la vita eterna dei tdg

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la vita eterna dei tdg

Messaggioda opepo » dom mag 15, 2011 3:56 am

mi scrivono così:

PERSONALMENTE QUANDO LEGGO UN BRANO DELLA BIBBIA MI CHIEDO LE LE SEGUENTI COSE ( COME RACCOMANDA LA TANTO VITUPERATA WT):
COSA VUOL DIRE QUESTO VERSETTO? IN CHE CONTESTO E' STATO SCRITTO? A CHI E' STATO SCRITTO?COSA DICONO ALTRE SCRITTURE CHE PARLANO DELLO STESSO ARGOMENTO? CONFERMANO QUELLO CHE DICE QUESTA SCRITTURA? E' IN ARMONIA COL PENSIERO GENERALE? COSA MI INSEGNA CIRCA IL PENSIERO DI DIO? COME POSSO APPLICARLO NELLA MIA VITA PER ESSERE UN MIGLIOR CRISTIANO?
FACENDO QUESTO LAVORO NON SONO IO AD INTERPRETARE LA BIBBIA, MA LASCIO CHE SIA LA BIBBIA A SPIEGARMI COSA VUOLE TRASMETTERMI. IO NON VOGLIO AGGIUNGERE NIENTE DI MIO MA SOLO CAPIRE IL MESSAGGIO. NON VOGLIO AVERE LA PRESUNZIONE DI FARE DIRE ALLE SCRITTURE QUELLO CHE MI PIACE.


CON QUESTO METODO ORA VADO A CONSIDERARE IL TEMA...VITA ETERNA...

LA BIBBIA DICE CHE LA TERRA FINIRA' ? VEDIAMO......

E' VERO CHE 2 PT3:1-4 SEMBRA PARLARE DI UNA DISTRUZIONE E POI DI UNA NUOVA TERRA. ANCHE APOCALISSE 21:1 DICE : “VIDI UN NUOVO CIELO E UNA NUOVA TERRA; POICHÉ IL PRECEDENTE CIELO E LA PRECEDENTE TERRA ERANO PASSATI, E IL MARE NON È PIÙ”.
VEDIAMO COSA DICONO ALTRE SCRITTURE CHE PARLANO DELLA TERRA.....

SALMO 104:5 DICE CHE DIO “HA FONDATO LA TERRA SUI SUOI LUOGHI STABILITI; NON SARÀ FATTA VACILLARE A TEMPO INDEFINITO, O PER SEMPRE.
ECCLESAISTE 1:4 DICE...... UNA GENERAZIONE VA E UNA GENERAZIONE VIENE; MA LA TERRA SUSSISTE FINO A TEMPO INDEFINITO.
ISA 45:18 DICE..POICHÉ QUESTO È CIÒ CHE HA DETTO GEOVA, IL CREATORE DEI CIELI, IL [VERO] DIO, IL FORMATORE DELLA TERRA E IL SUO FATTORE, COLUI CHE LA STABILÌ FERMAMENTE, CHE NON LA CREÒ SEMPLICEMENTE PER NULLA, CHE LA FORMÒ PURE PERCHÉ FOSSE ABITATA: “IO SONO GEOVA, E NON C’È NESSUN ALTRO
QUESTI VERSETTI SEMBREREBBERO INDICARE CHE LA TERRA NON DEBBA ESSERE DISTRUTTA, MA ALLORA, COME SI CONCILIANO CON 2PT3:1-4 E APOC 21:1?
SE QUESTI VERSETTI SIGNIFICANO CHE LA TERRA LETTERALE, IL PIANETA, SARÀ CONSUMATA DAL FUOCO, ALLORA ANCHE I CIELI LETTERALI (LE STELLE E GLI ALTRI CORPI CELESTI) DEVONO ESSERE DISTRUTTI COL FUOCO. PERO', CHE EFFETTO POTREBBE AVERE IL FUOCO SUL SOLE E SULLE STELLE GIÀ PIÙ CHE ARDENTI? BEN POCO. SEMBREREBBE QUINDI CHE NEI SUCCITATI VERSETTI IL TERMINE “TERRA” DEBBA AVERE UN SIGNIFICATO DIVERSO. VEDIAMO COSA DICONO ALTRE SCRITTURE.....
(GENESI 11:1) ...ORA TUTTA LA TERRA CONTINUAVA AD AVERE UNA SOLA LINGUA E UN SOLO INSIEME DI PAROLE...
(1 CRONACHE 16:31) SI RALLEGRINO I CIELI, E GIOISCA LA TERRA, E DICANO FRA LE NAZIONI: ‘GEOVA STESSO È DIVENUTO RE!’
(SALMO 96:1) CANTATE A GEOVA UN NUOVO CANTO. CANTATE A GEOVA, [GENTI DI] TUTTA LA TERRA...

IN QUESTI VERSETTI IL TERMINE “TERRA” È USATO IN SENSO FIGURATO, CON RIFERIMENTO ALL’UMANITÀ, ALLA SOCIETÀ UMANA. NON POTREBBE ESSERE COSÌ ANCHE IN 2 PIETRO 3:7, 10 E RIVELAZIONE 21:1?
NOTIAMO CHE NEL CONTESTO, E PRECISAMENTE IN 2 PIETRO 3:5, 6 (ANCHE 2:5, 9), VIENE FATTO UN PARALLELO COL DILUVIO DEI GIORNI DI NOÈ, IN CUI LA MALVAGIA SOCIETÀ UMANA FU DISTRUTTA MENTRE NOÈ E LA SUA FAMIGLIA, COME PURE IL PIANETA STESSO, FURONO PRESERVATI. SIMILMENTE, IN 2 PIETRO 3:7, È DETTO CHE COLORO I QUALI SARANNO DISTRUTTI SONO GLI “UOMINI EMPI”. QUINDI, CHE IL TERMINE “TERRA” SI RIFERISCA QUI ALLA MALVAGIA SOCIETÀ UMANA CONCORDA PIENAMENTE COL RESTO DELLA BIBBIA.
QUESTO DISCORSO LOGICO DEVE PERO' ESSERE IN ARMONIA COL TEMA GENERALE DELLA BIBBIA. PERCHE' DIO DOVREBBE PRESERVARE LA TERRA PER SEMPRE?
IL SUO PROPOSITO E' CHE L'UOMO DEBBA VIVERE PER SEMPRE SULLA TERRA O NO?
VEDIAMO COSA DICONO LE SCRITTURE.....
GENESI 2:15-17
15 IL SIGNORE DIO PRESE L'UOMO E LO POSE NEL GIARDINO DI EDEN, PERCHÉ LO COLTIVASSE E LO CUSTODISSE. 16 IL SIGNORE DIO DIEDE QUESTO COMANDO ALL'UOMO: «TU POTRAI MANGIARE DI TUTTI GLI ALBERI DEL GIARDINO, 17 MA DELL'ALBERO DELLA CONOSCENZA DEL BENE E DEL MALE NON DEVI MANGIARE, PERCHÉ, QUANDO TU NE MANGIASSI, CERTAMENTE MORIRESTI».

PRIMO DATO DI FATTO: SE NON AVESSERO MANGIATO NON SAREBBERO MAI MORTI.
SAREBBERO VISSUTI PER SEMPRE SULLA TERRA? DA NESSUNA PARTE SI DICE CHE LA RICOMPENSA PER LA CONTINUA UBBIDIENZA DI ADAMO AVREBBE SIGNIFICATO IL TRASFERIMENTO DI ADAMO IN CIELO, POICHE' ADAMO NON ERA STATO FATTO PER VIVERE IN CIELO CON GLI ANGELI, MA ERA DESTINATO ALLA VITA ETERNA NEL PARADISO TERRESTRE .
SALMO 115:16 DICE..RIGUARDO AI CIELI, I CIELI APPARTENGONO A GEOVA, MA LA TERRA L’HA DATA AI FIGLI DEGLI UOMINI”.
GENESI 3:22-23 DICE... E GEOVA DIO PROSEGUÌ, DICENDO: “ECCO, L’UOMO È DIVENUTO SIMILE A UNO DI NOI CONOSCENDO IL BENE E IL MALE, E ORA PERCHÉ NON STENDA LA MANO E REALMENTE PRENDA ANCHE [DEL FRUTTO] DELL’ALBERO DELLA VITA E MANGI E VIVA A TEMPO INDEFINITO, . . .”
PER VIVERE IN ETERNO, ADAMO NON DOVEVA MANGIARE DELL’ALBERO DELLA CONOSCENZA DEL BENE E DEL MALE, MA DELL’“ALBERO DELLA VITA NEL MEZZO DEL GIARDINO”.
GENESI 3:24 DICE..... E COSÌ CACCIÒ L’UOMO E POSE AD ORIENTE DEL GIARDINO DI EDEN I CHERUBINI E LA FIAMMEGGIANTE LAMA DI UNA SPADA CHE ROTEAVA CONTINUAMENTE PER CUSTODIRE LA VIA DELL’ALBERO DELLA VITA.
QUINDI MANGIARE DELL'ALBERO DELLA VITA AVREBBE SIGNIFICATO VIVERE A TEMPO INDETERMINATO( VITA ETERNA). QUESTO ERA IL PROPOSITO ORIGINALE DI DIO ( POI VEDREMO GLI SVILUPPI DERIVATI DAL PECCATO).
IL PROPOSITO DI DIO CHE L'UOMO VIVA PER SEMPRE SULLA TERRA E' IN ARMONIA CON ALTRE SCRITTURE?
(SALMO 37:29) I GIUSTI STESSI POSSEDERANNO LA TERRA, E RISIEDERANNO SU DI ESSA PER SEMPRE.
(SALMO 37:9) ...POICHÉ I MALFATTORI STESSI SARANNO STRONCATI, MA QUELLI CHE SPERANO IN GEOVA SONO COLORO CHE POSSEDERANNO LA TERRA.
(SALMO 37:11) ...MA I MANSUETI STESSI POSSEDERANNO LA TERRA, E IN REALTÀ PROVERANNO SQUISITO DILETTO NELL’ABBONDANZA DELLA PACE.
(PROVERBI 2:21) 21 POICHÉ I RETTI SON QUELLI CHE RISIEDERANNO SULLA TERRA, E GLI IRRIPROVEVOLI QUELLI CHE VI RESTERANNO.
(MATTEO 5:5) 5 “FELICI QUELLI CHE SONO D’INDOLE MITE, POICHÉ EREDITERANNO LA TERRA...

QUINDI VIVERE SULLA TERRA PER SEMPRE E' IN ARMONIA CON LE SCRITTURE. DA NESSUNA PARTE C'E' SCRITTO CHE DOPO UN PO DI TEMPO SI SAREBBE ANDATI IN CIELO.

MA NON CI SONO SCRITTURE CHE PARLANO DI UNA SPERANZA CELESTE? CERTO.
COME SI CONCILIANO CON QUELLE CHE PARLANO DI “RISIEDERE SULLA TERRA PER SEMPRE”?
VEDIAMO...

