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Messaggioda roberto1171 » dom dic 26, 2010 10:24 pm

Per favore chi mi sa dire la differenza fra GENERARE e CREARE, oppure se l'argomento è già stato trattato dove posso trovarlo. Grazie :?: :?: :?:
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Re: Charimento

Messaggioda algoritmo70 » lun dic 27, 2010 7:09 pm

Generare,da Genus Genit Generis,nascita discendenza, origine,produrre un suo simile procrearlo,dargli naturalmente l'essere creatura da creatus. Creare crear creare dalla radice dal latino corpus= fare dal nulla, produrre generare formare istituire derivazione Creato Creatura Creazione.algoritmo70
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Re: Charimento

Messaggioda GrisAdmi » gio dic 30, 2010 2:01 am

Immagino tu ponga questa domanda in relazione alla teologia trinitaria. La differenza essenziale tra generazione e creazione risiede nel fatto che la seconda è "dal nulla". Dio crea "dal nulla" le creature donando loro l'essere che Gli è proprio per essenza. La generazione, invece, nel senso che di questo termine si fa in teologia trinitaria, riguarda la processione del Figlio dal Padre (come suo principio). Il figlio viene dal Padre, ma non come le creature vengono da Dio, vale a dire per "creazione", ma per generazione, come Dio da Dio. Padre e Figlio sono Persone realmente distinte tra di loro, ma sono l'unico Dio, l'unico ente che possiede l'essere per essenza, l'unico "increato".
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Re: Chiarimento

Messaggioda berescitte » lun gen 03, 2011 8:11 pm

roberto1171 ha scritto:Per favore chi mi sa dire la differenza fra GENERARE e CREARE, oppure se l'argomento è già stato trattato dove posso trovarlo. Grazie :?: :?: :?:


Premetto che, essendo Dio ben altro che ogni cosa che possiamo esperimentare nella creazione, i nostri concetti su di Lui sono ricavati dalla creazione secondo il principio dell'analogia. Principio che comporta una certa somiglianza alle nostre idee ma che lascia comunque nella ineffabilità l'espressione autentica di ciò che Dio è e il modo adeguato (che sarà fornito in paradiso dal "lumen gloriae") di esprimerLo.

Quindi anche i nostri concetti relativi al generare e creare sono mutuati dal senso che diamo loro nella nostra espressività umana.
Il generare richiama il fenomeno genitoriale del dare alla luce un figlio. Questo effetto comporta (è questo lo specifico!) che il generante dona al figlio generato la propria umanità. Trae il di lui corpo dal proprio, dalla propria natura umana. Nel caso umano abbiamo che la natura donata al figlio, pur essendo la stessa del genitore, non è numericamente la stessa, perché sussiste nel figlio in modo indipendente e separata. Nel caso divino invece il Padre genera il Figlio mantenendone l'essere della Persona all'interno della sua stessa natura (e ciò perché non possono darsi due infiniti). Inoltre (ma questo è ovvio) tale generazione divina, diversamente dalla umana, non comporta alcun accoppiamento sessuale, il che è assurdo essendo Dio Spirito e quindi Essere non corporeo. E perciò va intesa di tipo mentale: Dio Padre genera il Figlio semplicemente pensandolo e contemplandolo. E questo (altra diversità dalla generazione umana che avviene nel tempo) lo fa nella sua eternità, cioè senza un prima e un dopo: Dio Padre è stato da sempre e sarà per sempre un Essere composto di Padre e di Figlio (lascio a successive indagini la Persona dello Spirito Santo).

A petto di tale modo di concepire il generare, si contrappone il creare. Per creare occorre che esista solo l'Essere creante e null'altro. Cioè il niente non può creare niente. Ed è per questa verità, ovvia e lapalissiana, che è ridicolo dire che il mondo si è fatto da sé. L'atto creativo deriva solo dalla Persona divina che pensa e vuole una certa realtà diversa da Sé e, pensandola, le dona l'essere e una ben precisa essenza. Cioè creare vuol dire fare le cose dal nulla. Non dal nulla totale. Come ho detto l'origine deve essere l'Essere divino che già sussiste e che partecipa (il modo è del tutto misterioso ma reale giacché le cose ci sono!) alla sua creazione un atto di essere (non diminuendo o dividendo il proprio giacché l'Atto puro, essendo infinito, non rientra nel concetto di quantità!) ma non gli dona la propria essenza o natura divina; cioè il mondo non deriva da Dio per emanazione, il che comporterebbe anche un ridicolo e illusorio panteismo.

