L'inizio del Regno

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L'inizio del Regno

Messaggioda Speranza » lun ott 10, 2011 1:31 pm

Cari fratelli, vi porgo delle domande per poter eventualmente rispondere ai Testimoni di Geova.
Cosa insegna ufficialmente la Chiesa Cattolica sul Regno dei cieli?
Che cos'è il regno dei cieli?
Il regno di Dio e il regno dei cieli sono la stessa cosa?
C'è gia stato l'inizio del regno e quando è avvenuto?
Cosa avverrà negli ultimi tempi?
Quali sono le differenze con i Testimoni di Geova e come poter rispondere loro?
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Speranza
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Re: L'inizio del Regno

Messaggioda francocoladarci » lun ott 10, 2011 5:18 pm

Speranza.
Cosa insegna ufficialmente la Chiesa Cattolica sul Regno dei cieli?
Che cos'è il regno dei cieli?
Il regno di Dio e il regno dei cieli sono la stessa cosa?

Catechismo Chiesa Cattolica
541 - «Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea pre­dicando il Vangelo di Dio e diceva: «”Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al Vangelo”» (Mc 1,14-15). «Cristo, per adempiere la volontà del Padre, ha inaugurato in terra il regno dei cieli». Ora, la volontà del Padre è di «elevare gli uomini alla par­tecipazione della vita divina». Lo fa radunando gli uomini attorno al Figlio suo, Gesù Cristo. Questa assemblea è la Chiesa, la quale in terra costituisce «il germe e l'inizio» del regno di Dio.

542 - Cristo è al centro di questa riunione degli uomini nella «famiglia di Dio». Li convoca attorno a sé con la sua parola, con i suoi «segni» che manifestano il regno di Dio, con l'invio dei suoi discepoli. Egli rea­lizzerà la venuta del suo Regno soprattutto con il grande mistero della sua pasqua: la sua morte in croce e la sua risurrezione. «Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,32). «Tutti gli uomini sono chiamati a questa unione con Cristo».


C'è gia stato l'inizio del regno e quando è avvenuto?

CCC
671 Già presente nella sua Chiesa, il Regno di Cristo non è tuttavia ancora compiuto "con potenza e gloria grande" ( Lc 21,27 ) [Cf Mt 25,31 ] mediante la venuta del Re sulla terra. Questo Regno è ancora insidiato dalle potenze inique, [Cf 2Ts 2,7 ] anche se esse sono già state vinte radicalmente dalla Pasqua di Cristo. Fino al momento in cui tutto sarà a lui sottomesso, [Cf 1Cor 15,28 ] "fino a che non vi saranno i nuovi cieli e la terra nuova, nei quali la giustizia ha la sua dimora, la Chiesa pellegrinante, nei suoi sacramenti e nelle sue istituzioni, che appartengono all'età presente, porta la figura fugace di questo mondo, e vive tra le creature, le quali sono in gemito e nel travaglio del parto sino ad ora e attendono la manifestazione dei figli di Dio" [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 48]. Per questa ragione i cristiani pregano, soprattutto nell'Eucaristia [Cf 1Cor 11,26 ] per affrettare il ritorno di Cristo [Cf 2Pt 3,11-12 ] dicendogli: "Vieni, Signore" ( 1Cor 16,22; Ap 22,17; Ap 22,20 ).

672 Prima dell'Ascensione Cristo ha affermato che non era ancora il momento del costituirsi glorioso del Regno messianico atteso da Israele, [Cf At 1,6-7 ] Regno che doveva portare a tutti gli uomini, secondo i profeti, [Cf Is 11,1-9 ] l'ordine definitivo della giustizia, dell'amore e della pace. Il tempo presente è, secondo il Signore, il tempo dello Spirito e della testimonianza, [Cf At 1,8 ] ma anche un tempo ancora segnato dalla "necessità" ( 1Cor 7,26 ) e dalla prova del male, [Cf Ef 5,16 ] che non risparmia la Chiesa [Cf 1Pt 4,17 ] e inaugura i combattimenti degli ultimi tempi [Cf 1Gv 2,18; 1Gv 4,3; 1Tm 4,1 ]. E' un tempo di attesa e di vigilanza [Cf Mt 25,1-13; 672 Mc 13,33-37 ].


Cosa avverrà negli ultimi tempi?


675 Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti [Cf Lc 18,8; Mt 24,12 ]. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra [Cf Lc 21,12; Gv 15,19-20 ] svelerà il "Mistero di iniquità" sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell'apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell'Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l'uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne [Cf 2Ts 2,4-12; 675 1Ts 5,2-3; 2Gv 1,7; 1Gv 2,18; 1Gv 2,22 ].