IN GIOV 14:2,4 GESU' DISSE AI SUOI DISCEPOLI ........: “NELLA CASA DEL PADRE MIO CI SONO MOLTE DIMORE. . . . VADO A PREPARARVI UN LUOGO. E SE SARÒ ANDATO E VI AVRÒ PREPARATO UN LUOGO, VERRÒ DI NUOVO E VI RICEVERÒ A CASA PRESSO DI ME”.
CHIARAMENTE SI PARLA DI UNA DIMORA CELESTE PERE ESSERI UMANI.
IN NESSUNA DELLE SCRITTURE EBRAICHE SI PARLA DI SPERANZA CELESTE, MENTRE IN QUELLE GRECHE SI. COME SI CONCILIANO LE DUE COSE?
IN EFFETTI IN GV 14:2,3 GESU' DICE CHE SAREBBE ANDATO (FUTURO) A PREPARARE UN LUOGO PER I DISCEPOLI. QUESTO SIGNIFICA 1° CHE IL LUOGO ERA PER I DISCEPOLI 2° CHE IL LUOGO NON ERA ANCORA PRONTO ( QUINDI LE PERSONE PRIMA DI CRISTO NON POTERONO USUFRUIRNE).
QUESTO E' CONFERMATO SIA DA PAOLO IN EBREI 10:19,20( EGLI INAUGURÒ PER NOI COME VIA NUOVA E VIVENTE ATTRAVERSO LA CORTINA, CIOÈ LA SUA CARNE) CHE DA GIOV 3:13 (INOLTRE, NESSUN UOMO È ASCESO AL CIELO SE NON COLUI CHE È DISCESO DAL CIELO, IL FIGLIO DELL’UOMO)
SIGNIFICA QUESTO CHE DA QUEL MOMENTO LA VITA ETERNA SAREBBE STATA IN CIELO PER TUTTE LE PERSONE?
IN LUCA 12:32, PARLANDO AI SUOI DISCEPOLI GESU' DISSE “NON AVER TIMORE, PICCOLO GREGGE, PERCHÉ IL PADRE VOSTRO HA APPROVATO DI DARVI IL REGNO.
PERCHE' IL GREGGE E CHIAMATO PICCOLO? NE ESISTE FORSE UNO PIU' GRANDE?
IN GIOVANNI 10:16 GESU' DISSE..“E HO ALTRE PECORE, CHE NON SONO DI QUESTO OVILE; ANCHE QUELLE DEVO CONDURRE.
PERCHE' GESU' PARLA DI DUE GREGGI DIFFERENTI? FORSE LA SPERANZA DEI COMPONENTI I DUE GREGGI E' DIFFERENTE?
IN EFFETTI IN MT 5:5 GESU' DISSE.... FELICI QUELLI CHE SONO D’INDOLE MITE, POICHÉ EREDITERANNO LA TERRA... E IN GV 14:2 ..VADO A PREPARARVI UN LUOGO( RIFERENDOSI AL CIELO). QUINDI DUE SPERANZE DIVERSE.
MA PERCHE' IL PICCOLO GREGGE DOVEVA ANDARE IN CIELO?
SAPPIAMO CHE DIO SCELSE GESÙ PERCHÉ FOSSE RE DEL SUO REGNO. PERO' DA LUCA 22:29. SI CAPISCE CHE ALTRI DEVONO REGNARE INSIEME A CRISTO NEL CELESTE GOVERNO DI DIO.... “IO FACCIO UN PATTO CON VOI”, DISSE GESÙ AI SUOI APOSTOLI, “COME IL PADRE MIO HA FATTO UN PATTO CON ME, PER UN REGNO”.
QUESTO E' IN ARMONIA CON QUANTO DISSE PAOLO A TIMOTEO IN 2 TM 2:12: “SE CONTINUIAMO A PERSEVERARE, INSIEME PURE REGNEREMO”.
IN EFFETTI NELLE SCRITTURE GRECHE SI PARLA DI SPERANZA CELESTE PERCHE' SONO STATE SCRITTE (IN PARTICOLARE LE LETTERE) A BENEFICIO DI QUELLI CHE GOVERNERANNO IN CIELO CON CRISTO. QUESTO NON ESCLUDE L'ADEMPIMENTO DEL PROPOSITO DIVINO CHE L'UOMO DEBBA VIVERE PER SEMPRE SULLA TERRA, PERCHE' E' IN ARMONIA CON MT 6:10 10 VENGA IL TUO REGNO. SI COMPIA LA TUA VOLONTÀ, COME IN CIELO, ANCHE SULLA TERRA...... E CON APOC. 5:10...LE HAI FATTE ESSERE UN REGNO E SACERDOTI AL NOSTRO DIO, ED ESSE REGNERANNO SULLA TERRA”.( PICCOLO GREGGE NEI CIELI, PERSONE “COMPRATE” DAL GENERE UMANO PER GOVERNARE UN GRANDE GREGGE DI PERSONE CHE HANNO “EREDITATO LA TERRA”.
ORA IL CUADRO E' COMPLETO. SE ADAMO ED EVA NON AVESSERO PECCATO SAREBBERO VISSUTI PER SEMPRE SULLA TERRA. QUESTO ERA IL PROPOSITO DI DIO. PER RISCATTARE IL PECCATO DIO HA MANDATO SUO FIGLIO PER STABILIRE UN REGNO CELESTE CHE AVREBBE GOVERNATO LA TERRA.
SENZA IL PECCATO NON CI SAREBBE STATO BISOGNO DEL SACRIFICIO DI CRISTO. CRISTO NON SAREBBE DOVUTO VENIRE SULLA TERRA E NON AVREBBE DOVUTO STABILIRE UN REGNO “SUPPLEMENTARE” NEI CIELI. NON CI SAREBBE STATO BISOGNO DI GOVERNANTI CELESTI “COMPRATI” DAL GENERE UMANO.
DIO AVREBBE GOVERNATO DIRETTAMENTE COME LO AVEVA FATTO CON ADAMO ED EVA.
QUESTA E' LA LOGICA DISARMANTE DELLA BIBBIA (ALMENO PER ME). QUESTO E' IL MODO IN CUI IO STUDIO LA BIBBIA. QUESTO E' IL CIBO SOLIDO DI CUI PARLA LA BIBBIA. LE SUPPOSIZIONI O LE FILOSOFIE UMANE NON MI INTERESSANO.
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Re: la vita eterna dei tdg

Messaggioda opepo » gio mag 26, 2011 9:41 am

heilaaaa...c'è nessuno??????
dove siamo...nella comune tomba del genere umano???? :mrgreen:
scerzi a parte...nel mio girovagare tra siti/forum non mi è sembrato che questo argomento venga sviscerato a dovere...ma può essere che mi sbaglio...l'invio di una lettera via e-mail da parte di un tdg mi da l'occasione per poter impostare quella che a mio parere è l'arma che loro usano per innescare i dubbi nel credente all'acqua di rose...chi tra gli esperti ha voglia di analizzarla?
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Re: la vita eterna dei tdg

Messaggioda Gabriella Prosperi » lun giu 06, 2011 9:45 am

Sull°ultima osservazione e cioè che l°uomo senza peccato fosse destinato ad una vita terrena, seppur paradisiaca, non sono d°accordo.
Così come "terra" significa "umanità" anche il significato di vita e morte non è legato alla fisicità che conosciamo.
Il proposito del Padre era già ben codificato prima dell°avvento dell°uomo, semplicemente l°uomo non ne era a conoscenza.
Gabriella
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Re: la vita eterna dei tdg

Messaggioda Sandro » mar giu 07, 2011 1:48 pm

Ho letto, ma sto uscendo...
apro solo per promettere che entro domani interverrò
«In patientia vestra possidebitis animas vestras»... aliorumque. (Lc 21,19)
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Re: la vita eterna dei tdg

Messaggioda opepo » mar giu 07, 2011 9:22 pm

evviva...bravo Sandro...esci tranquillo ...che io non mi smuovo da davanti al computer :wink:
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Re: la vita eterna dei tdg

Messaggioda Sandro » gio giu 09, 2011 9:03 pm

opepo ha scritto:mi scrivono così:
. . . . . . . . .
QUESTO E' IL MODO IN CUI IO STUDIO LA BIBBIA. QUESTO E' IL CIBO SOLIDO DI CUI PARLA LA BIBBIA. LE SUPPOSIZIONI O LE FILOSOFIE UMANE NON MI INTERESSANO.


Caro Opepo
La fatica che il TG, immagino giovane e volenteroso, ha fatto per documentare (nell'unico modo a lui possibile secondo i canoni della WT) la sua fede nella vita eterna su una terra paradisiaca per i normali TG (e correlativa nel Reame dei cieli per soli 144.000 TG Unti) merita che gli si risponda e che, al contempo, si diano dei suggerimenti di efficacia per chi volesse cimentarsi davanti a questa nutrita esposizione di citazioni bibliche.

Abbiamo però esperienza, nei nostri più che vent'anni di pratica sul campo, che non è produttivo (né necessario) rintuzzare le argomentazioni sbagliate una per una. Il TG ne troverebbe di nuove e si andrebbe all'infinito senza concludere nulla e soprattutto glissando su punti così storti di dottrina che sono più che sufficienti a "silurare" il geovismo nella sua pretesa credibilità di fondo. Così che attardarsi su una tematica che potrebbe essere poco convincente significa far caso al moscerino mentre si ingoia il cammello.
Io paragono l'errore geovista a dei frutti sbagliati di un albero. E' improduttivo e stressante andare ad "aggiustarli" uno per uno. L'albero continuerà a farne altri. Lo si vede con tutta evidenza nelle abili "smussature" di angolosità realizzate dalla WT dal primo suo "catechismo" (La verità che conduce all vita eterna) a quello attualmente in uso (Che cosa insegna realmente la Bibbia?). Meglio dunque curare la radice, se si può. O, se impossibile, denunciarne la viziosità di base.

Questa premessa per dire che farò delle considerazioni sparse. Magari in due o tre tempi. Riportando ciò che intendo valutare criticamente (cioè bereana-mente) dello scritto del nostro interlocutore. Lo ringrazio pertanto di aver scritto tutto in maiuscolo, così si distinguerà bene la mia risposta in minuscolo e in colore. Anche se, per il futuro, gli dò l'utile avvertimento che la netiquette forista, invalsa dovunque, non vede con simpatia lo scritto tutto maiuscolo perché viene equiparato allo urlato; cosa deplorevole in un civile confronto di idee e inaccettabile per lo stesso TG che, ritenendosi uomo di Dio, "non ha bisogno di contendere".

