GEOVA A MESSA, Anno Liturgico 2009-2010 Ciclo C

Moderatore: berescitte

Messaggioda Sandro » mar lug 06, 2010 3:36 pm

XV DOMENICA DEL T.O. - ciclo C (11/7/2010)

Prima Lettura: Deuteronomio 30,10-14
Nulla da rilevare di impegnativo. Solo una noticina sul versetto 10 “… tornerai a Geova tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima”. (NM) Cf anche il v. 27 del Vangelo “Devi amare Geova tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la tua forza e con tutta la tua mente” il che collima con il concetto di avere; sia la forza che la mente sono cose che si hanno. Chiederei dunque al TG: “Noi abbiamo un cuore non è vero? Anche se non ce lo dicesse la scienza ce ne assicurerebbe la Parola di Dio con questi versetti, giusto? Ma se dobbiamo prendere alla lettera ciò che essi dicono riguardo al cuore alla forza e alla mente, perché non dobbiamo fare lo stesso per l’anima? Perché il vostro CD sovverte la Bibbia dicendo: «Voi non avete un’anima, siete un’anima?»”



Seconda Lettura: Colossesi 1, 15-20
Nella trattazione di questo brano, ormai celebre per lla confutazione dell’ideologia geovista che pretende di sostenere "biblicamente" la non divinità-eternità del Figlio di Dio, mi ispirerò alla magistrale trattazione fattane (per primo in Italia se non erro) da Mons. Lorenzo Minuti, fondatore del GRIS di Roma e per 6 anni Presidente del GRIS nazionale. La troviamo nel suo pregevole volume intitolato “I Testimoni di Geova non hanno la Bibbia, Coletti a S. Pietro, Roma3,1997, pp. 26-35 con testi documentari alle pp. 159-163).
Leggiamo tutto il brano nella edizione della NM.
“15 Egli è l’immagine dell’invisibile Iddio, il primogenito di tutta la creazione; 16 perché per mezzo di lui tutte le [altre] cose furono create nei cieli e sulla terra, le cose visibili e le cose invisibili, siano essi troni o signorie o governi o autorità. Tutte le [altre] cose sono state create per mezzo di lui e per lui. 17 Ed egli è prima di tutte le [altre] cose e per mezzo di lui tutte le [altre] cose furono fatte esistere, 18 ed egli è il capo del corpo, la congregazione. Egli è il principio, il primogenito dai morti, affinché divenga colui che è primo in tutte le cose; 19 poiché [Dio] ritenne bene di far dimorare in lui tutta la pienezza, 20 e per mezzo di lui riconciliare di nuovo con sé tutte le [altre] cose facendo la pace mediante il sangue [che egli sparse] sul palo di tortura, siano esse le cose sulla terra o le cose nei cieli.” (NM)
A petto di questa traduzione geovista noi abbiamo la CEI che differisce basilarmente su tutti e cinque i punti ove la NM ha aggiunto l’aggettivo “altre” tra parentesi quadre. La CEI, in perfetta fedeltà al greco originale ove lo “altre” non esiste, traduce così: “16… sono state create tutte le cose (ta panta)… Tutte le cose (ta panta) sono state create per mezzo di lui… 17 Egli è prima di tutte le cose (pro panton)… e tutte sussistono in lui… 18… per ottenere il primato su tutte le cose (ta panta)… 19… riconciliare a sé tutte le cose (ta panta)…”