676 Questa impostura anti-cristica si delinea già nel mondo ogniqualvolta si pretende di realizzare nella storia la speranza messianica che non può esser portata a compimento che al di là di essa, attraverso il giudizio escatologico; anche sotto la sua forma mitigata, la Chiesa ha rigettato questa falsificazione del Regno futuro sotto il nome di "millenarismo", [Cf Congregazione per la Dottrina della Fede, Decreto del 19 luglio 1944, De Millenarismo: Denz. -Schönm. , 3839] soprattutto sotto la forma politica di un messianismo secolarizzato "intrinsecamente perverso" [Cf Pio XI, Lett. enc. Divini Redemptoris, che condanna il "falso misticismo" di questa "con- traffazione della redenzione degli umili"; Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 20-21. [Cf Ap 19,1-9 ] Cf Ap 19, 1-9].

677 La Chiesa non entrerà nella gloria del Regno che attraverso quest'ultima Pasqua, nella quale seguirà il suo Signore nella sua morte e Risurrezione [Cf Ap 13,8 ]. Il Regno non si compirà dunque attraverso un trionfo storico della Chiesa [Cf Ap 20,7-10 ] secondo un progresso ascendente, ma attraverso una vittoria di Dio sullo scatenarsi ultimo del male [Cf Ap 21,2-4 ] che farà discendere dal cielo la sua Sposa [ Cf Ap 20,12 ]. Il trionfo di Dio sulla rivolta del male prenderà la forma dell'ultimo Giudizio [Cf 2Pt 3,12-13 ] dopo l'ultimo sommovimento cosmico di questo mondo che passa [Cf Dn 7,10; Gl 3-4; 677 Ml 3,19 ].

grassetto mio
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Re: L'inizio del Regno

Messaggioda GrisAdmi » ven ott 14, 2011 6:47 am

Alle parole del Catechismo della Chiesa Cattolica, è utile aggiungere queste tratte dal Catechismo del Concilio di Trento o Catechismo Romano:

381. Il regno di Dio
è il suo potere universale e la sua provvidenza


[...]

Il senso dunque più comune di Regno di Dio che ricorre di frequente nella sacra Scrittura, è quello che non solo indica il potere di Dio su tutti gli uomini e le cose, ma anche la provvidenza che tutto regola e governa: Nelle sue mani, dice il Profeta, tiene la terra in tutta la sua estensione (Ps 94,4). E in questa estensione è compreso tutto ciò che, nascosto nelle profondità della terra e in tutte le parti del creato, si tiene celato a noi. Ciò intendeva Mardocheo quando diceva: Signore, Signore, re onnipotente, tutte le cose sono poste sotto la tua signoria, e non v'è chi possa opporsi alla tua volontà; sei tu Signore di tutti e non v'è chi possa resistere alla tua maestà (Est 13,9).

Con le parole Regno di Dio s'intende ancora la provvidenza particolare con cui Dio custodisce e vigila sugli uomini pii e i santi; provvidenza e cura esimia, per le quali David disse: Poiché Dio mi governa, nulla mi potrà mancare (Ps 22 Ps 1), ed Isaia: Il Signore è nostro re: egli ci salverà (Is 33,22).


382. Il regno di Dio non è di questo mondo

Sebbene già sulla terra vivano sotto questo regio potere di Dio gli uomini che chiamiamo pii e santi, tuttavia Cristo Signore disse a Pilato che il suo regno non è di questo mondo (Jn 18,36); cioè non ha la sua origine in questo mondo, il quale fu creato ed avrà una fine. Abbiamo detto in che modo dominano imperatori, re, repubbliche, duchi, e tutti quelli che, per desiderio o elezione degli uomini, stanno a capo del governo nelle città e nelle provincie, oppure con la violenza e l'ingiustizia si impadronirono del potere. Ma Cristo Signore fu fatto Re da Dio, come dice il Profeta (Ps 2,6); e il suo regno, secondo il detto dell'Apostolo, è il regno della giustizia; dice infatti: Il regno di Dio è giustizia, pace e gaudio nello Spirito santo (Rm 14,15).

Cristo regna in noi con le intime virtù della fede, della speranza, e della carità; per queste virtù noi siamo in certo modo chiamati a partecipare al regno. Essendo soggetti in modo particolare a Dio, siamo consacrati al suo culto e alla sua venerazione, tanto che l'Apostolo dice: Vivo io, ma piuttosto non io; vive in me Cristo (Ga 2,20). Anche a noi sarà lecito di dire: Io regno, ma, piuttosto, non sono io: regna in me Cristo.

Questo regno si chiama giustizia, poiché esso è fatto della giustizia di Cristo Signore. Di questo stesso regno dice il Signore in san Luca: Il regno di Dio è dentro di voi (Lc 17,21). Quantunque Gesù Cristo regni per la fede in tutti quelli che sono raccolti in grembo della santa madre Chiesa, egli ha tuttavia cura speciale di quelli che, animati da fede viva, dalla speranza e dalla carità, si offrono a Dio quali membra pure e vive di lui; tanto che si può dire che in essi regni la grazia divina.