Ancora: dal momento che il TG in questione non ha scritto queste cose sul forum ma le ha fatte pervenire a te per email, ti prego di fargli presente che noi qui non mozzichiamo nessuno e che, dal momento che il nickname garantisce ogni riservatezza, lui ci farà cosa molto gradita se vorrà intervenire di persona a continuare a difendere quella che ritiene essere la sua tesi sull'argomento. E anche sulle altre che l'argomento tirerà di conseguenza e che io solleciterò.
Ciò detto veniamo allo scritto...
************************************************************************************
1.
PERSONALMENTE QUANDO LEGGO UN BRANO DELLA BIBBIA MI CHIEDO LE LE SEGUENTI COSE ( COME RACCOMANDA LA TANTO VITUPERATA WT):
COSA VUOL DIRE QUESTO VERSETTO? IN CHE CONTESTO E' STATO SCRITTO? A CHI E' STATO SCRITTO?COSA DICONO ALTRE SCRITTURE CHE PARLANO DELLO STESSO ARGOMENTO? CONFERMANO QUELLO CHE DICE QUESTA SCRITTURA? E' IN ARMONIA COL PENSIERO GENERALE? COSA MI INSEGNA CIRCA IL PENSIERO DI DIO? COME POSSO APPLICARLO NELLA MIA VITA PER ESSERE UN MIGLIOR CRISTIANO?
FACENDO QUESTO LAVORO NON SONO IO AD INTERPRETARE LA BIBBIA, MA LASCIO CHE SIA LA BIBBIA A SPIEGARMI COSA VUOLE TRASMETTERMI. IO NON VOGLIO AGGIUNGERE NIENTE DI MIO MA SOLO CAPIRE IL MESSAGGIO. NON VOGLIO AVERE LA PRESUNZIONE DI FARE DIRE ALLE SCRITTURE QUELLO CHE MI PIACE.
No! Noi non presupponiamo nei singoli TG l'intento di "fare dire alle scritture quello che a loro piace". Loro li riteniamo sinceri. Riteniamo che questa attitudine invece esista a livello dirigenziale. E che sia un atteggiamento costante e necessario per difendere una dottrina biblica-mente e logica-mente indifendibile – come è stato ormai dimostrato da acuti commentatori di varie denominazioni - e tenere in piedi la fiducia dei propri fedeli. Ma, lasciando alla ricerca personale le prove di questo, vengo a dire subito che il TG che fa questo lavorìo, qui sopra esposto, e che spriza correttezza da tutte le parti, non è per ciò stesso garantito dall'andare fuori strada. Cioè, il risultato finale di tanto impegno può risolversi comunque (ahimé!) in un travisamento delle Scritture. E questo può dipendere dal tipo di esegesi che si segue, dalla scelta dei passi e dal trascurarne altri, da ritenere simbolico ciò che è da prendere letteralmente e viceversa, dal mettere indebitamente in conflitto la fonte divina di verità con la fonte umana della razionalità (per es. dei dati certi della scienza e della storia) e altro...
Io penso che ogni TG che voglia riferirsi a tale posizione come a una certezza che emerge dalla Bibbia (e quindi per rendersi conto se i riferimenti biblici avanzati relativi alla terra e alla sua perennità siano da prendersi alla lettera o no) dovrebbe farsi almeno queste domande:
1) Ma se è davvero la Bibbia a dire questa verità, come mai il Canale di Geova ha accertato solo nel 1935 l'esistenza di un paradiso terrestre? Che competenza in Bibbia hanno i capi geovisti? Spero che il nostro giovane TG sappia che il Canale (così insegna la Dirigenza) è esistito sin dal primo secolo ininterrottamente, e perciò dagli anni 35 al 1935, per 1900 anni la Bibbia non aveva detto al Canale che c'era il paradiso terrestre. Neanche quando (anche questo si insegna) con Russell sarebbe venuta la pienezza della luce, anche allora ci sono voluti più di 5° anni perché il Canale scoprisse che la Bibbia parlava di una doppia serie di salvati: Unti e Pecore. Spero quindi che il TG si renda conto di quante sofferenze siano scaturite da tale posizione in questo periodo di cecità. Quanti traumi interiori per chi non si sentiva Unto ed era costretto a comportarsi da tale, e per chi si sentiva Unto ed era costretto a rinunciare alla prospettiva celeste senza sapere che fine avrebbe fatto. E appresso a questo piccolo gregge? C'era la schiera di milioni di TG che bussavano per entrare ma la porta era chiusa.
2) Se, come insegna la Dirigenza, il Canale di Geova non ha altra responsabilità che quella di "pubblicare ciò che riceve dalla suprema sede dei Cieli" tramite gli angeli che (al modo dello schema che vediamo a pag 16-17 di "Rivelazione il suo grandioso culmine è vicino!") trasmettono verità e direttive da parte di Gesù e Geova, la responsabilità di tale mancata comunicazione per 1900 anni non ricade su Geova stesso?
Questo punto è di estrema gravità e non può essere fatto passare per un punto di dottrina secondaria come altri punti che sono apparsi in un secondo momento senza scuotere le fondamenta dell'impalcatura del Credo geovista. Unti e Altre pecore sono oggi un pilastro portante dell'ideologia. Per fare un paragone con il credo cattolico sarebbe come, se dopo aver celebrato la Messa dal primo secolo ad oggi, e aver trattato l'Eucaristia come vero corpo di Cristo, al punto da adorarla, il Papa se ne fosse uscito dicendo: "Ragazzi non era vero niente. Anzi: primo, Cristo non è affatto presente nel pane consacrato, giacché non avviene nessuna consacrazione; secondo, chi comunque adorasse Cristo Eucaristico o no commetterebbe un atto idolatrico. E se tale atto l'abbiamo insegnato e compiuto con fede anche noi per 2000 anni pazienza! Ora non ci si deve credere più."
E' una ipotesi di lavoro, ovviamente, ma utile per mostrare che la FIDES deve andare d'accordo con la RATIO per essere umana. Noi cattolici dunque non la digeriremmo affatto una trovata del genere. Secondo noi Dio non ha diritto di mentire, anzi non può neanche se lo volesse. E ciò che è essenziale alla salvezza deve dirlo subito a tutti e non fare sperequazione tra... tra i TG dei primi 50 anni e quelli successivi. E perciò i punti basilari di dottrina devono essere perenni e invariati dal tempo di Gesù fino a noi. Per questo ho detto che ci vuole anche la ragione umana olre che il messaggio biblico per avere una fede che stia in piedi.
Quindi insisto con qualche domanda e riflessione sul tema. Se qualche normale TG (o anche Unto va!) ai tempi di Russell e Rutherford prima maniera (quando cioè i presidenti festeggiavano il Natale) prima del 1935 avesse detto che ci si stava sbagliando perché la Bibbia insegna chiaramente che era nel proposito iniziale di Geova che l'uomo vivesse eternamente sulla terra, e avesse detto che non è scritto da nessuna parte nella Bibbia che la terra sarà distrutta etc.... (come appunto sta facendo oggi il nostro giovane interlocutore) come avrebbe reagito il Corpo Direttivo? Lo dice la stessa Bibbia. Lo avrebbero apostrofato dicendogli: "Tu che sei tutto pieno di peccati intendi insegnare al Canale?" e lo avrebbero disassociato immediatamente (non a caso questo è successo a Raymond Franz, negli anni '70 quando mise in dubbio l'esistenza della doppia categoria di Unti e Pecore!). Ma allora avremmo avuto che Geova avrebbe benedetto quella disassociazione, cioè avrebbe difeso l'errore dottrinale che Lui sapeva che avrebbe corretto vari anni dopo. Non si va nell'assurdo?

Il Nostro si dice convinto che, seguendo il procedimento raccomandato dalla WT, lui non farà che ascoltare la Bibbia. Ma questa è una illusione! La scienza ermeneutica dice che nessun testo parla. Ogni testo richiede di essere interpretato dalla mente che lo legge. E questa, anche seguendo delle regole che ritiene adeguate, può (ovviamente nei casi difficili) giungere a soluzioni divergenti. Se fosse davvero la Bibbia a parlare (e anzi, se fosse davvero "semplice" come alcuni insistono a dire) essa direbbe a tutti i suoi lettori le stesse cose. Mentre si dà il caso che denominazioni cristiane, della cui devozione alle Sacre Scritture non è lecito dubitare, di fatto ci leggono "verità" differenti nella Bibbia, sia parzialmente divergenti che totalmente contrarie.
Il giovane TG con cui ci stiamo confrontando difficilmente potrebbe negare che lui sta traendo dalla Bibbia la stessa dottrina che oggi ci legge il suo CD, e che ce la trae al seguito del CD. Non gli è consentito affatto dissentire neanche in poco. E questo vale per qualsiasi esponente di qualsiasi denominazione cristiana! Non esistono liberi tiratori. Chi lo facesse verrebbe sconfessato ed espulso dalla Dirigenza della sua denominazione. Sto dicendo, per esemplificare in piena onestà, che io stesso non mi ritengo sicuro se, pur applicando le regole ermeneutiche più accreditate, ritenessi di poter ricavare dalla Bibbia una certa verità. Questo è un lavoro che ogni denominazione di fatto assegna ai propri esegeti (la Chiesa Cattolica ha per questo delle università dove ci si laurea in Sacra Scrittura e poi, si lavora di concerto tra colleghi con pubblicazioni che azzardano delle ipotesi, vengono dismesse o avvalorate da altri etc... fino a ricevere il sigillo della Dirigenza-Magistero per essere assunte tra le verità accreditate). Quindi la persuasione che la WT dà ai suoi TG di essere essi stessi gli esegeti capaci di trarre dal sacro Testo le verità rivelate è una illusione che gioca sulla loro volontà di protagonismo. Ma poi il nostro giovane ricercatore dovrebbe aver letto da qualche parte che senza la guida del CD nessuno capirebbe la Bibbia! Non è quindi lui a trarre dalla Bibbia queste cose che sostiene, ma è stato il CD a farlo. E gli ci sono voluti la bellezza di 1900 anni per riuscirci. E - amarus in fundo - vedendo anche i ripensamenti fatti su vari e gravi punti di dottrina, non è detto che al riguardo questa posizione attuale del CD sia quella definitiva.

(seguita)
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Re: la vita eterna dei tdg

Messaggioda Sandro » ven giu 10, 2011 8:42 am

(seguito dal precedente)

2.

CON QUESTO METODO ORA VADO A CONSIDERARE IL TEMA...VITA ETERNA...
LA BIBBIA DICE CHE LA TERRA FINIRA' ? VEDIAMO......
E' VERO CHE 2 PT3:1-4 SEMBRA PARLARE DI UNA DISTRUZIONE E POI DI UNA NUOVA TERRA. ANCHE APOCALISSE 21:1 DICE : “VIDI UN NUOVO CIELO E UNA NUOVA TERRA; POICHÉ IL PRECEDENTE CIELO E LA PRECEDENTE TERRA ERANO PASSATI, E IL MARE NON È PIÙ”.
VEDIAMO COSA DICONO ALTRE SCRITTURE CHE PARLANO DELLA TERRA.....
Fatica sprecata per noi, fratello. Noi non prendiamo alla lettera quel discorso circa la distruzione della terra. E' linguaggio apocalittico. Un genere letterario che, tramite immagini fantasiose, vuole indicare uno sconvolgimento radicale, una palingenesi operata dallo Spirito di Dio. La terra, e con lei il cosmo, potrebbe restare in eterno come capolavoro di Dio che le creature intelligenti potrebbero sviscerare in tutte le sue leggi e realtà; il che sarebbe una fonte di lode aggiuntiva per il Creatore. Ma avrebbe anche la funzione di ricordo storico del "palcoscenico" (S. Paolo lo chiama "schèma" = rappresentazione, teatro) dove noi, attori, abbiamo realizzato la nostra santificazione e anche qualche opera che sarebbe davvero un peccato distruggere... Questo comunque sarebbe solo il "contorno" rispetto alla "pietanza" consistente nella beatitudine eterna che deriva dallo entrare "nel gaudio del nostro Signore" riservato ai "servi buoni e fedeli". Cosa che neanche gli Unti geovisti avranno mai perché per parteciparne non basta avere un "corpo spirituale" ma ci vuole anche l'indiamento (non è esagerazione è un termine realistico) realizzato dallo Spirito Santo che donanoci la vita divina, la grazia, ci rende compartecipi della stessa natura di Dio, natura che non consiste come dice il CD nello "avere un corpo spirituale" (un autentico ossimoro!).
Naturalmente per quanto riguarda strettamente la terra la sua sussistenza è probabile solo se la "fine del mondo" verrà prima che sia arrostita dal sole diventato una gigante rossa... Il che è un dato certo della scienza. Ma personalmente penso che se Dio vuole che l'umanità continui la sua storia nel tempo anche oltre, allora bisognerà che si trovi il modo di metterla fuori portata o di far emigrare l'umanità con tutti i suoi tesori verso lidi fantascientifici...


VEDIAMO COSA DICONO LE SCRITTURE.....
GENESI 2:15-17
15 IL SIGNORE DIO PRESE L'UOMO E LO POSE NEL GIARDINO DI EDEN, PERCHÉ LO COLTIVASSE E LO CUSTODISSE. 16 IL SIGNORE DIO DIEDE QUESTO COMANDO ALL'UOMO: «TU POTRAI MANGIARE DI TUTTI GLI ALBERI DEL GIARDINO, 17 MA DELL'ALBERO DELLA CONOSCENZA DEL BENE E DEL MALE NON DEVI MANGIARE, PERCHÉ, QUANDO TU NE MANGIASSI, CERTAMENTE MORIRESTI».
PRIMO DATO DI FATTO: SE NON AVESSERO MANGIATO NON SAREBBERO MAI MORTI.
Sì ma nella Bibbia si parla di morte secondo una duplice accezione. Una è quella fisica e un'altra quella – lo dico alla geovese – di entrare nel disfavore divino. Con il peccato originale i progenitori sono incappati in ambedue le condanne. E la morte spirituale è avvenuta subito. Poi se, come insegna Ezechiele, il peccatore Adamo si è pentito della sua condotta, sarà "tornato a vivere" appunto rientrando nel favore divino. Anche se non gli è stata tolta la condanna alla morte fisica.