A questo punto è importante rileggersi la funzione che secondo la WT le parentesi quadre svolgono all’interno della traduzione geovista. «Le parentesi quadre singole [ ] racchiudono parole inserite per completare il senso del testo italiano.» (NMrif pag. 7). E questo è vero in tanti passi ove la parola aggiunta tra parentesi quadre non cambia assolutamente il senso. Ma in questo brano, questo aggettivo “altre” così insistito, serve davvero a completare il senso o piuttosto a nasconderlo e a confondere? Certo è che quella presenza di “altre” non è indifferente se consideriamo che, quando la WT cita questo brano paolino, promuove quell’aggettivo a Parola di Dio eliminando le parentesi quadre!* E la funzione precisa di quell’aggiunta (tecnicamente una interpolazione nelle citazioni ove non si avverte che è una aggiunta redazionale) ce l’ha indicata con esattezza lo stesso CD dei TG scrivendo: «Viene così indicato che anch’egli è un essere creato, parte della creazione di Dio.» (Ragioniamo p. 406) Sì. E’ esattamente questo il senso che spontaneamente viene in mente a chiunque legge il passo con l’aggiunta di “altre”: Gesù-il Figlio – che per il geovismo è la prima delle cose create – rapportato al resto della creazione diviene anche lui una “cosa” tra tutte quelle create. Piccolo accorgimento, grande risultato.
E se andiamo a guardare con attenzione ci accorgiamo che i traduttori della NM hanno preparato il terreno già dal versetto 15 laddove hanno reso l’originale “protòtokos pàses ktìseos”, riferito al Figlio, con “primogenito di tutta la creazione”, cioè annunciandolo già come una “cosa” creata, prima di puntellare l'idea con i cinque "altre".
Cosa dirne? Come dialogare su questo punto?
Noi inizieremmo chiedendo al buon TG, che supponiamo schietto servitore della verità biblica: “Ma la vostra Dirigenza non aveva assicurato che se qualcuno obietta che «la vostra Bibbia è diversa» voi potete assicurargli «Sono lieto di usare qualsiasi traduzione lei preferisca»? (Ragioniamo p. 402) e non ha anche scritto che voi dovete chiedere «alle persone di prendere la loro Bibbia e di cercare le Scritture, affinché si rendano conto che ciò che dite si trova in realtà nella loro stessa copia delle Scritture»? (Ragioniamo p. 8) Posto ciò, come fa lei a tirare fuori un senso creaturale nel Figlio di Dio se la mia copia delle Scritture dice “15 generato prima di ogni creatura… 17 Egli è prima di tutte le cose…”? Quel “prima” non pone il Figlio in una posizione precedente alla creazione? E il concetto di “generato”, che noi comprendiamo analogandolo alla natura umana che genera figli comunicando loro la propria natura e non dal nulla - ben diversamente dunque dal “creare” che è appunto dare l’essere dal nulla – come lo conciliate con l’idea di filiazione se gli date lo stesso senso di “creare”?

