Diritto di critica

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Diritto di critica

Messaggioda emiliano » sab lug 17, 2010 10:50 am

Il diritto di critica è tutelato tra i Testimoni di Geova?
Posted by Achille AvetaSocietà e CultiMonday, July 5th, 2010
Nella relazione tecnica di accompagnamento al disegno di legge n°2237, contenente le norme per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e la “Congregazione cristiana dei testimoni di Geova in Italia”, si afferma che tale iniziativa legislativa deriva dalla necessità di garantire alla Congregazione geovista e ai suoi fedeli il pieno esercizio dei diritti legati alla libertà religiosa, nel quadro delle garanzie costituzionali. Al riguardo ci chiediamo: con l’adozione del provvedimento legislativo all’esame del Senato sarà veramente possibile assicurare garanzie costituzionali a tutti gli aderenti al geovismo? Ne dubitiamo fortemente e proviamo a illustrare le ragioni di questa perplessità.
Presupposto di ogni democrazia è l’assenza di un pensiero unico e la tutela del diritto al dissenso. Orbene, se il nostro ordinamento giuridico è tenuto a tutelare un gruppo religioso, altrettanto deve tutelare i soggetti appartenenti a questo gruppo, consentendo loro di esprimere anche delle critiche severe, soprattutto se la critica proviene da chi ha operato con convinzione all’interno della stessa associazione religiosa. Ciò significa che al riconoscimento della pari dignità tra enti religiosi deve corrispondere la possibilità di critica, rivolta al gruppo e ai suoi ideologi, da parte degli aderenti anche se tale critica diventa di pubblico dominio. Il diritto di critica di cui parliamo va inteso come espressione del principio democratico, inscindibile dalla libera espressione del pluralismo culturale e religioso; tale critica deve considerarsi come manifestazione della libertà di ciascuno di autodeterminarsi nella gestione del proprio percorso filosofico o religioso, anche all’interno delle formazioni sociali in cui tale percorso si realizza. Pertanto merita tutela il diritto di critica degli appartenenti ad una aggregazione religiosa anche nel caso in cui l’esercizio di questo diritto abbia l’effetto di squalificare il gruppo religioso dinanzi all’opinione pubblica.
Invece, nel contesto associativo geovista il diritto di critica motivata non è, di norma, tutelato: vengono bollati come “apostati” gli affiliati che esprimono dubbi e dissenso sulla coerenza di certi insegnamenti, sulla fondatezza scritturistica di alcune regole ecc. Il salutare “dubbio” viene osteggiato fortemente; chi esprime perplessità sulla correttezza dei vertici del geovismo corre il rischio di essere tacciato di slealtà verso Dio, di apostasia dalla vera fede e viene descritto come candidato alla condanna eterna da parte di Dio. Quindi, nessun affiliato può esprimere argomentate valutazioni sulla bontà del «cibo spirituale» fornito dai vertici geovisti; eccone la conferma secondo il gergo geovista: «Alcuni apostati asseriscono di conoscere e di servire Dio, ma rigettano dottrine o comandi esposti nella sua Parola. Altri sostengono di credere nella Bibbia, ma rigettano l’organizzazione di Geova e si danno da fare per ostacolarne l’opera. Quando, pur sapendo ciò che è giusto, scelgono deliberatamente di agire in modo sbagliato, quando il male diventa così radicato da essere parte integrante della loro personalità, allora il cristiano deve ‘odiare’ (nel senso biblico del termine) costoro che si sono inseparabilmente legati al male» (La Torre di Guardia del 1° ottobre 1993, pagg.18-19). Quanto siamo lontani dall’affermazione di papa Giovanni XXIII: “Bisogna distinguere tra l’errore e l’errante”!
Infatti, una volta etichettato l’autore di critiche motivate come “apostata”, la propaganda geovista ha buon gioco nel promuovere, anche contro costoro, esplicite esortazioni all’odio: «Se una persona continua a seguire una via malvagia [come chi esercita una motivata critica senza poi "pentirsi"] dopo aver conosciuto ciò che è giusto, se il male diventa così radicato in lei da divenirne una parte inscindibile, per odiare il male il cristiano [cioè il Testimone di Geova] deve odiare tale persona di cui il male è divenuto una parte inscindibile» (La Torre di Guardia del 1° gennaio 1962, pag.4; il testo tra parentesi è aggiunto).