SAREBBERO VISSUTI PER SEMPRE SULLA TERRA? DA NESSUNA PARTE SI DICE CHE LA RICOMPENSA PER LA CONTINUA UBBIDIENZA DI ADAMO AVREBBE SIGNIFICATO IL TRASFERIMENTO DI ADAMO IN CIELO, POICHE' ADAMO NON ERA STATO FATTO PER VIVERE IN CIELO CON GLI ANGELI, MA ERA DESTINATO ALLA VITA ETERNA NEL PARADISO TERRESTRE .
SALMO 115:16 DICE..RIGUARDO AI CIELI, I CIELI APPARTENGONO A GEOVA, MA LA TERRA L’HA DATA AI FIGLI DEGLI UOMINI”.
Da nessuna parte? E Gesù che dice "venite benedetti dal Padre mio, prendete possesso del regno preparato per voi sin dalla fondazione del mondo?" (Matteo 25,34)
Non si sprechi il giovane TG a spiegarci che geovisticamente per "prima della fondazione del mondo" si deve intendere per mondo l'umanità susseguente ai progenitori (cioè i figli di Adamo). Sarebbe troppo facile mostrare come in questo passo non è affatto la Bibbia a guidare la riflessione del CD ma il contrario; è il CD a torcere la Bibbia alla sua veduta perché il testo sacro sconfessa la sua dottrina.
Anzi questo passo, che va preso proprio alla lettera perché nella mente di Dio non ci sono situazioni successive e da sempre lui sapeva sia del futuro peccato dell'uomo che della redenzione operata dal suo Figlio incarnato e applicata poi dallo Spirito santificatore fino alla fine dei tempi, bisogna dire che nella mente del Signore era in progetto da sempre il far entrare i giusti nel suo gaudio e perciò che alla vita terrena susseguisse la stessa trasformazione che ha avuto il corpo risuscitato di Cristo "primogenito di tra i morti". Trasformazione che si realizzerà sia per i morti resuscitati che per coloro che saranno ancora in vita al secondo avvento di Cristo "sulle nubi del cielo".
Qui naturalmente si toccano vari punti del credo geovista tutti discutibili, come: la concezione del cielo come un vero e proprio "luogo di cui Geova ha bisogno per vivere" localizzato da qualche parte (un tempo infantilmente su Alcyone, oggi, con graduali ritocchi in un fantomatico "cielo dei cieli" spirituale; l'onniscienza di Dio (geovisticamente condizionata e perciò di fatto negata anche se si nega di negarla); la responsabilità divina tra prescienza-precognizione e predeterminazione; il cambiamento di progetto di Dio "sopreso" dalle scelte fallimentari dell'uomo ecc...


GENESI 3:22-23 DICE... E GEOVA DIO PROSEGUÌ, DICENDO: “ECCO, L’UOMO È DIVENUTO SIMILE A UNO DI NOI CONOSCENDO IL BENE E IL MALE, E ORA PERCHÉ NON STENDA LA MANO E REALMENTE PRENDA ANCHE [DEL FRUTTO] DELL’ALBERO DELLA VITA E MANGI E VIVA A TEMPO INDEFINITO, . . .”
PER VIVERE IN ETERNO, ADAMO NON DOVEVA MANGIARE DELL’ALBERO DELLA CONOSCENZA DEL BENE E DEL MALE, MA DELL’“ALBERO DELLA VITA NEL MEZZO DEL GIARDINO”.
E qui c'è la dietrologia geovista della mortalità dell'anima. Sostenuta tenacemente nonostante i chiarissimi accenni neotestamentari alla sopravvivenza dell'uomo dopo la morte. Dell'uomo, ho scritto, e non del corpo che, confusionariamente, il geovismo chiama "anima". Così che troviamo nel gergo geovista le stranissime dizioni di "anima viva" e "anima morta".


GENESI 3:24 DICE..... E COSÌ CACCIÒ L’UOMO E POSE AD ORIENTE DEL GIARDINO DI EDEN I CHERUBINI E LA FIAMMEGGIANTE LAMA DI UNA SPADA CHE ROTEAVA CONTINUAMENTE PER CUSTODIRE LA VIA DELL’ALBERO DELLA VITA.
QUINDI MANGIARE DELL'ALBERO DELLA VITA AVREBBE SIGNIFICATO VIVERE A TEMPO INDETERMINATO( VITA ETERNA). QUESTO ERA IL PROPOSITO ORIGINALE DI DIO ( POI VEDREMO GLI SVILUPPI DERIVATI DAL PECCATO).
Una domanda al nostro giovane volenteroso. Ma perché mai il frutto di un albero avrebbe la proprietà di rendere immortali? Era un superconcentrato di vitamine? Come operava sul fisico? Lo rendeva invulnerabile come quello di Superman? Perché, sia ben chiaro, quando il geovismo parla di vita eterna intende alludere a un non invecchiamento delle cellule. Ma se a un TG che vive sulla terra paradisiaca dopo il millennio casca un albero in testa il suo cranio si spappola e muore. Non è invulnerabile. Altro è "vivere a tempo indeterminato" altro è non poter morire più (invulnerabilità", come il corpo riscuscitato di Cristo del quale la Bibbia dice "la morte non ha più potere su di lui".

IL PROPOSITO DI DIO CHE L'UOMO VIVA PER SEMPRE SULLA TERRA E' IN ARMONIA CON ALTRE SCRITTURE?
(SALMO 37:29) I GIUSTI STESSI POSSEDERANNO LA TERRA, E RISIEDERANNO SU DI ESSA PER SEMPRE.
(SALMO 37:9) ...POICHÉ I MALFATTORI STESSI SARANNO STRONCATI, MA QUELLI CHE SPERANO IN GEOVA SONO COLORO CHE POSSEDERANNO LA TERRA.
(SALMO 37:11) ...MA I MANSUETI STESSI POSSEDERANNO LA TERRA, E IN REALTÀ PROVERANNO SQUISITO DILETTO NELL’ABBONDANZA DELLA PACE.
(PROVERBI 2:21) 21 POICHÉ I RETTI SON QUELLI CHE RISIEDERANNO SULLA TERRA, E GLI IRRIPROVEVOLI QUELLI CHE VI RESTERANNO.
(MATTEO 5:5) 5 “FELICI QUELLI CHE SONO D’INDOLE MITE, POICHÉ EREDITERANNO LA TERRA...
Chissà perché mai tutti questi accenni alla terra che ora sembrano probanti, non hanno convinto il Canale di Geova per secoli e secoli...
Io penso che i TG dovrebbero aprirsi alla possibilità di ipotizzare che anche su questo punto, come altri di cui il CD ha dovuto fare ammenda e ripensamento, la Bibbia vada presa simbolicamente. La terra!una promessa costruita su una immagine che accendeva la fantasia e il desiderio in un popolo perennemente nomade e in cerca di una terra con meno sassi e deserto di quella che avevano sottomano! Pensare che lo scrittore sacro ha perfino definito "terra ove scorre latte e miele" quel lembo di palestina assolato e deserto solo perché ci scorreva un fiume e c'era perfino un lago; macché lago! Bisognava assolutamente promuoverlo e chiamarlo "mare di Galilea"! Forse potrà aiutare il considerare la progressività della meta agognata che fu dapprima la terra promessa e poi, con un magistrale colpo di spugna di Gesù, il "tu sarai con me" di cui il buon ladrone è stato il primo beneficiario (e nonostante che non fosse Unto!)


IN GIOV 14:2,4 GESU' DISSE AI SUOI DISCEPOLI ........: “NELLA CASA DEL PADRE MIO CI SONO MOLTE DIMORE. . . . VADO A PREPARARVI UN LUOGO. E SE SARÒ ANDATO E VI AVRÒ PREPARATO UN LUOGO, VERRÒ DI NUOVO E VI RICEVERÒ A CASA PRESSO DI ME”.
CHIARAMENTE SI PARLA DI UNA DIMORA CELESTE PERE ESSERI UMANI.
Chiaramente? Allora bisognerà dire anche che "oscuramente" si parla del doverlo preparare tal posto. Un progetto edilizio? E bisognerà anche – sempre sull'onda del letteralismo fondamentalista – dire che Gesù non ha affatto mantenuto la promessa perché non è venuto a prenderli dopo aver preparato il posto i discepoli-Apostoli, ma ve li ha introdotti, o meglio accolti, alla spicciolata man mano che morivano. Buon ultimo, San Giovanni 70 anni dopo.

IN NESSUNA DELLE SCRITTURE EBRAICHE SI PARLA DI SPERANZA CELESTE, MENTRE IN QUELLE GRECHE SI. COME SI CONCILIANO LE DUE COSE?
IN EFFETTI IN GV 14:2,3 GESU' DICE CHE SAREBBE ANDATO (FUTURO) A PREPARARE UN LUOGO PER I DISCEPOLI. QUESTO SIGNIFICA 1° CHE IL LUOGO ERA PER I DISCEPOLI 2° CHE IL LUOGO NON ERA ANCORA PRONTO ( QUINDI LE PERSONE PRIMA DI CRISTO NON POTERONO USUFRUIRNE).
Proviamo a fare anche noi i letteralisti e quindi correggiamo. Non è vero che Gesù disse che il luogo era per i discepoli. Lui stava parlando solo agli Apostoli. E perciò è "andare oltre ciò che è scritto" l'applicare la destinazione del cielo a tutti i cristiani del primo secolo, come fa il CD che li ritiene erratamente tutti Unti.

PERCHE' GESU' PARLA DI DUE GREGGI DIFFERENTI? FORSE LA SPERANZA DEI COMPONENTI I DUE GREGGI E' DIFFERENTE?
IN EFFETTI IN MT 5:5 GESU' DISSE.... FELICI QUELLI CHE SONO D’INDOLE MITE, POICHÉ EREDITERANNO LA TERRA... E IN GV 14:2 ..VADO A PREPARARVI UN LUOGO( RIFERENDOSI AL CIELO). QUINDI DUE SPERANZE DIVERSE.
Ecco qui un esempio di lettura eretica (dal greco airèo=scelgo) ove si sceglie un versetto e se ne trascurano altri che, se condiderati, smentiscono la tesi che si sta portando avanti. Si cita Matteo 5,5 per parlare di eredità terrestre alle persone miti. Ma si dimentica di considerare:
1)- Che in quello stesso discorso al v. 3 e 8 e 10 e 12 si parla di ricompensa celeste per varie categorie di persone. Se il buono e semplice popolo avesse dovuto capire quello che il geovismo insegna oggi avrebbe dovuto capire che quattro versetti lo invitavano al regno dei cieli mentre un versetto prometteva loro la terra paradisiaca. Una situazione un po' schizoide si direbbe;
2)- Che se è vero che l'unzione è iniziata solo a Pentecoste, allora Gesù, promettendo il cielo, ha mentito sia facendo questa promessa sia illustrandone le condizioni che richiedeva perché si avverasse. Infatti questo discorso lo ha fatto a tutte le persone che erano presenti lì sul monte, quindi anche a quelle che poi sono morte prima della discesa dello Spirito Santo. Tutta gente che si sarà sforzata per avere le qualità richieste dai vv 3-8-10-12 ma deluse perché non giunte all'unzione;
3)- Che non aveva assolutamente senso parlare di terra paradisiaca se poi a tutti i cristiani del primo secolo è stata conferita l'unzione per il reame dei cieli; e soprattutto se la terra paradisiaca era così chiaramente evidente che si è dovuto aspettare fino al 1935 per annunciare ufficialmente, in casa Geova, che non esiste solo la chiamata celeste!
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Re: la vita eterna dei tdg

Messaggioda Citocromo » ven giu 10, 2011 2:11 pm

Ma poi il nostro giovane ricercatore dovrebbe aver letto da qualche parte che senza la guida del CD nessuno capirebbe la Bibbia! Non è quindi lui a trarre dalla Bibbia queste cose che sostiene, ma è stato il CD a farlo. E gli ci sono voluti la bellezza di 1900 anni per riuscirci. E - amarus in fundo - vedendo anche i ripensamenti fatti su vari e gravi punti di dottrina, non è detto che al riguardo questa posizione attuale del CD sia quella definitiva.