Ma questo punto ha una triplice gravità di raggiro, tutte a carico della Dirigenza geovista. Il primo è stato quello di aver inserito l’aggettivo altre, che cambia il senso del messaggio biblico, facendolo passare per un miglioramento chiarificatore; il secondo è stato quello di aver promosso quel micidiale aggettivo a Parola di Dio nelle citazioni di quel brano paolino. Il terzo - che potremmo definire “apologia di reato” - è stato quello di difendere la manovra di tale interpolazione, gabellandola come analoga a quella presente in altri passi biblici; passi in cui altri traduttori hanno inserito tale aggettivo non presente nell’originale ma verso i quali non si è levata (né si leverà) protesta come per la manovra fatta dal CD nella sua NM. Approfondiamo…
Alcuni dei passi in questione sono elencati in Ragioniamo che dice: «Qui la parola greca tradotta “tutto” è panta, forma declinata di pas. In Luca 13:2, Con, Mar, Na, NVB, e VR82 [cioè altre versioni bibliche non geoviste – Ndr] lo traducono “tutti gli altri”. (Vedi anche Luca 21:29 in Ga, Mar, e NVB; Filippesi 2:21 in Con, Mar, PIB).» (Ragioniamo p. 406)
Il ragionamento dunque è questo: se in analoghe situazioni altri traduttori hanno aggiunto l’aggettivo altre/tri accanto a tutti ove il testo originale non lo contiene espressamente e nessuno ha reclamato, vuol dire che lo contiene implicitamente e noi non abbiamo fatto altro che esplicitarlo. Non si tratterebbe dunque di una aggiunta-interpolazione ma precisamente di un “completamento del senso”, come assicura NMrif a p. 7.
Ebbene noi non sappiamo se il buon TG sia così acculturato da sapere cosa sia una "forma declinata di pas", né pretendiamo che si dubiti circa la ricerca fatta dal CD su altri traduttori; ce ne fidiamo. Ma non perché ci aspettiamo che non sia vero che quegli autori abbiano aggiunto “altre” ove nell’originale non esiste, ma perché l’imbroglio (ahimé, è davvero difficile non qualificarlo così!) non sta in questo ma sta nella analogia di situazioni che il CD afferma e che non è reale. Vediamo dunque i passi citati uno ad uno:
a) in Luca 13:2 – che possiamo estendere anche al v. 4 - Gesù parla di quei galilei che morirono uccisi da Pilato mentre offrivano sacrifici a Dio e dice “2 Immaginate voi che questi galilei fossero peccatori peggiori di tutti gli altri galilei perché hanno sofferto queste cose?... 4 O immaginate che quei diciotto sui quali cadde la torre di Siloam e li uccise, fossero debitori più grandi di tutti gli altri uomini che abitavano a Gerusalemme?” (NM) Non è difficile notare che qui esiste un parallelismo perfetto tra due categorie omogenee: galilei i soppressi e galilei i sopravvissuti, uomini gli uccisi dal crollo e uomini gli abitanti di Gerusalemme scampati. L’aggiunta di “altri” unita al “tutti” non cambia assolutamente il senso da capire;
b) In Luca 21,29 abbiamo di nuovo una situazione di parallelismo analogo. Gesù confronta il fico, una pianta se non andiamo errati, con esseri della stessa specie, cioè piante, dicendo “Notate il fico e tutti gli altri alberi” (NM). Anche in questo caso la presenza di “altri” accanto a “tutti” non varia il senso ma rende più fluido il discorso che se non ci fosse;
c) Infine il paragone torna tra le categorie umane, giacché in Filippesi 2,21 S. Paolo, bisognoso di aiuto apostolico, paragona il comportamento di Timoteo, un uomo, in rapporto a quello di cristiani suoi confratelli, anch’essi uomini, lamentandosene in questi termini “20 non ho nessun altro dalla disposizione simile alla sua, che abbia genuinamente cura delle cose che vi riguardano. 21 Poiché tutti gli altri cercano i loro propri interessi, non quelli di Cristo Gesù.” (NM) C’è ancora l’aggettivo “altri” unito a “tutti” inserito tranquillamente nella traduzione pur non essendo presente esplicitamente nel testo greco.
Concludiamo: in questi tre passi, citati dal CD, a giustificazione della aggiunta di “altre” in Colossesi, l’aggettivo “altre/tri” è sottinteso o no? Certamente! E proprio in forza del paragone che viene fatto tra classi omogenee. Ma lo stesso si può dire di Colossesi? Gesù-Persona è davvero omologabile con le “cose”? E lo è al punto da non tener conto e di forzare la traduzione laddove la Bibbia lo indica “generato prima di ogni creatura”? al punto che poi egli tiene in essere tutta la creazione “17 Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui” (CEI). Il CD dei TG dice di sì, ma sa di mentire. La prova? Ce la offre lui stesso – l’attento lettore se ne sarà già avveduto da sé – inserendo, nei tre passi citati in appoggio, l’aggettivo “altri/tre” senza parentesi quadre! Le citazioni da noi riportate sono infatti state prese dalla NM geovista.
Dal che una delle due: o la situazione indicata da questi tre passi non è analoga a quella che abbiamo in Colossesi, e per questo in questi passi si può aggiungere "altre" senza parentesi; oppure è analoga e allora esso avrebbe dovuto far mettere le parentesi quadre anche in questi tre passi o toglierle anche in Colossesi a riprova della uguaglianza. Se non lo ha fatto vuol dire che sapeva della differenza delle situazioni. Sapeva che nei tre passi in oggetto l’aggiunta è da ritenersi davvero come sottintesa ad una fluidità maggiore del periodo, mentre in Colossesi essa realizza uno stravolgimento di senso. Stravolgimento tanto desiderato, lo ripetiamo, da indurre la WT ad arrogarsi poi il diritto di eliminare perfino le parentesi quadre quando il passo di Colossesi viene citato nelle sue opere.

_____________________________
* Vedi ad es. in Ragioniamo p. 153 e 406; Cose nelle quali è impossibile che Dio menta p. 127; Creazione p. 22; Accertatevi p. 118 e 207; TORRE 1/12/85, p. 7 ecc…



