CATTURATI DALLE SETTE - Avvenire 17/4/2008.

Segnalazioni di giornali, riviste, trasmissioni radio-televisive che riguardino i Movimenti Religiosi Alternativi e le tematiche a questi connesse.

Moderatore: GrisAdmi

CATTURATI DALLE SETTE - Avvenire 17/4/2008.

Messaggioda Leonardo » gio apr 17, 2008 9:53 pm

LE SFIDE DI OGGI
A Bologna le storie di chi è finito in reti dannose ma anche il modo per uscirne. Un telefono raccoglie, 24 ore su 24, le richieste d’aiuto
Catturati dalle sette «Urgenza pastorale»

I vescovi Ambrosio e Negri, con don Aldo Bonaiuto ieri alla giornata di studio sul fascino pericoloso che maghi, stregoni e guru esercitano soprattutto sui giovani e le persone più fragili

Maghi, guru, stregoni stanno in­vadendo l’Italia allontanando le persone da una vita normale e finendo spesso per distruggerle. Questo il grido d’allarme lanciato ieri a Bologna nel corso del convegno "Religioni, filo­sofie, sette» promosso dalla Conferenza episcopale regionale, Facoltà teologica dell’Emilia Romagna, Gris, Istituto Veri­tatis Splendor, Fondazione «Dignitatis Humanae» e Associazione «Comunità Papa Giovanni XXIII». Al centro dei lavo­ri l’esperienza del telefono verde «anti sette occulte» (800 228866) fondato nel 2002 da don Oreste Benzi. «Da quel momento – racconta il respon­sabile del servizio don Aldo Buonaiuto – il telefono, attivo 24 ore su 24, non ha mai smesso di squillare. Ogni giorno ricevia­mo decine di chiamate da ogni parte d’I­talia. In questi anni abbiamo accompa­gnato 1800 casi. Abbiamo così scoperto un fenomeno dilagante: quello delle set­te occulte che possiamo definire diabo­liche perché tendono ad allontanare l’in­dividuo dalla società, dall’ambiente vi­tale, dagli affetti, da una vita normale». «Da noi – prosegue – arrivano soprattut­to i genitori alla ricerca di soluzioni per i figli che improvvisamente cambiano comportamento nel modo di parlare, di vestire, nelle amicizie. Sono ragazzi che hanno voglia di avventurarsi nella sug­gestione. La scintilla, quasi sempre, scat­ta con l’invito di un adulto che propone il coinvolgimento in mondi che sembra­no caratterizzati dal gioco e dal diverti­mento ma che in realtà si rivelano tun­nel infernali». Don Buonaiuto traccia anche l’identikit delle vittime delle sette. «Sono in genere giovani che hanno grandi problemi di re­lazione e che vivono nella solitudine. Op­pure adulti con problemi economici e di salute, che corrono ovunque cercando le risposte alla propria disperazione».
In questa escalation due fenomeni ap­paiono più preoccupanti di altri. Le psi­cosette che, sotto la maschera del be­nessere fisico e psicologico, rivelano un volto crudele che manipola e schiavizza la persona. O le sette che propongono la cultura dell’orrore e del macabro come i gruppi satanici dediti alla stregoneria e al­la magia nera. «Sono pericolosissime – conclude don Buonaiuto – perché esal­tano il male facendolo passare per un be­ne. Si inizia proponendo ai ragazzi di in­contrarsi nei cimiteri. Si finisce per coin­volgerli nel vilipendio di cadaveri e nei furti di ostie consacrate. Il tutto accom­pagnato dalla somministrazione di stu­pefacenti. Sono realtà animate da un principio anticristiano che abusano del sacro e del suo linguaggio per scopi terribili".
Ma come può porsi la Chiesa di fronte a questi fenomeni? Mons.Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro, non ha dubbi. «Le sette – dice – sono la più grande sfida che il cattolicesimo ri­ceve dal contesto della vita sociale, so­prattutto dei giovani. Studiare questo fe­nomeno, che è molto vasto, complesso e a tratti contraddittorio ci serve per ca­pire l’identità dell’avvenimento della fe­de e quindi la necessità di rinnovarne la professione nel mondo. D’altra parte ci rende coscienti del terribile attacco che di generazione in generazione lo spirito del male compie nei confronti della fe­de. Di fronte a questo fenomeno mi sem­bra che negli ultimi anni si sia peccato un po’ di provincialismo. Si è ridotto il feno­meno a un fatto di costume o psicologi­co smarrendo il quadro globale. La Chie­sa può vincere questa sfida: ma occorre che i cristiani prendano coscienza di que­sta realtà e della loro diversità rispetto al­le sette».
Da parte sua il vescovo di Piacenza-Bob­bio, Gianni Ambrosio ricorda che quella delle sette «è una sfida pastorale impor­tante perché esse possono attecchire so­lo se trovano un terreno preparato. A que­sto dobbiamo prestare molta attenzio­ne: e curare gli aspetti culturali, sociali e religiosi per far sì che non ci sia un terre­no propizio per il diffondersi di certi fe­nomeni. In questa prospettiva la strada dell’educazione è importante: per mo­strare che il punto di forza di certi grup­pi (la presentazione della vita troppo semplice e accomodante) è in realtà un punto di debolezza. Farlo conoscere è un punto cruciale del cammino formativo».
da Bologna, Stefano ANDRINI
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Re: CATTURATI DALLE SETTE - Avvenire 17/4/2008.

