm&CTTitle=About%20the%20Inspired%20Version

I mormoni LDS a questo punto preferirono mantenere la loro riserva su quest'opera del Profeta, con la scusa della sua incompletezza, pubblicando solo poche pagine nella Perla di Gran Prezzo. Ma la vera ragione forse sta appunto nel fatto che in alcuni punti sembra essere ambigua nei confronti della stessa dottrina mormone dei primi decenni.
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Re: La traduzione della Bibbia di J. Smith

Messaggioda Hermes » mer mag 16, 2012 3:06 pm

Aggiungiamo ancora qualche breve riflessione...

Trianello ha scritto:Beh... a mio avviso la traduzione ispirata della Bibbia è uno di quei terreni su cui si gioca la credibilità di J. Smith quale portavoce di Dio. Il fatto che, in effetti, questi si sia limitato a modificare una traduzione e non i testi originali già non è che contribuisca molto ad accreditare il suddetto come profeta. La storia della mistica è piena di gente che scriveva e parlava nelle lingue bibliche pur senza averle mai studiate, ergo...
Presto posterò alcune brevi considerazioni su un caso specifico in cui una nota interpolazione del testo biblico è evidentissimamente sfuggita allo Spirito Santo mentre suggeriva a Smith le modifiche da fare alla Bibbia per ricondurla alla sua purezza originaria, accreditando, pertanto, come "apostolico" ciò che invece tutti gli studiosi oggi sanno non essere assolutamente tale.


Personalmente non vedo la RV tra le questioni che più possono portare a mettere in questione la figura di Smith come profeta. Se vogliamo considerarla come un'effettiva traduzione allora sì, ma un mormone potrebbe rispondere che non è detto che debba essere per forza considerata in questo modo. Già il fatto che non sia una scrittura canonica toglie peso a questo tipo di speculazioni, poi certi apologisti hanno riflettuto sul problema della RV proponendo l'idea che si trattasse di un COMMENTO ISPIRATO piuttosto che una traduzione letterale. Da ciò si spiegherebbe l'intervento sul testo inglese di KJ piuttosto che sugli originali.

Su questa impostazione per esempio, pur se in una pubblicazione di tendenza liberale:

Kevin L. Barney, The Joseph Smith Translation and Ancient Texts of the Bible
"[...] JST does not presuppose a different Hebrew or Greek text underlying a given passage; [p.144] rather, it is an inspired commentary that produces theological purity and gives the revised passages greater significance for a modern audience.
[...] It is thus unlikely that the JST represents a literal restoration of material that stood in the original manuscripts of the Bible.
This does not mean that the JST cannot be regarded as an inspired “translation” in the sense of a paraphrase or interpretation of Joseph Smith’s exemplar, the King James version of the Bible. In fact, this may be the most promising approach to understanding the JST from a Mormon perspective. [...]"


Bisogna poi vedere se questa interpretazione può essere veramente giustificata, o se deve essere considerata come una scappatoia apologetica per ovviare alle difficoltà che inevitabilmente risultano se si considera la RV come un letterale restauro di una ipotetica versione primitiva dei Testi Sacri.
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Re: La traduzione della Bibbia di J. Smith

Messaggioda GrisAdmi » mar mag 22, 2012 3:49 pm

Come ho scritto altrove, il fatto che la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni non riconosca questa "traduzione" della Bibbia come uno scritto ispirato ne limita molto l'utilizzo in chiave critica. D'altro canto alcune considerazioni, come quelle che hai riportato, degli apologisti mormoni sanno un po' di arrampicata libera sugli specchi.
C'è da dire che quando scrissi le frasi incriminate ero persuaso dell'utilità contro-apologetica dell'ultima fatica letteraria di Smith. Il fatto che poi non abbia più ripreso l'argomento, però, dimostra di per sé che, strada facendo, ho cambiato idea ed ho di molto ridimensionato il peso dell'opera in oggetto in questo ambito.
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