Caro Sandro, Vengo in tuo aiuto con qualche citazione della letteratura geovista. Il nostro tdg in questione dovrebbe sapere che è impossibile arrivare alle dottrine geoviste, facendo a meno degli insegnamenti del CD.

"Così la Bibbia è un libro di organizzazione e appartiene alla congregazione cristiana come organizzazione, non a individui, indipendentemente dalla sincerità con la quale credano di poter interpretare la Bibbia. Per questa ragione la Bibbia non può essere debitamente capita senza tener presente la visibile organizzazione di Geova." (TOR 1-4-1968, p. 204)
“Non c'è dubbio, abbiamo tutti bisogno di aiuto per capire la Bibbia, e non possiamo trovare la guida di cui abbiamo bisogno per capire le Scritture al di fuori dell'organizzazione dello "schiavo fedele e discreto". (TOR 15-8-1981, p. 19)
Abbiamo la possibilità di mostrare amore per i fratelli che prendono la direttiva nella congregazione o nella visibile organizzazione mondiale di Geova. Questo include I'essere leali allo "schiavo fedele e discreto". (Matteo 24:45-47) Dobbiamo riconoscere il fatto che, per quanto potessimo aver letto la Bibbia, non avremmo mai imparato la verità per conto nostro. Non avremmo mai scoperto la verità riguardo a Geova, ai suoi propositi e alle sue qualità, al significato e all'importanza del suo nome, al Regno, al riscatto di Gesù e alla differenza fra l'organizzazione di Dio e quella di Satana né il motivo per cui Dio ha permesso la malvagità." (TOR 1 dicembre 1990, p. 19)
Quindi, senza l'insegnamento del CD non si può scoprire la verità riguardo "ai suoi propositi" (ergo anche quello per la terra) e al Regno.

Nota:
Nella TOR 15-08-1982, pagg. 28-29, colonna di destra, vengono criticati i tdg che non seguono pedissequamente i dettami della WTS e che, come il nostro tdg, vogliono leggere la Bibbia da soli, illudendosi di capirla (anche se il nostro tdg non sta leggendo da solo la Bibbia, ma sta - inconsciamente o volutamente? - seguendo l'esegesi geovista): “14 Di tanto in tanto, nelle file del popolo di Geova, sorgono alcuni che, come il Satana originale, adottano un modo di pensare critico e indipendente. […] Affermano che è sufficiente leggere esclusivamente la Bibbia, da soli o in piccoli gruppi a casa. Ma, cosa strana, mediante questo tipo di ‘lettura biblica’ sono tornati indietro proprio alle dottrine apostate che i commentari del clero della cristianità insegnavano cento anni fa, e alcuni hanno persino ricominciato a celebrare le feste della cristianità, come i Saturnali romani del 25 dicembre! […]”.
Ora, sulla base delle precedenti asserzioni del CD, perchè questa dovrebbe essere una "cosa strana"? Non ha detto prima che è impossibile arrivare alle verità per conto proprio? Inoltre, perchè accusare la Chiesa Cattolica di aver strappato la Bibbia al popolo (vedere SaIvezza - 1939, p. 242), se poi, grazie alla lettura per conto proprio, si sarebbe arrivati comunque alle dottrine apostate della cristianità e a celebrare le feste della cristianità???
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Re: la vita eterna dei tdg

Messaggioda catechista » ven giu 10, 2011 3:52 pm

Sandro ha scritto

SALMO 115:16 DICE..RIGUARDO AI CIELI, I CIELI APPARTENGONO A GEOVA, MA LA TERRA L’HA DATA AI FIGLI DEGLI UOMINI”.
Da nessuna parte? E Gesù che dice "venite benedetti dal Padre mio, prendete possesso del regno preparato per voi sin dalla fondazione del mondo?" (Matteo 25,34)
Non si sprechi il giovane TG a spiegarci che geovisticamente per "prima della fondazione del mondo" si deve intendere per mondo l'umanità susseguente ai progenitori (cioè i figli di Adamo). Sarebbe troppo facile mostrare come in questo passo non è affatto la Bibbia a guidare la riflessione del CD ma il contrario; è il CD a torcere la Bibbia alla sua veduta perché il testo sacro sconfessa la sua dottrina.

Io però dico
caro presidente, sarà pure facile per te mostrare quanto dici, ma per me, che ho ancora molta strada da fare per diventare esperta in geovismo, non potresti spiegare in che consiste il travisamento riguardo a "prima della fondazione del mondo"?
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Re: la vita eterna dei tdg - rispondo a Catechista

Messaggioda Sandro » sab giu 11, 2011 8:31 am

Anzitutto ringrazio moltissimo Citocromo per le preziosissime citazioni fornite e che mi fanno venire la tentazione di nominarlo topo di biblioteca ufficiale del nostro forum.

Venendo alla tua domanda debbo spiegare come sono intrecciate le varie dottrine che portano il CD a sostenere che per "prima della creazione del mondo" la Bibbia non intenderebbe parlare del mondo fisico ma del mondo umanità, e per giunta escludendovi i progenitori (ma non perché li ritenga non umani).

Su questo punto, a mio avviso, il geovismo mostra la sua radicale irriducibilità al pensiero sia filosofico che cristiano nel concepire la divinità. In pratica esso nega la divinità del Creatore riducendo Dio ad immagine dell'uomo: calato nel tempo (e nello spazio), non onnisciente, e che impara a conoscere l'uomo studiandone il comportamento.
La teoria fondamentale è quella della prescienza divina che il geovismo, a torto, intende come causante automaticamente la predestinazione. Cioè, si ritiene, che, se Geova una cosa la preconosce, questa non potrà che accadere necessariamente. E questo concetto di "necessariamente" comporta che sia Geova stesso a far andare le cose affinché nulla ostacoli il corso degli eventi così che si realizzi ciò che lui ha preconosciuto.

Naturalmente noi cattolici diciamo che Dio, dal momento che tiene in essere tutta la realtà creata, è obbligatoriamente onnipresente ovunque vi sia una realtà creata. E poiché è Lui ad aver creato le cose ne conosce la struttura senza doverla "studiare", ed essendo oltre il tempo e lo spazio, conosce per filo e per segno ogni evento (libero umano o necessario causato da leggi fisiche) della storia passata presente e futura. Egli preconosce e predetermina solo eventi in cui non c'entra la libertà umana (lo fa ad es. nei miracoli).
Se è vero (come è certo) che l'uomo si muove con libertà di arbitrio (cosa che il geovismo ammette) vorrà dire che Dio ha previsto il suo futuro tenendo conto del suo libero agire. Così Egli può prevedere il moto dei corpi celesti (obbligato da leggi fisiche) e parimenti l'agire umano deciso libera-mente dall'uomo, senza causare né nel primo caso né nel secondo l'evento risultante. Preconoscere cioè non è predeterminare, predestinare, costringere, causare l'evento. L'evento, cui è collegata la responsabilità, dipende dalla rispettiva causa efficiente, che nel caso dell'uomo non è la conoscenza divina ma la libertà umana che capisce e vuole in modo autonomo.
Si potrebbe senz'altro dire che ci rimane difficile capire come faccia Dio a tenere insieme la sua preconoscenza e la nostra libertà, cui è collegata la relativa responsabilità che, in rapporto alle scelte etiche andrà sanzionata da Lui. Ma è un dato di evidenza - e contra factum non valet argumentum! - che noi siamo liberi, giacché possiamo volere e disvolere, fare od omettere, una azione a piacimento; ed è anche sicuro che Dio ha davanti ai suoi occhi tutto il corso della storia in tutti i suoi minimi particolari prima che questa si svolga (e fin qui stiamo a due dati di teologia razionale).
Se però alla nostra mente rimane difficile capire il come, la rivelazione divina viene a confermarci la verità del fatto. Nella Bibbia infatti Dio dichiara espressamente sia che l'uomo è libero sia che è responsabile ("Ecco io pongo davanti a te la vita e la morte, la benedizione e la maledizione..." Deuteronomio 30,19) ed è pertanto certissimo che nessuno potrebbe scusarsi di aver scelto la "maledizione" tirando in ballo la prescienza di Dio come causa efficiente della propria scelta malvagia.

Ebbene il geovismo, lodevolmente preoccupato di discolpare Dio, ma impaniato dalla sua identificazione tra prescienza e predeterminazione o predestinazione, è costretto ad ipotizzare un Dio non onnisciente. O meglio onnisciente a condizione che voglia dare uno sguardo al futuro umano, studiando l'uomo e indovinando (tramite il calcolo di tutte le variabili) cosa deciderà di fare. E così, per quanto riguarda il peccato originale dice che Dio non ha voluto guardare nel futuro di Adamo ed Eva! Per non avere colpa del di loro peccato avendolo predeterminato e reso fatale con il suo solo saperlo. Un cumulo di evidenti assurdità! (cf le Note)

Applichiamo allora questa concezione alla "fondazione del mondo".
Poiché il provvedimento di creare una classe di Unti Geova l'avrebbe escogitato in riparazione del peccato di Adamo, e poiché è solo agli Unti che è promesso il regno dei cieli (ma qui c'è un bella contraddizione che esaminerò in altro post), ecco che Gesù, parlando del regno e dicendo "venite benedetti dal Padre mio, prendete possesso del regno preparato per voi sin dalla fondazione del mondo", non poteva riferirsi alla fondazione del mondo fisico perché la sua fondazione ha preceduto la colpa adamica. Questa fondazione del mondo insomma doveva essere collocata per forza dopo il peccato originale. Ed ecco allora la trovata: la Bibbia quando dice "mondo" non intende sempre quello fisico, a volte intende dire la gente. Allora la fondazione del mondo potrebbe essere intesa come l'inizio fondativo della produzione della futura famiglia umana. Ma anche in questo caso bisognava escludere da tale famiglia Adamo ed Eva altrimenti il rimedio sarebbe stato inventato prima del male da riparare. Conclusione: per mondo in quel passo la Bibbia intenderebbe solo i figli di Adamno ed Eva, tutti nati nell'imperfezione dovuta al peccato d'origine e bisognosi del rimedio apportato appunto dalla classe degli Unti, chiamata poi "Congregazione" e anche "moglie di Cristo". Geova quindi avrebbe pensato agli Unti, per i quali avrebbe preparato un Regno, sin da quando Adamo ed Eva cominciarono ad avere dei figli, a produrre il mondo-umanità.