Messaggioda Leonardo » gio apr 17, 2008 10:03 pm

Così agiscono quelle «mani occulte»
DA BOLOGNA

Per tormentare le loro vittime le «mani occulte» riescono ad infiltrarsi in qualsiasi ambiente. È questa la tesi, documentata, del libro «Le mani occulte, viaggio nel mondo del satanismo» (edito da Città Nuova) di don Aldo Buonaiuto. Tante le storie che la confermano. Come quella di M.
L’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è stata contatta per questo caso nel 2003. Durante la scuola media M. viene segnalata dal Tribunale dei minori come caso di particolare disagio. Viene allontanata dalla famiglia e inserita in un istituto. Ma non accetta la nuova realtà dimostrando evidenti segni di ribellione. Dopo diversi anni entra finalmente in una casa famiglia. In questo nuovo contesto la ragazza si apre e racconta che negli anni della scuola è oggetto di plagio da parte di un insegnante che la introduce negli ambienti di riti satanici dove, come vittima sacrificale, subisce ripetute forme di inaudita violenza. Rimane incinta e partorisce un bambino. Gli esponenti della setta, allora le giurano che non la renderanno mai più libera.
Da qui il suo sofferto silenzio per tanti anni e il suo grave malessere. Grazie al Tribunale dei Minori la ragazza e il bambino rimangono in un luogo segreto dove M. potrà recuperare il suo equilibrio psicofisico. Oggi è una buona madre e con il suo bambino si è integrata nel nuovo ambiente. Ma le «mani occulte continuano a cercare entrambi. È una storia che conferma come ci sia un grande bisogno di ascolto: molti lamentano che quando parlano di queste cose non sono creduti. Ma il grido disperato di chi ha ancora il coraggio di parlare e denunciare certi fatti intollerabili «ci spinge» ricorda l’associazione «a non arrenderci, a dare voce ai poveri di questo mondo perché si tratta di gente spogliata di tutto, dalla dignità al rispetto, fino alle minime condizioni di sopravvivenza psicofisica e materiale».
Stefano Andrini


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Re: CATTURATI DALLE SETTE - Avvenire 17/4/2008.

Messaggioda Leonardo » ven apr 25, 2008 9:17 pm

Predicatore del Papa, P.Cantalamessa: attenti alle Sette e agli pseudo-maghi. (Zenit)

Atti 2,14a.36-41; 1 Pietro 2, 20b-25; Giovanni 10, 1-10 (Domenica IV di Pasqua)

IO SONO IL BUON PASTORE

Questa è la domenica del Buon Pastore, ma per una volta non è su di lui che vogliamo concentrare l'attenzione quanto piuttosto sul suo antagonista. Chi è il personaggio definito "ladro" ed "estraneo"? Gesù pensa, in primo luogo, ai falsi profeti e agli pseudo-messia del suo tempo che si spacciavano per inviati da Dio e liberatori del popolo, mentre in realtà non facevano altro che mandare la gente a morire per loro. Oggi questi "estranei" che non entrano per la porta, ma si introducono nell'ovile di soppiatto, che "rubano" le pecore e le "uccidono" sono visionari fanatici, o approfittatori astuti, che speculano sulla buona fede e la ingenuità della gente. Mi riferisco a fondatori o capi di sette religiose che pullulano nel mondo.
Quando parliamo di sette, dobbiamo però stare attenti a non mettere tutto sullo stesso piano. Gli Evangelici e i Pentecostali protestanti, per esempio, a parte gruppi isolati, non sono sette. La Chiesa cattolica da anni mantiene con essi un dialogo ecumenico a livello ufficiale, ciò che non farebbe mai con le sette.

Le vere sette si riconoscono da alcune caratteristiche. Anzitutto quanto al contenuto del loro credo, essi non condividono punti essenziali della fede cristiana, come la divinità di Cristo e la Trinità; oppure mescolano a dottrine cristiane elementi estranei incompatibili con esse, come la reincarnazione. Quanto ai metodi, sono, alla lettera "ladri di pecore", nel senso che tentano con tutti i mezzi di strappare i fedeli alla loro Chiesa di origine, per farne degli adepti della loro setta. Sono di solito anche aggressivi e polemici. Più che proporre dei contenuti propri, passano il tempo ad accusare, polemizzare, contro la Chiesa, la Madonna e in genere tutto ciò che è cattolico. Siamo, con ciò, agli antipodi del Vangelo di Gesù che è amore, dolcezza, rispetto per la libertà altrui. L'amore evangelico è il grande assente dalle sette.

Gesù ci ha dato un criterio sicuro di riconoscimento: "Guardatevi, ha detto, dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete" (Mt 7,16). E i frutti più comuni del passaggio delle sette sono famiglie spaccate, fanatismo, attese apocalittiche della fine della mondo, regolarmente smentite dai fatti.

C'è un altro tipo di sette religiose, nate fuori del mondo cristiano, in genere importate dall'oriente. A differenza delle prime, esse non sono aggressive, si presentano anzi "in vesti di agnello", predicando l'amore per tutti, per la natura, la ricerca dell'io profondo. Sono formazioni spesso sincretistiche, cioè che mettono insieme elementi di varie provenienze religiose, come è il caso di New Age.

L'immenso danno spirituale di chi si lascia convincere da questi nuovi messia, è che perde Gesù Cristo e con lui quella "vita in abbondanza" che egli è venuto a portare. Alcune di queste sette sono pericolose anche sul piano della sanità mentale e dell'ordine pubblico. Le vicende ricorrenti di plagio e di suicidi collettivi ci avvertono fin dove può portare il fanatismo di qualche capo settario.

Quando si parla delle sette dobbiamo però recitare anche un «mea culpa». Spesso le persone finiscono in qualche setta per il bisogno di sentire il calore e il supporto umano di una comunità, che non hanno trovato nella loro parrocchia.
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