Ma è pure regno della gloria di Dio quello del quale Cristo Signore parla in san Matteo: Venite, benedetti dal Padre mio, possedete il regno preparato per voi fin dall'origine del mondo (Mt 25,34). E questo regno chiedeva a Cristo in san Luca il buon ladrone che riconobbe i propri delitti: Signore, ricordati di me, quando giungerai nel tuo regno (Lc 23,42). San Giovanni pure ricorda questo regno: Chi non rinasce con l'acqua e lo Spirito santo, non può entrare nel regno di Dio (Jn 3,5). E l'Apostolo agli Efesini: Chiunque sia fornicatore, impudico, avaro, poiché ha servito idoli, non ha parte nell'eredità del regno di Cristo e di Dio (Ep 5,5). A questo regno ancora si riferiscono alcune parabole di Cristo Signore, quando parla del regno dei cieli (Mt 13,24 Mt 13,31 Mt 13,33 Mt 13,44).

È necessario stabilire prima il regno della grazia; poiché non può regnare la gloria di Dio in colui nel quale già non regni la grazia. La grazia, secondo il detto del Salvatore, è una fontana d'acqua zampillante in vita eterna (Jn 4,14). Che diremo, dunque, che sia la gloria, se non la grazia perfetta ed assoluta? Infatti: mentre per tutto il tempo che, rivestiti di questo corpo fragile e mortale, andiamo vagando in questa cieca peregrinazione, in questo esilio, e, sempre vacillanti, restiamo lontani da Dio, spesso sdruccioliamo e cadiamo, rigettando il sostegno del regno della grazia, sul quale ci appoggiavamo; quando invece ci avrà illuminati la luce del regno della gloria, l'unico perfetto, noi saremo fermi ed eternamente stabili, poiché allora il vizio e la malattia si dilegueranno, e ogni debolezza si cambierà in robustezza; e Dio stesso, infine, regnerà nell'anima e nel nostro corpo, come abbiamo esposto ampiamente nel Simbolo, parlando della risurrezione della carne.
Trianello

Deus non deserit si non deseratur
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Re: L'inizio del Regno

Messaggioda catechista » ven ott 14, 2011 5:22 pm

Accanto a queste riflessioni, che riportano il pensiero ufficiale della Chiesa, non è male aggiungere qualche riflessione confermativa puramente umana, ma molto razionale sul "Regno dei cieli".

La Chiesa dice che in Gesù il senso di tutta la vita e l'aspirazione più profonda dell'animo umano trova l'unica soluzione soddisfacente. Infatti se si studia a fondo l'animo umano ci si accorge che tende ad una perpetuità di vita, una infinità di conoscenza, di amore, di gioia etc... Sulla terra nulla ci soddisfa appieno, e non appena realizziamo una conquista ci protendiamo subito verso l'oltre. E in tale tensione a trascendersi non può esistere meta più alta che quella di giungere a partecipare (la chiesa chiama il fenomeno "indiamento" o "divinizzazione" o "comunione con la natura di Dio") alla situazione popria dell'Essere infinito e Assoluto.

Quanto al cosmo, e in esso, alla finalità della storia umana, che, senza Dio sarebbe del tutto priva di senso, e con un paradiso ridotto a soddisfare solo i desideri terreni insoddisfatti (cf le celesti praterie per gli amerindi, il banchetto con le vergini dell'islamismo, l'eliminazione della fonte del "dolore" del buddhismo, il bis della vita umana su una terra paradisiaca del geovismo ...) sarebbe comunque una soluzione raccogliticcia e di livello infantile, che alla lunga si risolverebbe in una noia mortale, ecco che, anche da questo punto di vista, il paradiso celste del cristianesimo rappresenta il top, il non plus ultra delle più logiche aspirazioni.

Il pericolo di avere dei rimpianti per ciò che, indiandosi, si perderebbe di ciò che la vita terrena ci gratifica (pensiamo al top della gioia rappresentato dai rapporti interpersonali, come è la comunione sessuale tra sposi, l'amore tra genitori e figli, l'affetto e il cameratismo tra amici veramente cordiali e pronti a dare la vita l'uno per l'altro...) anche questa privazione appare senza senso perché non si può, direbbe Dante, aspirare a "quello che altrove è difettivo mentre in Dio è perfetto". E' per questo che, trattandosi di una felicità esaustiva, essa è inimmaginabile poiché non ha alcun corrispettivo terrestre a cui riferirsi; tanto che la Bibbia la presenta come "ciò che orecchio mai udì né occhio mai vide" (cf 1Corinti 2,9) e S. Paolo al suo confronto reputò tutto come "spazzatura". (Filippesi 3,8) e aggiunse che pertanto le sofferenze attuali non sono paragonabili al premio della gloria che si avrà quando il Padre ci accoglierà nelle sue braccia.
piantiamo un Sicomoro in giardino su cui i figli possano salire per vedere Gesù
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