In questo contesto l’istituto sanzionatorio geovista della “disassociazione”, più che un’appropriata disciplina, appare come uno strumento di potere sugli affiliati; l’esclusione (disassociazione o dissociazione che sia) diventa un efficace mezzo di controllo delle coscienze; infatti La Torre di Guardia del 15 luglio 1992 stabilisce: «L’obbligo di odiare l’illegalità riguarda anche tutte le attività degli apostati» (pag. 12); e, definendo il concetto di odio, precisa: «il significato di odiare … racchiude il concetto di provare un tale senso di ripugnanza o forte avversione per qualcuno o qualcosa da non voler avere nulla a che fare con quella persona o cosa» (pag. 9). Non è raro leggere testimonianze di chi dipinge la Congregazione geovista come una formazione caratterizzata da integralismo, rigidità, nonché dall’attitudine a condizionare in modo pervasivo la vita privata e sociale degli aderenti; alcune di queste critiche sono state anche portate all’attenzione dei Tribunali della Repubblica .
Pertinente, a questo punto, è il commento di Harold Bloom che, nel suo saggio su La religione americana, ha scritto: «Quel che rende i testimoni di Geova diversi dagli altri non è la loro aspettativa della distruzione, ma piuttosto il loro odio violento per ciò che sarà distrutto, vale a dire il nostro paese, il nostro mondo, il nostro pianeta. … Non vi sono elementi positivi dell’esistenza che i testimoni di Geova cerchino di salvare; si augurano che tutti si scompaia, e il più rapidamente possibile; … Fragili intellettualmente, vacui spiritualmente, i testimoni di Geova sognano di impadronirsi direttamente del potere, in modo da poter partecipare della maestà del grande teocrata, Geova. … nei loro scritti l’esaltazione di questo potere è talmente marcata che mi sentirei di etichettarla come patologica. … Essi propongono un fascismo teocratico nient’affatto mitigato dall’assegnazione di un ruolo dittatoriale a un tiranno che chiamano Geova … Nella realtà la dottrina dei testimoni di Geova è offensiva verso l’umanità … oserei dire che la caratteristica peculiare dei testimoni di Geova in generale è proprio questo piacere collettivo nel contemplare la fine … sono convinto che nulla sia più privo di umanità delle descrizioni dei testimoni di Geova sulla Fine del Tempo. Vi è qualcosa di peculiarmente infantile in queste aspirazioni della Torre di Guardia».
Effettivamente il sistema sociale dei Testimoni di Geova è un mondo nel quale l’amore e l’odio non assumono lo stesso significato comunemente attribuito. Nell’ideologia geovista un dio, molto simile alle divinità pagane, avrebbe come unico obiettivo finale, non la salvezza dell’umanità peccatrice, ma lo sterminio cruento d’essa in un’orgia di sangue, di cadaveri, con i soli Testimoni come superstiti.
In conclusione, il legislatore dovrebbe verificare che al riconoscimento delle garanzie costituzionali alla “Congregazione cristiana dei testimoni di Geova in Italia” – in attuazione dell’art.8 della Costituzione – faccia da contraltare la rigorosa tutela dei diritti di quegli affiliati che, all’interno della stessa Congregazione, svolgono un percorso di ricerca di senso dell’esistenza che passa anche attraverso una serrata e motivata critica; perciò, nel provvedimento all’esame del Senato appare scarsamente tutelata la libertà di manifestazione del pensiero da parte degli affiliati, peraltro sancita dall’art. 21 della nostra Costituzione. Ecco perché è preoccupante l’iniziativa del Governo di sottoscrivere l’Intesa con la “Congregazione cristiana dei testimoni di Geova in Italia”; si ricordi che un’Intesa si presenta come qualcosa di più di una semplice tutela di diritti; essa offre delle possibilità di azione e di diffusione e dà una patente di affidabilità di fronte alla coscienza dei cittadini, quanto meno garantisce di fronte a eventuali pericoli che un determinato gruppo possa rappresentare per il bene collettivo. Alla luce di quanto fin qui esposto ci si deve chiedere se queste condizioni si pongano nei confronti della Congregazione dei Testimoni di Geova.
Fonte:http://www.google.com/url?sa=X&q=http://www.mondoraro.org/2010/07/05/il-diritto-di-critica-e-tutelato-tra-i-testimoni-di-geova/&ct=ga&cad=:s1:f2:v0:i0:lt:e0:p0:t1278412280:&cd=Vp6gIfUjii4&usg=AFQjCNH2N88kl3bREO3oJTQizaEzwKQBOA
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