Ma non finisce qui. Se si chiedesse al geovismo se Geova preconosceva sin da quando progettò la Congregazione degli Unti le singole persone degli Unti futuri, esso risponderebbe di no. Direbbe che li conosceva solo nel loro insieme "come classe", per due ragioni: la prima era che non avendo alcun riferimento per scrutare un futuro così lontano e nessun segnale da studiare dei singoli Unti ancora neanche concepiti, non poteva sapere quali sarebbero stati; la seconda fa ancora perno sul dovere di sfatare ogni colpa di Geova che, ignorandone l'identità, non sapeva e quindi non è responsabile del fatto che poi alcuni Unti da lui scelti nel corso della storia hanno apostatato finendo come... ciambelle venute senza buco all'Infallibile Pasticciere.
____________________________________________________________________________
Note (tutte tratte da "Ragioniamo facendo uso delle Scritture"
Ecco qualche testo che dimostra come il Geovismo è convinto che preconoscere, da parte di Geova equivale a predeterminare, predestinare, condizionare, costringere la libertà umana.
Parlando della preveggenza divina:
«... poteva prevederne l'esito. In modo analogo, un meteorologo può prevedere il tempo con notevole accuratezza in base a quello che osserva, ma non è lui a determinarlo né è detto che gli piaccia).» (p. 100)
Parlando di Adamo ed Eva:
«Incoraggereste i vostri figli a impegnarsi in un'impresa che prospetta un futuro meraviglioso, sapendo fin dall'inizio che è destinata a fallire? Li mettereste in guardia contro qualche pericolo, pur avendo già programmato tutto affinché si mettano di sicuro nei guai? E' ragionevole quindi attribuire a Dio una cosa del genere?» (p. 101)
«Se Dio avesse predestinato e preconosciuto il peccato di Adamo e tutto ciò che ne è scaturito, allora sarebbe stato Dio a dare il via, creando Adamo, a tutta la malvagità perpetrata durante la storia umana. Sarebbe stato Lui la Fonte di tutte le guerre, la delinquenza, l'immoralità, l'oppressione, la menzogna, l'ipocrisia, le malattie.» (p. 101)

Ed ecco altri testi che dimostrano come Geova abbia una preveggenza condizionata da segni che deve studiare per sapere come andranno le cose.
Parlando di Esaù e Giacobbe, riguardo al più vecchio che avrebbe servito il più giovane:
«(Geova era in grado di leggere il programma genetico dei gemelli che dovevano nascere. Può averne tenuto conto nel prevedere le caratteristiche che ciascuno dei due ragazzi avrebbe sviluppato e nel predire l'esito.» (p. 102)
Gesù, in questa preveggenza è pari a Geova. Niente di più che semplice uomo, ha la stessa possibilità di Geova. Parlando di Giuda:
«"dal principio Gesù sapeva... chi era quello che l'avrebbe tradito". (Non dal principio della creazione, né dal momento della nascita di Giuda, ma "dal principio" del suo comportamento sleale.» (p. 102)
Parlando di Gesù: «"Un ramoscello deve spuntare dal ceppo di Iesse;...... e presso di lui ci sarà gioia nel timore di Geova". (Geova poté predire questo riguardo a suo Figlio perché ne aveva osservato il modo di pensare e di agire in cielo sin dal principio della creazione).» (pp. 99-100)
Parlando del popolo di Israele: «(Si noti che la capacità di Dio di discernere il risultato della loro condotta non significava che ne fosse responsabile o che gli fosse gradita, ma in base a quello che facevano poteva prevederne l'esito.» (p. 100)

Ed ecco la prova che, riguardo alla prima colpa di Adamo, Geova ha preferito non guardare il futuro; futuro che però, volendo, avrebbe potuto conoscere, se non prima di crearlo, almeno dopo averlo creato e... studiato a puntino nelle sue tendenze. Il che ci obbligherà ad un altro post sul tema...
«Chi possiede una radio può ascoltare le notizie da varie parti del mondo. Ma il fatto che possa sintonizarsi su una certa stazione non vuol dire che lo faccia. Deve prima accendere la radio e poi scegliere la stazione. In maniera simile, Geova ha la capacità di preconoscere gli avvenimenti, ma la Bibbia mostra che Dio usa questa capacità in modo selettivo e discrezionale, con il dovuto riguardo per il libero arbitrio di cui ha dotato la sua creazione umana.» (p. 101) Viene da chiedersi: ma Geova controlla o no continuamente l'agire umano di ciascuno per stabilire se è etico o no? O forse può sospendere questa funzione per qualcuno, il quale potrà peccare in incognito?
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Re: la vita eterna dei tdg

Messaggioda Sandro » sab giu 11, 2011 9:16 am

(seguito e concludo l'analisi della lettera del TG mandata ad Opepo)

3.
MA PERCHE' IL PICCOLO GREGGE DOVEVA ANDARE IN CIELO?
SAPPIAMO CHE DIO SCELSE GESÙ PERCHÉ FOSSE RE DEL SUO REGNO. PERO' DA LUCA 22:29. SI CAPISCE CHE ALTRI DEVONO REGNARE INSIEME A CRISTO NEL CELESTE GOVERNO DI DIO.... “IO FACCIO UN PATTO CON VOI”, DISSE GESÙ AI SUOI APOSTOLI, “COME IL PADRE MIO HA FATTO UN PATTO CON ME, PER UN REGNO”.
QUESTO E' IN ARMONIA CON QUANTO DISSE PAOLO A TIMOTEO IN 2 TM 2:12: “SE CONTINUIAMO A PERSEVERARE, INSIEME PURE REGNEREMO”.
Ahimé, siamo proprio su schemi interpretativi opposti! Il geovismo si fissa sul Regno e sul relativo governo e dice che questo sarebbe l'insegnamento della Bibbia. Ma la Bibbia parla del regno allo stesso modo che parla di ovile, vigna, casa del Padre, cielo, vita eterna, gaudio del tuo Signore, città di Dio, Gerusalemme celeste e via metaforando... Quante altre connessioni, fantasiose potremmo ricavare per ciascuna di queste immagini se volessimo?
Se io fossi un TG, obbediente all'invito di avere un'attitudine berana, mi chiederei anche, sia in relazione agli Unti che alle Altre pecore ammesse a vivere eternamente su una terra paradisiaca: che cosa governeranno i 144.000 quando non ci sarà più nulla da governare perché Geova stesso sarà il governante dopo il millennio? Davvero gli Unti saranno ancora più felici, nel loro celibato obbligatorio, dei normali TG che hanno famiglia? E quando sarà terminata la immaginata grande opera di insegnamento della Bibbia e dei rotoli che faranno? E quando, con un'eternità a disposizione, il supercervello di ogni TG, capace di imparare e memorizzare di tutto e di più, avrà esaurito la conoscenza dell'universo così che non avrà più senso recarsi in alcun luogo perché visitato migliaia di volte; né sarà il caso di raccontare una barzelletta perché sentita letteralmente un milione di volte; o fare una partita a scacchi (ora sono proibiti perché "gioco competitivo" ma domani chissà) perché ognuno dei giocatori avrà memorizzato tutte le mosse possibili dell'avversario e questo le possibili contromosse? (in tal caso la filosofia direbbe che si arriverebbe all'òs phytòn aristotelico!). E quando, messo lo stop alla procreazione (che è già riservata ai soli sopravvissuti di Armaghedon, giacché ne sono esclusi i risuscitati anche se tutti progressivamente rimessi a nuovo nel fisico in tutti i suoi aspetti) quando dico avremo che un bimbo risuscitato cerca la sua mamma finita distrutta o una sposa, sopravvissuta ad Armaghedon, pensava di riunirsi a suo marito che, nonostante risuscitato, non avrà diritto a figliare con lei?
Non sono tutte domande legittime e intelligenti che mostrano delle contraddizioni insuperabili? Insuperabili per chi immagina la vita eterna dopo la "fine del mondo" sulla falsariga di quella condotta ora sulla terra. Non già per chi crede, con la Bibbia, che "occhio mai vide né orecchio udì ciò che ha riservato Dio per coloro che lo amano" e soprattutto credono che sì, la sostanza della felicità eterna sta proprio nell'entrare nel gaudio del Signore. Lui è il nuovo cielo e la nuova terra, il "tutto in tutti" che fa impallidire ogni altro fantasioso desiderio.


IN EFFETTI NELLE SCRITTURE GRECHE SI PARLA DI SPERANZA CELESTE PERCHE' SONO STATE SCRITTE (IN PARTICOLARE LE LETTERE) A BENEFICIO DI QUELLI CHE GOVERNERANNO IN CIELO CON CRISTO. QUESTO NON ESCLUDE L'ADEMPIMENTO DEL PROPOSITO DIVINO CHE L'UOMO DEBBA VIVERE PER SEMPRE SULLA TERRA,
Proposito sì ma non divino. E' invenzione del CD, ed è stata escogitata solo nel 1935 perché allora non era più sostenibile la pressione dei milioni di TG che aspiravano alla salvezza da cui erano esclusi perché non Unti.

ORA IL CUADRO [sic! e dire che sulla tastiera C e Q sono distantucci] E' COMPLETO. SE ADAMO ED EVA NON AVESSERO PECCATO SAREBBERO VISSUTI PER SEMPRE SULLA TERRA. QUESTO ERA IL PROPOSITO DI DIO. PER RISCATTARE IL PECCATO DIO HA MANDATO SUO FIGLIO PER STABILIRE UN REGNO CELESTE CHE AVREBBE GOVERNATO LA TERRA.
Ripeto per l'ultima volta. Se era davvero questo il proposito di Dio, allora il geovismo è condotto da una Dirigenza incapace di capire le Scritture. C'è voluta la pressione di una folla crescente (un fatto "politico" che ha dettato una soluzione "opportunistica"?) per capire che questo era sin dall'inizio il proposito di Dio e che Cristo ha recuperato?

SENZA IL PECCATO NON CI SAREBBE STATO BISOGNO DEL SACRIFICIO DI CRISTO. CRISTO NON SAREBBE DOVUTO VENIRE SULLA TERRAE NON AVREBBE DOVUTO STABILIRE UN REGNO “SUPPLEMENTARE” NEI CIELI. NON CI SAREBBE STATO BISOGNO DI GOVERNANTI CELESTI “COMPRATI” DAL GENERE UMANO.
DIO AVREBBE GOVERNATO DIRETTAMENTE COME LO AVEVA FATTO CON ADAMO ED EVA.
Cristo, o meglio il Figlio di Dio, ben diverso da Michele come lo identifica il geovismo (e che qui il Nostro eroe non menziona mai), non ha mai dovuto venire sulla terra. L'incarnazione è stata una libera e gratuita scelta del Figlio, approvata dal Padre e dallo Spirito. E, come ho già detto (opinione teologica diffusa che condivido), era già in progetto da prima della fondazione del mondo e quindi da prima che Adamo ed Eva peccassero. Se cioè non avessero peccato l'incarnazione avrebbe avuto tutto un altro andamento ma ci sarebbe stata lo stesso. Sarebbe stata di nessuna sofferenza e solo di gloria. Pensando all'amore immenso di Dio per le sue creature ritengo che non è pensabile che Dio Figlio avrebbe rinunciato a donare all'umanità quel di più che le deriva dal di lei inserimento nel Suo Corpo, come tralci alla Vite, come membra al Corpo di cui è Capo. Dopo il peccato questo stesso progetto è stato attuato olre che per grazia anche per recupero di una santià perduta, per soddisfazione della divina giustizia, per dimostrare all'uomo (che è abbastanza di coccio se non riesce a strabiliarsi davanti alla creazione) fino a che punto Gesù-Dio lo ama, così da essere disposto a pagare moltissimo ciò che poteva ottenere con una sola lacrima, una sola goccia di sangue.

QUESTA E' LA LOGICA DISARMANTE DELLA BIBBIA (ALMENO PER ME).
E questa è la logica, abbastanza armata ma solo di bereanità , della mia ragione di fronte a queste spiegazioni geoviste.

QUESTO E' IL MODO IN CUI IO STUDIO LA BIBBIA. QUESTO E' IL CIBO SOLIDO DI CUI PARLA LA BIBBIA.
Non mettiamo in mezzo la Bibbia per favore. Diciamo, più correttamente, "di cui parla il vostro CD, utilizando la Bibbia in un certo modo e perfino addomesticandone la traduzione quando non gli basta la sola interpretazione per piegarla alla sua ideologia".

