AMNESTY INTERNATIONAL - Avvenire 18/12/2007.

Segnalazioni di giornali, riviste, trasmissioni radio-televisive che riguardino i Movimenti Religiosi Alternativi e le tematiche a questi connesse.

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AMNESTY INTERNATIONAL - Avvenire 18/12/2007.

Messaggioda Leonardo » mer dic 19, 2007 7:17 pm

Amnesty: lo spartiacque resta l’aborto
Caro Direttore, in base a quanto scritto sul giornale diverse volte sulla posizione di Amnesty International relativamente all’aborto, stavo per mandare a detta associazione la richiesta da socio, quando ricevetti il notiziario A.I. di ottobre-dicembre.
Poiché viene detto che l’interpretazionedi Avvenire sulla posizione in questione è distorta e 'in malafede'. le sarei molto grato se potesse chiarire come stanno effettivamente le cose. Ciò per permettermi di prendere le decisioni del caso verso A.I. (= Amnesty International).
R. Bargellini Udine :?:


Le ragioni delle nostre obiezioni alla decisione adottata da Amnesty sono tutte desumibili dalla spiegazione che l’organo italiano di Amnesty dà della scelta compiuta dall’associazione: «La posizione adottata in Messico consentirà ad A.I. di occuparsi di aspetti specifici riguardanti l’aborto, nella misura in cui questi sono direttamente legati alle nostre attività sul diritto alla salute e sulla violenza contro le donne». Quando la promozione o la salvaguardia della «salute» – credo non sfugga ad alcuno la labilità dei confini di tale termine – lo esigono, Amnesty potrà quindi agevolare il ricorso all’aborto, considerandolo parte del diritto alla salute.
Qui sta il nocciolo della questione, stigmatizzato da noi e denunciato da organismi e personalità della Chiesa. Come abbiamo ripetutamente segnalato, per noi è impossibile accettare che la difesa della vita minacciata, meritoriamente sostenuta da AI in tantissime parti del mondo, si accompagni alla condiscendenza nei confronti dell’aborto, che è offesa atroce alla vita più inerme, quella di chi non è ancora nato ma è già essere umano.
L’associazione ha ampiamente argomentato la sua posizione sul nostro supplemento 'èvita' del 31 maggio. In quell’intervento come in una presa di posizione successiva, risaltava l’assoluta prevalenza attribuita al diritto della donna di essere tutelata nell’autonomia delle proprie scelte e di una corrispondente totale non considerazione per la realtà del feto.
Prima della decisione adottata in Messico l’aborto non era contemplato tra le scelte cui AI poteva concorrere; successivamente, invece, sì. Quella decisione ha quindi per noi rappresentato uno spartiacque, un crinale decisivo: oppositori radicali dell’aborto non riteniamo possibile collaborare con chi lo contempla e, di fatto, nel presentarlo come possibilità, se ne fa promotore.
In merito alle accuse rivolteci, riconosciamo ovviamente il diritto di critica, per il resto invitiamo gli interessati a leggere quanto abbiamo scritto sull’argomento nei mesi scorsi – tutti gli articoli sono disponibili online, raggiungibili con una semplice ricerca –, confrontando i nostri rilievi con quanto proposto dal sito di Amnesty (http://www.amnesty.it). Un’ultima considerazione, relativa al fatto che Amnesty lamenta che Avvenire le abbia rimproverato di considerare l’aborto un 'diritto umano'. Dice l’associazione: « La posizione di Amnesty non è per l’aborto come diritto ma per i diritti umani delle donne che devono vivere libere dalla paura, dalla violenza e dalle coercizioni quando affrontano le conseguenze dello stupro e di altre violazioni dei diritti umani. La policy adottata consentirà all’associazione di occuparsi di questioni specifiche riguardanti l’aborto, nella misura in cui queste sono direttamente legate alle attività di Amnesty International sul diritto alla salute e sulla violenza contro le donne. Amnesty International pertanto chiederà agli Stati di: [...] garantire l’accesso a servizi legali e sicuri di aborto a ogni donna la cui gravidanza sia dovuta a una violenza sessuale o a incesto o la cui gravidanza presenti un rischio per la sua vita o la sua salute» (il testo completo è all’indirizzo Internet http://www.amnesty.it/pressroom/documenti/index.html): cosa manca perché si possa definire 'diritto umano' una facoltà tanto ampia e generalizzata da non poter in pratica vedere esclusa alcuna circostanza (ribadiamo: col termine salute si avalla tutto, lo dimostra in maniera inoppugnabile la nostra Legge 194).

Il Direttore. :idea:
festina lente
Leonardo
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