CHIARA. Una storia straordinaria del nostro tempo

Segnalazioni di giornali, riviste, trasmissioni radio-televisive che riguardino i Movimenti Religiosi Alternativi e le tematiche a questi connesse.

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Messaggioda Leonardo » dom giu 24, 2012 4:03 pm

Chiara Corbella Petrillo: la seconda Gianna Beretta Molla - da Zenit 16 Giugno 2012

La straordinaria storia della giovane morta a 28 anni per aver rimandato le cure del tumore per portare a termine la gravidanza. Oggi i funerali a Roma. -di Salvatore Cernuzio

ROMA, sabato, 16 giugno 2012 (ZENIT.org) – A volte Dio come un buon giardiniere scende nel suo orto per controllare i fiori che ha piantato e se trova uno particolarmente bello, lo prende con Sé e lo porta nella Sua casa. È successo proprio questo oggi, nella chiesa di Santa Francesca Romana, nella zona Ardeatina della Capitale, dove si è celebrato il funerale, anzi la “nascita al Cielo” della giovane Chiara Petrillo, dopo una sofferenza di circa due anni provocate da un tumore. Una cerimonia tutt’altro che funebre: una grande festa a cui hanno preso parte circa mille persone che hanno occupato la chiesa fino ai suoi balconcini più alti, cantando, suonando, applaudendo e pregando dall’ingresso della bara fino alla sua uscita.

È una storia straordinaria quella di Chiara, che in questi giorni sta girando in tutti i canali della rete, tanto che il video su Youtube - Testimonianza di Enrico e Chiara - ha registrato più di 500 visualizzazioni in un solo giorno. Non si può restare impassibili di fronte a questa storia di santità dei nostri giorni. Una storia che merita di essere conosciuta e raccontata, come hanno scritto molti utenti nei loro commenti, perché è una dimostrazione di come sia possibile realizzare oggi le parole di Giovanni Paolo II quando disse: “Tutti possono aspirare alla santità, la misura alta della nostra vita quotidiana”. Soprattutto è la prova che, nonostante siamo immersi oggi in una società egoista che insegna a salvaguardare il proprio benessere prima di ogni altra cosa, c’è ancora chi, con la forza della fede, è capace di morire per l’altro, di sacrificare la propria vita pur di permettere ad una nuova di nascere.

Questa ragazza romana di soli 28 anni, bella, solare, con il sorriso sempre sulle labbra, è morta, infatti, per aver rimandato le cure che avrebbero potuto salvarla, pur di portare a termine la gravidanza del suo Francesco, un bambino atteso fin dal primo momento del suo matrimonio con Enrico. Non era la prima gravidanza di Chiara. Pochi mesi dopo le nozze, la ragazza era rimasta incinta di Maria, una bimba a cui sin dalle prime ecografie, era stata diagnosticata un’anencefalia, ovvero una malformazione congenita per cui sarebbe nata priva totalmente o parzialmente dell’encefalo.

I due giovani sposi accolsero senza alcuna esitazione questa nuova vita come un dono di Dio, nonostante i medici avessero tentato più volte di farli desistere. E gioirono per tutti i 30 minuti di vita della piccola, celebrando il battesimo e accompagnandola nella sua «nascita in cielo». Alcuni mesi dopo, una nuova gravidanza. Anche in questo caso, però, la gioia della notizia venne minata dalle prime ecografie che non facevano presagire nulla di positivo. Il bimbo, un maschietto di nome Davide, sarebbe nato senza gli arti inferiori. Armati dalla fede e dall’amore che ha sempre sorretto il loro matrimonio, i due sposi decisero di portare a termine la gravidanza. Una scelta “incosciente e ostinata” ha scritto qualcuno sul web, ma sicuramente una scelta di fede, frutto della convinzione che le chiavi della vita e della morte sono custodite solo da Dio.

Verso il settimo mese, una nuova ecografia rivelava delle malformazioni viscerali con assenza degli arti inferiori per il piccolo Davide. “Il bambino è incompatibile alla vita” era la sentenza. Incompatibile forse alla vita terrestre, ma non a quella celeste. La coppia infatti ha atteso la nascita del bambino, il 24 giugno 2010, e dopo aver celebrato subito il suo battesimo, ha accompagnato con la preghiera la sua breve vita fino all’ultimo respiro. Sofferenze, traumi, senso di scoraggiamento, ma Chiara ed Enrico non si sono mai chiusi alla vita, tanto che dopo qualche tempo arrivò un’altra gravidanza: Francesco.