LE SUPPOSIZIONI O LE FILOSOFIE UMANE NON MI INTERESSANO.
Contento tu, fratello mio. Io ti dico che intanto, lo ammetta no, ne sia cosciente o no, ne digerisci parecchie di supposizioni escogitate dal tuo CD. Quanto al disprezzare le "filosofie umane" (altra trovata inculcata e ripetuta dal CD giacché è un refrain che si incontra continuamente) forse ti sorprenderà apprendere che ci sono delle "filosofie" che sono sistemi di pensiero discutibili, a volte anche strampalati. Ma che esse si studiano nella "storia della filosofia" e non se si fa filosofia, che non stupidamente esiste ancora tra le materie di studio universitarie. Comprendere nel loro mazzo fasullo e condannare anche quella filosofia che è fatta di logica (che è un ramo della filosofia!) che tutti facciamo anche non volendo farla e che S. Paolo stesso, nella lettera ai Romani, adopera - con tanto di: 1) partenza dalla oggettività del reale 2) applicazione dei principi di causalità e di ragione sufficiente 3) e di criterio di evidenza con tanto di sillogismo - significa non capire cosa si sta dicendo.

Perché non facciamo piuttosto delle considerazioni un po' più spicciole ma determinanti? Per esempio un po' di ragionamenti sul numero degli Unti rimanenti? O sulla individuazione dello Schiavo fedele e discreto nel corso della storia?
Attento però, prima di accettare, giovane amico! In tal caso ci servirà la matematica che, quando dice una cifra e da questa ne sottrae un'altra esige che si adoperi la logica filosofica per avere una sottrazione e non una addizione per risultato. Adoperare il "se tanto mi dà tanto" è fare filosofia! :D

FINE
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Re: la vita eterna dei tdg

Messaggioda Generale Specifico » lun giu 13, 2011 8:05 pm

Complimenti per l'analisi puntuale e dettagliatissima. L'ho letta tutta di un fiato.

:D
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Re: la vita eterna dei tdg

Messaggioda opepo » lun giu 13, 2011 10:46 pm

Innanzitutto ringrazio...per il tempo dedicato al 3d...poi per essere sincero devo dichiarare che lo scritto in maiuscolo che mi è stato inviato è stato posto così da questo tdg per potersi insinuare tra i miei scritti in modo da distinguersi...sono io che poi ho raccolto e rinviato su questo forum...ed...essendo io un imbranato col computer (anche)...non sono riuscito a cambiare la scrittura dal maiuscolo al minuscolo

Inoltre questo nostro tdg non è un giovane tdg ma un veterano (circa 20 anni di militanza...con incarichi speciali)...e penso che ...per ora ..non verrebbe mai in questo forum ...anzi penso che se sapesse che faccio parte di questo forum come di altri...forse eviterebbe di scrivermi...e...siccome ci tengo a questa persona...vorrei evitare d' interrompere la nostra discussione.

ma a parte questi inutili dettagli volevo approfittare per chiedere ulteriori delucidazioni

Leggo:
Fatica sprecata per noi, fratello. Noi non prendiamo alla lettera quel discorso circa la distruzione della terra. E' linguaggio apocalittico. Un genere letterario che, tramite immagini fantasiose, vuole indicare uno sconvolgimento radicale, una palingenesi operata dallo Spirito di Dio. La terra, e con lei il cosmo, potrebbe restare in eterno come capolavoro di Dio........

Posso aver letto male se da qualche altra parte si sostiene che la terra (secondo il credo cattolico) abbia una reale fine...e aver capito peggio...che si presuppone un eventuale ritorno su di una terra con un corpo glorioso?

Lo chiedo perchè nel parlare con questo tdg ho sostenuto proprio questo...e purtroppo...sempre per colpa mia( sono limitato nella comprensione) il catechismo della CC non mi chiarisce questo punto
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Re: la vita eterna dei tdg

Messaggioda Sandro » mar giu 14, 2011 2:03 pm

opepo ha scritto:Innanzitutto ringrazio...per il tempo dedicato al 3d...
ma a parte questi inutili dettagli volevo approfittare per chiedere ulteriori delucidazioni

Leggo:
Fatica sprecata per noi, fratello. Noi non prendiamo alla lettera quel discorso circa la distruzione della terra. E' linguaggio apocalittico. Un genere letterario che, tramite immagini fantasiose, vuole indicare uno sconvolgimento radicale, una palingenesi operata dallo Spirito di Dio. La terra, e con lei il cosmo, potrebbe restare in eterno come capolavoro di Dio........

Posso aver letto male se da qualche altra parte si sostiene che la terra (secondo il credo cattolico) abbia una reale fine...e aver capito peggio...che si presuppone un eventuale ritorno su di una terra con un corpo glorioso?

Lo chiedo perchè nel parlare con questo tdg ho sostenuto proprio questo...e purtroppo...sempre per colpa mia( sono limitato nella comprensione) il catechismo della CC non mi chiarisce questo punto


Mentre affido alla ricerca testuale dei nostri giovani teologi di trovare testi illuminanti sull'argomento, io ti chiarisco quello che so, oltre ciò che ho detto:

- Il punto fondamentale, insegnato dalla Chiesa da secoli, è che "al momento siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato rivelato, sappiamo solo che saremo simili a Lui perché lo vedremo così come egli è" e, come la Bibbia dice altrove, il nostro corpo, con la risurrezione, sara rimodellato alla guisa del corpo glorioso di Cristo. E qui siamo in pieno mistero giacché sappiamo il cosa sarà ma non il come sarà. Dio cioè non lo ha rivelato;

- altro punto connesso è che l'essenza del "gaudio del tuo Signore" consiste nella visione beatifica, il "vederlo come Egli è". E già questo "vedere" va inteso in senso misterioso giacché non è visione oculare e Dio non ha corpo. E, infine, alla natura umana dovrà essere aggiunto il "lumen gloriae" perché tale visione sia possibile. Chi è che sa in che consista venga a spiegarcelo. E' un dono aggiuntivo alla semplice grazia che hanno solo i beati;

- i "nuovi cieli e nuova terra" sono metafora, alla pari della reggia, ovile, banchetto celeste ecc... e quindi non si riferiscono a questo mondo fisico, per quanto il mondo fisico, dal momento che è intimamente legato all'uomo, dovrà partecipare, Dio sa come, del rinnovamento che avverrà alla risurrezione;

- sembra che al mondo fisico si riferisca quell'accenno biblico che parla di redenzione del cosmo che attende, come soffrendo i dolori del parto, la liberazione. Ma essa potrebbe essere inclusa tutta nella trasformazione gloriosa dei "figli di Dio" che, come sappiamo, riassumono nella loro storia e concentrano in sé avendoli inglobati con la conoscenza tutti i regni inferiori (minerale, vegetale, animale) e tutti i prodotti della vicenda umana (storia, arte, invenzioni, santità...). Insomma il cosmo potrebbe essere portato in paradiso con noi restando in noi. Questa è la visuale che credo quasi esclusiva in tanti secoli;

- a quanto ne so, il discorso di una trasformazione in meglio del mondo fisico, e quindi di una sua permanenza indefinita, è stato sviluppato dalla teologia contemporanea e accolto dal Magistero (come si vede dagli accenni che ne fa il CCC che riporto in calce). Ma il problema del come e del senso restano misteriosi. Per capirci di più bisognerebbe rispondere a varie domande. Ad es. a che servirebbe? come si concilia l'assenza di tempo, caratteristica specifica dell'eternità, e di spazio, caratteristica specifica dei corpi risuscitati, con un mondo che mantiene le sue caratteristiche spazio-temporali? E come conciliare la permanenza integra della terra con i dati certi dell'astrofisica?... ecc... Ma, come detto, resto aperto ad ogni gradito aggiornamento ci venisse prestato da chi ha studi teologici più aggiornati. Per quanto, avendolo paragonato il cosmo-creazione - e tale rimane! - al "contorno" rispetto alla "pietanza" promessa da Gesù ai "benedetti dal Padre suo", il nostro interesse su tale tematica dovrebbe essere molto relativizzato.
********************************************************************************
Ecco i dati del CCC circa i nuovi cieli e nuova terra (fonte: sito del Vaticano)

VI. La speranza dei cieli nuovi e della terra nuova

1042 Alla fine dei tempi, il Regno di Dio giungerà alla sua pienezza. Dopo il Giudizio universale i giusti regneranno per sempre con Cristo, glorificati in corpo e anima, e lo stesso universo sarà rinnovato:

Allora la Chiesa. . . avrà il suo compimento. . . nella gloria del cielo, quando verrà il tempo della restaurazione di tutte le cose e quando col genere umano anche tutto il mondo, il quale è intimamente unito con l'uomo e per mezzo di lui arriva al suo fine, sarà perfettamente ricapitolato in Cristo [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 48].

1043 Questo misterioso rinnovamento, che trasformerà l'umanità e il mondo, dalla Sacra Scrittura è definito con l'espressione: “i nuovi cieli e una terra nuova” (⇒ 2Pt 3,13) [Cf ⇒ Ap 21,1 ]. Sarà la realizzazione definitiva del disegno di Dio di “ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra” (⇒ Ef 1,10).

1044 In questo nuovo universo, [Cf ⇒ Ap 21,5 ] la Gerusalemme celeste, Dio avrà la sua dimora in mezzo agli uomini. Egli “tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno perché le cose di prima sono passate” (⇒ Ap 21,4) [Cf ⇒ Ap 21,27 ].

1045 Per l'uomo questo compimento sarà la realizzazione definitiva dell'unità del genere umano, voluta da Dio fin dalla creazione e di cui la Chiesa nella storia è “come sacramento” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 1]. Coloro che saranno uniti a Cristo formeranno la comunità dei redenti, la “Città santa” di Dio (⇒ Ap 21,2), “la Sposa dell'Agnello” (⇒ Ap 21,9). Essa non sarà più ferita dal peccato, dalle impurità, [Cf ⇒ Ap 21,27 ] dall'amor proprio, che distruggono o feriscono la comunità terrena degli uomini. La visione beatifica, nella quale Dio si manifesterà in modo inesauribile agli eletti, sarà sorgente perenne di gaudio, di pace e di reciproca comunione.

1046 Quanto al cosmo, la Rivelazione afferma la profonda comunione di destino fra il mondo materiale e l'uomo:


La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio. . . e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione. . . Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo (⇒ Rm 8,19-23).

1047 Anche l'universo visibile, dunque, è destinato ad essere trasformato, “affinché il mondo stesso, restaurato nel suo stato primitivo, sia, senza più alcun ostacolo, al servizio dei giusti”, partecipando alla loro glorificazione in Gesù Cristo risorto [Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, 5, 32, 1].


1048 “ Ignoriamo il tempo in cui avranno fine la terra e l'umanità, e non sappiamo il modo in cui sarà trasformato l'universo. Passa certamente l'aspetto di questo mondo, deformato dal peccato. Sappiamo, però, dalla Rivelazione che Dio prepara una nuova abitazione e una terra nuova, in cui abita la giustizia, e la cui felicità sazierà sovrabbondantemente tutti i desideri di pace che salgono nel cuore degli uomini” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 39].

1049 “Tuttavia l'attesa di una terra nuova non deve indebolire, bensì piuttosto stimolare la sollecitudine nel lavoro relativo alla terra presente, dove cresce quel corpo dell'umanità nuova che già riesce a offrire una certa prefigurazione che adombra il mondo nuovo. Pertanto, benché si debba accuratamente distinguere il progresso terreno dallo sviluppo del Regno di Cristo, tuttavia, nella misura in cui può contribuire a meglio ordinare l'umana società, tale progresso è di grande importanza” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 39].