Vangelo: Luca 10, 27-37
E’ il famoso brano del Buon Samaritano, figura di Gesù che soccorre noi peccatori, dilaniati spiritualmente dal peccato, e figura di ogni discepolo di tanto Maestro che è chiamato ad imitarne i sentimenti (“abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo”) e le opere (“passò beneficando tutti”) tra le quali eccellono le opere di misericordia verso il prossimo bisognoso.
Il divario tra Cattolici e Testimoni su questo punto sta tutto nella identificazione del prossimo a cui prestare la propria opera di soccorso. Secondo noi – ed è un punto che è stato scoperto sin dall’inizio del cristianesimo – il prossimo si identifica nell’umanità intera, quella che, nella parabola del giudizio universale sentirà dire da Gesù che “qualsiasi cosa di buona fu fatta a uno qualsiasi di questi minimi fratelli miei è stata fatta a me” (cito a senso).
Il geovismo (ahimé!) nei “minimi fratelli di Gesù” inquadra solo 144.000 persone, perché solo loro sarebbero “figli spirituali” di Geova, appartenenti alla “famiglia reale”. E quindi il precetto della carità verso il prossimo riceve nel geovismo una duplice diversificazione: quella che va verso il rimanente terreno dei 144.000, unici fratelli di Cristo sulla beneficenza ai quali si fonderà il giudizio di assoluzione o condanna, e quella rivolta al resto delle persone. E in questo resto di persone per i TG eccellono “coloro che hanno associazione con noi nella fede”. E quindi abbiamo una forma di “caritas” che si indirizza di preferenza ai propri confratelli (è ciò che viene rimarcato in ogni organizzazione di soccorso nei casi di disastri naturali). Ultimamente si nota nelle riviste una certa apertura anche verso altri soggetti, tecnicamente definiti “increduli” o “gente del mondo” a cui l’organizzazione geovista indirizza l’opera umanitaria ma solo in quei casi eccezionali di disastri e solo dopo aver soccorso i propri adepti e restano beni in sovrappiù da distribuire.
Non è neanche il caso di parlare della diversità di atteggiamento, derivante appunto dalla diversa concezione di “prossimo”, che “la cristianità” di concerto (cattolici, ortodossi, protestanti ecc…) nutre verso tutta l’umanità, TG compresi come loro ben sanno ed esperimentano.
Non vogliamo fare paragoni che adombrino anche lontanamente una autoesaltazione. Per noi il servizio caritas al prossimo è visto come un dono che riceviamo da Gesù e non come una attività di nostra beneficenza. Questo naturalmente secondo un cristianesimo DOC.
C’è solo un punto che tristemente dovremo rimarcare. Il fatto che la chiusura ad un interesse migliorativo della situazione dell’umanità viene disatteso dal geovismo sulla base di due idee che per noi sono allucinanti: primo, la convinzione che il mondo starebbe sul punto di finire e quindi non mette conto cercare di aggiustare qualcosa, anche piccola, che va storto. Ogni miglioramento è rimandato al futuro millennio sulla terra paradisiaca. Secondo, l’idea che l’attuazione di una caritas sociale irriterebbe Geova anziché ottenere la sua approvazione, perché riparare un qualunque difetto della società umana significherebbe destituire di valore la profezia che Geova avrebbe fatto circa il progressivo peggioramento della società (di “questo sistema di cose”) come indicazione e prova della prossimità della sua fine. Ogni intervento migliorativo e correttivo allontanerebbe insomma la data della fine nella mente delle persone. Di qui lo slogan non dichiarato ma certamente pensato dalla Dirigenza geovista, e del tutto in controtendenza alla molla che anima la caritas della cristianità: quanto peggio, tanto meglio!
«In patientia vestra possidebitis animas vestras»... aliorumque. (Lc 21,19)
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Sandro
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Messaggioda Filomena Curci » mar mar 15, 2011 7:25 pm

Carissimo Sandro, sono una nuova iscritta ed una fedele ascoltatrice della trasmissione di Radio Maria sui Testimoni di Geova. Poichè alcune volte ho incontri con Testimoni di Geova del mio paese vorrei chiederti il favore di farmi sapere in quale pubblicazione della Società Torre di Guardia ed a che pagine si trova questa citazione: Inutile dedicare vita ed energie a un mondo che scompare.
Alcuni possono obiettare: " Ma molte organizzazioni del mondo fanno del bene, operando per la protezione, la salute, l'istruzione e la libertà delle persone. "
E' vero che certe organizzazioni provvedono effettivamente un certo sollievo temporaneo da alcune difficoltà che affliggono l'uomo. Ma fanno parte del mondo estraniato da Dio e incoraggiano gli uomini a perpetuare l'attuale sistema di cose. Nessuna di esse sostiene il governo di Dio per la terra, il suo regno retto da suo Figlio. Dopotutto, perfino alcuni criminali possono allevare una famiglia, provvedere per essa e compiere anche azioni caritatevoli per la comunità. Ma queste cose giustificherebbero in alcun modo l'appoggio ad organizzazioni criminali? - Confronta II Corinti 6:14-16.
Possiamo realmente mostrare vero amore per il genere umano aderendo a un qualsiasi progetto del mondo, dedicandovi tempo ed energie?
Se volete aiutare una persona inferma o malata, lo fareste standole così vicino da contrarre la sua stessa infermità o malattia? Non sareste assai più utili se vi manteneste sani e cercaste di aiutare la persona a trovare il modo di guarire? L'attuale società umana è spiritualmente malata. Nessuno di noi può salvarla, poichè la parola di Dio mostra che la sua malattia la condurrà alla morte ( Confronta Isaia 1:4-9 ). Ma possiamo aiutare gli individui che si trovano nel mondo ad ottenere la salute spirituale e a entrare nel nuovo ordine di Dio, sempre che noi stessi ci manteniamo separati dal mondo ( II Corinti 6:17 ). Saggiamente, dunque, evitate di farvi coinvolgere nei progetti del mondo. Sforzatevi di non essere infettati dallo spirito del mondo e di non imitare le ingiuste vie. Non dimenticate mai che " il mondo passa e pure il suo desiderio, ma chi fa la volontà di Dio rimane per sempre " - I Giovanni 2:17.
Cordiali saluti
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Re: GEOVA A MESSA, Anno Liturgico 2009-2010 Ciclo C