Come aggiunta antropologica dirò che, nella generazione umana, i genitori donano al figlio la fisicità del corpo ma non lo spirito (o anima) che, non potendo essere partecipato da quello dei genitori perché lo spirito non è quantizzabile come il corpo, viene creato direttamente da Dio; e sempre perché entità spirituale, sussisterà al disfacimento del corpo.

Come aggiunta che contesta la visuale geovista, dirò infine che per creare ci vuole l'onnipotenza. E che l'onnipotenza è una delle caratteristiche-qualità specifiche e non alienabili né comunicabili di Dio, giacché può scaturire solo dalla sua natura infinita. Quindi è assurdo pensare (come fa il geovismo) che Dio, dopo aver creato il solo Michele, gli abbia comunicato (intendi bene, a Michele concepito come creatura) la propria onnipotenza delegandolo a creare "tutte le altre cose". Se, come insegna il geovismo, Michele non è Onnipotente, allora vorrà dire che Michele-Cristo non ha creato nessuna altra creatura. E' contraddittorio pensarlo.
Non è un caso che il pensiero cattolico, di fronte al fenomeno dei miracoli che sono una forma di sospensione delle leggi naturali, o una loro contraddizione, o quello che si voglia, insegna che solo Dio può farli, perché richiedono l'onnipotenza. Neanche l'angelo più potente può farne. Angeli e demoni possono utilizzare leggi e entità naturali a noi sconosciute per produrre effetti da noi improducibili. Ma questi non sarebbero miracoli. Vanno visti nella categoria inferiore dei prodigi, portenti, segni, meraviglie e via aggettivando. Il miracolo richiede l'onnipotenza divina. Anche nel caso di quei miracoli soprannaturali che sono la consacrazione eucaristica, o la figliolanza divina donata dal battesimo.
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Re: Chiarimento

Messaggioda roberto1171 » mer gen 12, 2011 8:50 pm

Grazie ancora per chi mi ha risposto, ma avrei un altro quesito da proporre; vedo che alcuni tdg per dire che Gesù è una creatura citano anche i versetti di Siracide 24,8-9: «Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine, colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse: “Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele^”. Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato, per tutta l’eternità non verrò meno».
Come si devono interpretare giustamente questi versetti? Grazie
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Messaggioda Citocromo » gio gen 13, 2011 12:38 pm

Innanzitutto, bisogna dire che il libro del Siracide, in casa Geova, è considerato "apocrifo" e, quindi, non è presente tra i sessantasei libri della TNM . E' più plausibile che il proclamatore geovista citi il libro dei Proverbi, in particolare 8,22 e ss (citato molte volte nelle publicazioni geoviste), dove, secondo la lettura fondamentalista del CD, ci sarebbe la prova del fatto che il Figlio di Dio sia una creatura. Per la spiegazione del passo ti rimando al lavoro di Sandro "Geova a Messa", che trovi in questa sezione del forum. Secondo me, è un 3D fatto molto bene e ti consiglio di leggerlo. La spiegazione del passo in questione è presente nel post intitolato "SS. Trinità": viewtopic.php?f=3&t=690&st=0&sk=t&sd=a&start=30
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Re: Chiarimento

Messaggioda roberto1171 » gio gen 13, 2011 4:04 pm

Caro Citocromo, ho citato quel passo (oltre al passo che hai citato tu) perché qualche anno fa l'ha usato un tdg voleva farmi vedere che anche nella mia bibbia si dice che Gesù è una creatura.
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Re: Chiarimento

Messaggioda Citocromo » gio gen 13, 2011 4:51 pm

I testi a cui ti riferisci parlano della personificazione della Sapienza dell'antico Israele. La lettura fondamentalista del CD prende il concetto e lo applica direttamente a Gesù, senza considerare che siamo di fronte a testi poetici e ad un linguaggio poetico. Potresti far notare al tdg che non bisogna prendere alla lettera dei testi poetici, poichè da un lato il testo parla della Sapienza creata, ma dall'altro dice che era già lì prima che Dio creasse il cielo e la terra (che, secondo il linguaggio biblico, alludono alla totalità della creazione): "prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io sono stata generata. Quando ancora non aveva fatto la terra e i campi, né le prime zolle del mondo; quando egli fissava i cieli, io ero là".
Se si legge tutto il testo, in questo caso Pr 8,22 e ss, la Sapienza risulta essere eterna come Dio (e al v. 30 si dice anche che è l'architetto dell'universo, che, a rigor di logica, esiste prima della creazione dell'universo). E poi potresti chiedere se sia possibile che Dio sia stato per tanto tempo nello spazio universale (è linguaggio geovese) senza sapienza. Può Dio aver creato dal nulla la sua sapienza?
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