1050 “Infatti. . . tutti i buoni frutti della natura e della nostra operosità, dopo che li avremo diffusi sulla terra nello Spirito del Signore e secondo il suo precetto, li ritroveremo poi di nuovo, ma purificati da ogni macchia, illuminati e trasfigurati, allorquando Cristo rimetterà al Padre il Regno eterno e universale” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 39]. Dio allora sarà “tutto in tutti” (⇒ 1Cor 15,28), nella vita eterna:

La vita, nella sua stessa realtà e verità, è il Padre, che attraverso il Figlio nello Spirito Santo, riversa come fonte su tutti noi i suoi doni celesti. E per la sua bontà promette veramente anche a noi uomini i beni divini della vita eterna [ San Cirillo di Gerusalemme, Catecheses illuminandorum, 18, 29: PG 33, 1049, cf Liturgia delle Ore, III, Ufficio delle letture del giovedì della diciassettesima settimana. [Paolo VI, Credo del popolo di Dio, 28.]
***************************************************************
A petto di tali dichiarazioni, che svelano ma onestamente lasciano anche velato ciò che in fondo è mistero, abbiamo una fantasmagoria di opinioni da parte di varie denominazioni, movimenti, privati, ecc... Internet ne raccoglie di tutte e di più :D
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Re: la vita eterna dei tdg

Messaggioda GrisAdmi » sab giu 18, 2011 10:35 am

Ecco come il cosiddetto Catechismo Romano illustra la dottrina della risurrezione dei morti:

133 Tutti gli uomini risorgerannoSarà inoltre necessario spiegare, secondo la dottrina dell'Apostolo, quali debbano essere i risuscitati alla vita; poiché, scrivendo ai Corinzi, egli dice: "Come in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti saranno vivificati" (1 Cor 15,22). Prescindendo dunque da qualsiasi differenza di buoni e cattivi, tutti, pur non avendo la stessa sorte, risorgeranno da morte: quanti fecero il bene, in risurrezione di vita; quanti fecero il male, in risurrezione di condanna (Gv 5,29).

Quando diciamo tutti vogliamo indicare tanto quelli che al momento del giudizio saranno già morti, quanto quelli che moriranno. San Girolamo infatti scrive che la Chiesa ammette l'opinione che tutti dovranno morire, nessuno eccettuato, e che questa è più vicina al vero (Epist. ad Minerv., 119); la stessa opinione è anche quella di sant'Agostino (De civit. Dei, 20, 20). Né a essa contraddice quel che l'Apostolo scrive ai Tessalonicesi: "Quelli che morirono in Cristo, risorgeranno i primi; in seguito, noi che viviamo, che siamo rimasti, verremo rapiti nell'aria, insieme con quelli, incontro a Cristo" (1 Ts 4,16). Sant'Ambrogio infatti spiegando questo passo, dice: "Nello stesso rapimento verrà prima la morte come in un sopore, di modo che l'anima uscita ritorna in un attimo. Nell'essere sollevati moriranno, affinché giungendo presso il Signore ricevano la vita per la presenza del Signore; perché con il Signore non possono esserci morti" (Comm. in 1 epist. ad Thes., 4, 16). Tale opinione viene approvata dall'autorità di sant'Agostino nella Città di Dio (ibid.).




134 Risorgerà il corpo di ciascuno

Ma poiché è molto importante la certezza che sia lo stesso e identico corpo di ciascuno di noi, quantunque corrotto e ridotto in polvere, a risuscitare alla vita, il parroco deve accuratamente spiegarlo. Tale è il pensiero dell'Apostolo quando dice: "Quest'essere corruttibile deve rivestirsi di incorruzione" (1 Cor 15,53), volendo manifestamente indicare con il termine questo, il proprio corpo. Anche Giobbe profetizzò di esso in modo chiarissimo dicendo: "E nella carne mia vedrò il mio Dio; lo vedrò io stesso, i miei occhi lo mireranno e non un altro" (19,26). Ciò risulta dalla stessa definizione della risurrezione; infatti essa, secondo il Damasceno, è un richiamo a quello stato dal quale sei caduto (Exp. fidei, 4, 27).

Finalmente, se consideriamo la ragione già sopra indicata per cui avverrà la risurrezione, non ci può essere alcun dubbio in proposito. Dicemmo infatti che i corpi saranno resuscitati, affinchè abbia ciascuno quel che è dovuto al suo corpo, secondo quel che operò, sia di bene, sia di male (2 Cor 5,10). L'uomo deve dunque necessariamente risorgere nello stesso corpo, con cui servì a Dio o al demonio, per ricevere con il medesimo corpo le corone del trionfo e i premi o per soffrire le pene e i supplizi.




135 Il corpo risorgerà integro

E non risorgerà solo il corpo; ma anche tutto ciò che è parte della sua vera natura, del decoro e ornamento dell'uomo, deve ritornare a lui. Abbiamo uno splendido argomento di sant'Agostino: "Non vi sarà allora nei corpi ombra di difetto; se alcuni furono troppo obesi e grassi per la pinguedine, non prenderanno tutta la massa del corpo; ma quel che supererà la misura normale, sarà considerato superfluo. Al contrario, tutto quello che nel corpo sarà consumato da malattia o vecchiaia, sarà ridonato da Cristo per virtù divina, come a coloro che furono gracili per magrezza Cristo riparerà non solo il corpo, ma tutto quello che fu tolto dalla miseria di questa vita" (De civit. Dei, 22,19). Così in un altro luogo: "Non riprenderà l'uomo i capelli che aveva, ma quelli che gli stavano bene, secondo il passo: "Tutti i capelli del vostro capo sono numerati"; essi devono ripararsi secondo la divina sapienza" (ibid.). Anzitutto ci saranno ridonate tutte le membra che fanno parte della completa natura umana. Chi dalla nascita sia stato privo degli occhi o li abbia perduti per qualche malattia, gli zoppi, gli storpi e i minorati risorgeranno con il corpo intero e perfetto; altrimenti non sarebbe soddisfatto il desiderio dell'anima, la quale tende all'unione con il corpo. Tale desiderio tutti crediamo con certezza che debba essere appagato.

Inoltre è certo che la risurrezione, appunto come la creazione, va annoverata fra le migliori opere di Dio. Come dunque tutte le cose dal principio della creazione uscirono perfette dalle mani di Dio, così dovrà avvenire anche nella risurrezione. Né ciò si deve dire solo dei martiri, dei quali sant'Agostino afferma: "Non saranno senza quelle membra: poiché la mutilazione non potrebbe non essere un difetto del corpo; altrimenti quelli che furono decapitati, dovrebbero risorgere senza la testa. Però rimarranno nelle loro membra le cicatrici della spada, più risplendenti dell'oro e di qualsiasi pietra preziosa, come le cicatrici delle piaghe di Cristo" (ibid.). Ciò si afferma con verità anche dei cattivi, anche se le loro membra siano state amputate per una colpa personale; poiché l'acutezza del dolore sarà in ragione delle membra che essi avranno.

Perciò una tale restituzione delle membra non ridonderà a loro felicità, ma disgrazia e miseria, poiché i meriti non vengono attribuiti alle membra, bensì alla persona alla quale sono unite. A quelli che fecero penitenza saranno restituite per premio; a quelli invece che aborrirono la penitenza, per supplizio.

Se i parroci considereranno attentamente tutto questo, non mancheranno loro i fatti e i pensieri per muovere e infiammare all'amore della religione gli animi dei fedeli, affinché considerando i fastidi e le afflizioni di quaggiù, dirigano i loro ardenti desideri verso la gloria beata della risurrezione, preparata per i giusti e per i pii.




136 Immortalità dei corpi risorti

Rimane ora da far comprendere ai fedeli che, sebbene per quanto ne costituisce la sostanza debba resuscitare l'identico corpo che ha subito la morte, il suo stato però sarà molto differente. A parte infatti le altre circostanze in questo sta la differenza dei corpi risuscitati da quel che erano prima: mentre allora erano soggetti alle leggi della morte, dopo richiamati a vita, a prescindere dalle differenze tra buoni e cattivi, tutti saranno immortali. Questa meravigliosa reintegrazione della natura fu meritata dalla grande vittoria che Cristo riportò sulla morte, come ci insegnano le Sacre Scritture. Sta scritto infatti: "Egli precipiterà la morte in sempiterno" (Is 25,8); e altrove: "Sarò la tua morte, o morte" (Os 13,14). Spiegando tali parole, l'Apostolo dice: "La morte, l'ultima nemica, sarà distrutta" (1 Cor 15,26). E in san Giovanni leggiamo: "D'ora in poi non vi sarà più la morte" (Ap 21,4).

Era molto conveniente che il peccato di Adamo fosse del tutto vinto per merito di Cristo nostro Signore, il quale distrusse l'impero della morte. E questo è anche conforme alla divina giustizia, perché i buoni potessero godere per sempre una vita beata; i cattivi invece, dovendo scontare pene eterne, pur cercando la morte, non la potessero trovare; desiderassero di morire, e la morte ostinatamente fuggisse loro (Ap 9,6). Questa immortalità sarà comune ai buoni e ai cattivi.




137 Doti dei corpi risorti

I corpi redivivi dei santi avranno fulgide e meravigliose facoltà, per le quali diverranno molto più nobili di quello che furono. Le più notevoli sono quelle quattro, che son dette "doti", e sono rilevate dai Padri, sulle orme dell'Apostolo.

La prima è l'"impassibilità"; dono e dote, la quale farà sì che essi non possano soffrire niente di molesto o essere colpiti da dolori o incomodi. Infatti non potranno a essi nuocere né la violenza del freddo, né l'ardore del fuoco, né l'impeto delle acque. "Viene seminato" dice l'Apostolo "nella corruzione; risorgerà nella incorruzione" (1 Cor 15,42). Gli Scolastici la chiamarono impassibilità invece che "incorruzione", per esprimere quel che è proprio del corpo glorioso; poiché i beati non hanno l'impassibilità in comune coi dannati, perché i corpi di questi, sebbene incorruttibili, possono patire caldo, freddo e ogni dolore.

Viene poi lo "splendore", per il quale i corpi dei santi rifulgeranno come il sole. Lo attesta, in san Matteo, il nostro Salvatore: "I giusti risplenderanno come il sole nel regno del loro Padre" (13,43). E perché nessuno dubitasse di questa promessa, la confermò con l'esempio della sua trasfigurazione (Mt 17,2). Questa dote l'Apostolo la chiama ora "gloria", ora splendore. "Riformerà" dice "il corpo nostro umile, rassomigliandolo al corpo del suo splendore" (Fil 3,21 ); e di nuovo: "È seminato nella miseria, sorgerà nella gloria" (1 Cor 15,43). Di questa gloria vide un'immagine il popolo d'Israele nel deserto, quando la faccia di Mosè, di ritorno dal colloquio avuto con Dio sul Sinai, risplendeva talmente che i figli d'Israele non vi potevano fissare gli occhi (Es 34,29). Questo splendore è un fulgore speciale che viene al corpo dalla somma felicità dell'anima ed è come un riflesso della beatitudine di cui gode l'anima: come la stessa anima diventa beata, in quanto su di essa si posa una parte della felicità divina. Non si creda però che tutti si abbelliscano di tal privilegio in ugual misura, come del primo; saranno, si, tutti egualmente impassibili i corpi dei santi, ma non avranno un uguale splendore; poiché, come assicura l'Apostolo, altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna e altro lo splendore delle stelle. Una stella infatti differisce dall'altra per lo splendore; così nella risurrezione dei morti (1 Cor 15,41).

A questa dote va congiunta quella che chiamano "agilità", per cui il corpo sarà liberato dal peso, che ora l'affatica e con grandissima facilità potrà muoversi verso quella parte dove l'anima vorrà, così che nulla potrà esservi di più celere di quel movimento, come insegnano apertamente sant'Agostino nella Città di Dio (13,18 e 20) e san Girolamo nel commento a Isaia (cap. 40). Perciò l'Apostolo dice: "Viene seminato nella debolezza, risorgerà nella forza" (1 Cor 15,43).

A queste doti va aggiunta la sottilità o "sottigliezza", la quale pone il corpo completamente sotto l'impero dell'anima così da servirla con immediatezza, come mostrano le parole dell'Apostolo: "Si semina un corpo animale, risorgerà un corpo spirituale" (1 Cor 15,44). Questi sono quasi tutti i punti principali da illustrare nella spiegazione dell'articolo.

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