Messaggioda GrisAdmi » ven mar 25, 2011 4:05 am

Cara Filomena, nell'attesa di una risposta da parte di Sandro, perché non posti una tua presentazione nell'apposita cartella del Forum?
E' infatti d'uso nei Forum che i nuovi arrivati dicano qualcosa di sé, per dare agli altri utenti la possibilità di conoscerli un po'.
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Re: GEOVA A MESSA, Anno Liturgico 2009-2010 Ciclo C

Messaggioda Sandro » gio giu 09, 2011 3:55 pm

Filomena Curci ha scritto:Carissimo Sandro, sono una nuova iscritta ed una fedele ascoltatrice della trasmissione di Radio Maria sui Testimoni di Geova. Poichè alcune volte ho incontri con Testimoni di Geova del mio paese vorrei chiederti il favore di farmi sapere in quale pubblicazione della Società Torre di Guardia ed a che pagine si trova questa citazione: Inutile dedicare vita ed energie a un mondo che scompare. (...)
Cordiali saluti
Filomena Curci


Un antico detto recita "Quod differtur non aufertur" (ciò che viene differito, non viene sottratto) cioè si richiede un po' più di tempo ma poi la soddisfazione arriva. Eccomi dunque, insieme al modesto paravento delle mie scuse, a soddisfare un po' in ritardo la richiesta.

Premesso che in trasmissione dico le cose riassumendo e a senso e perciò non occorre che in questa documentazione tu trovi citate le precise parole della tua domanda - sarebbe fondamentalismo! - ecco una delle più evidenti citazioni (ma ve ne sono altre) che documenta precisamente quanto ho detto e... e giudichi chi legge il danno che può aver fatto ai giovani TG, considerando la data in cui è stata stampata, questa assicurazione da parte del Canale ufficiale di Geova, gabellata per parere di Dio.

«Perciò, da giovane, non potrete mai adempiere alcuna carriera che questo sistema offre. Se siete nella scuola superiore e pensate all'istruzione universitaria, significa almeno quattro anni, forse anche sei od otto anni ancora per laurearvi e intraprendere una professione. Ma dove sarà allora questo sistema di cose? Sarà molto avanzato nella strada che porta alla sua fine, se non in effetti scomparso!
Questa è la ragione per cui i genitori che basano la propria vita sulla profetica Parola di Dio trovano molto più pratico indirizzare i loro giovani in mestieri, che non richiedono tale lungo periodo di ulteriore istruzione. (...)
"E' vero che quelli che non capiscono dove ci troviamo dal punto di vista di Dio nel corso del tempo diranno che questo non sia pratico. Ma che cosa è realmente pratico: prepararsi a un posto in questo mondo che presto passerà via? o lavorare per sopravvivere* alla fine di questo sistema e godere la vita eterna nel giusto nuovo ordine di Dio? – 1 Giov. 2:17.
In questi tempi d'urgenza, mentre questo sistema malvagio si contorce nelle sue doglie della morte, questo consiglio della Parola di Dio, è il più pratio, per tutti quelli che vogliono continuare a vivere." (dalla SVEGLIATEVI del 8 Novembre 1969, pag. 15)
__________________________________________________________
* NB – Questo "lavorare per sopravvivere" dal contesto , si capisce che vuol dire fare un lavoro part time per dedicare molto tempo alla predicazione della prossima fine. Questa sarebbe l'unica opera richiesta da Gesù e da Geova, e sulla base di tale impegno il TG riceverà o meno "una condizione approvata".
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Re: GEOVA A MESSA, Anno Liturgico 2009-2010 Ciclo C

Messaggioda Sandro » ven lug 08, 2011 10:00 am

AVVERTENZA
Questo 3D viene bloccato perché sospeso da tempo. E non sollecitato dai lettori...
Ed è stato sospeso, ed ora non viene completato, volutamente per evitare eventuali copiature di un materiale che formerà in futuro un libro
che commenti il ciclo triennale dell'Anno Liturgico A-B-C.
A Dio piacendo, ovviamente.
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