Questa volta le ecografie confermavano la buona salute del bimbo, tuttavia al quinto mese a Chiara i medici diagnosticarono una lesione della lingua che dopo un primo intervento, si confermò essere la peggiore delle ipotesi: un carcinoma. Da lì in poi una serie di combattimenti. Chiara e il marito, però, non hanno perso la fede e “alleandosi” con Dio decisero ancora una volta di dire sì alla vita. Chiara difese Francesco senza alcun ripensamento e, pur correndo un grave rischio, rimandò le cure portando avanti la maternità. Solo dopo il parto, infatti, la giovane potè sottoporsi a un nuovo intervento chirurgico più radicale e poi ai successivi cicli di chemio e radioterapia. Francesco è nato sano e bello il 30 maggio 2011; ma Chiara, consumata nel corpo fino a perdere anche la vista dell’occhio destro, dopo un anno, non ce l’ha fatta. Mercoledì, verso mezzogiorno, circondata da parenti e amici, ha terminato la battaglia contro il “drago” che la perseguitava, come lei definiva il tumore, in riferimento alla lettura dell’Apocalisse.

Come, però, si legge nella medesima lettura - scelta non a caso nella cerimonia funebre - una donna ha sconfitto il drago. Chiara, infatti, avrà perso il suo combattimento terreno, ma ha vinto la vita eterna e ha donato a noi tutti una vera testimonianza di santità. “Una seconda Gianna Beretta Molla” l’ha definita il cardinale vicario, Agostino Vallini, che ha voluto omaggiare con la sua presenza Chiara, che aveva conosciuto qualche mese fa insieme a Enrico. “La vita è come un ricamo di cui noi vediamo il rovescio, la parte disordinata e piena di fili – ha detto il porporato – di tanto in tanto, però la fede ci permette di vedere un lembo della parte dritta”. È il caso di Chiara secondo il cardinale: “una grande lezione di vita, una luce, frutto di un meraviglioso disegno divino che ci sfugge, ma che c’è”. “Io non so cosa Dio abbia preparato per noi attraverso questa donna” ha soggiunto, “ma è sicuramente qualcosa che non possiamo perdere; perciò raccogliamo questa eredità che ci ricorda di dare il giusto valore ad ogni piccolo o grande gesto quotidiano”.

“Questa mattina stiamo vivendo, quello che 2000 anni fa visse il centurione, quando vedendo morire Gesù disse: Costui era veramente figlio di Dio” ha detto invece nella sua omelia frate Vito, giovane francescano, conosciuto ad Assisi, che ha assistito spiritualmente Chiara e la sua famiglia nell’ultimo periodo, trasferendosi anche nella loro casa. “La morte di Chiara è stata il compimento di una preghiera” ha proseguito. La giovane, difatti, ha raccontato il frate, “dopo la diagnosi medica del 4 aprile che la dichiarava ‘malata terminale’, ha chiesto un miracolo: non la guarigione, ma di far vivere questi momenti di malattia e sofferenza nella pace a lei e alle persone più vicine”. “E noi – ha detto ancora frate Vito, visibilmente emozionato – abbiamo visto morire una donna non solo serena, ma felice”. Una donna che ha vissuto spendendo la sua vita per l’amore agli altri, arrivando a confidare ad Enrico “forse la guarigione in fondo non la voglio, un marito felice e un bambino sereno senza la mamma rappresentano una testimonianza più grande rispetto ad una donna che ha superato una malattia. Una testimonianza che potrebbe salvare tante persone…”. A questa fede Chiara è arrivata pian piano, ha precisato frate Vito, “seguendo la regola appresa ad Assisi dai francescani che tanto amava: piccoli passi possibili”. Un modo, ha spiegato, “per affrontare la paura del passato e del futuro di fronte ai grandi eventi, e che insegna a cominciare dalle piccole cose. Noi non possiamo trasformare l’acqua in vino, ma iniziare a riempire le giare. Chiara credeva in questo e ciò l’ha aiutata a vivere una buona vita e quindi una buona morte, passo dopo passo”.

Un grande passo, però, ora Chiara l’ha compiuto: il matrimonio celeste con il suo Sposo “pronto per lei” – come cantavano i giovani del suo gruppo parrocchiale – tanto che per l’occasione nella bara era vestita con il suo abito nuziale. Chiara, ora, potrà “accudire i suoi Maria e Davide” e “pregare per Francesco” come scriveva nella lettera lasciata a suo figlio, letta oggi da Enrico.E tutti noi, così come questa mattina abbiamo portato via dalla Chiesa una piantina – per volontà di Chiara che non voleva fiori al suo funerale, ma che ognuno ricevesse un dono – portiamo nel cuore un “pezzetto” di questa testimonianza, pregando e chiedendo la grazia a questa giovane donna che forse un domani chiameremo Beata Chiara Corbella.
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Re: CHIARA. Una storia straordinaria del nostro tempo

Messaggioda Leonardo » dom giu 24, 2012 4:19 pm

Alcuni utili link:


http://www.agoratv.it/?p=8526.

http://www.rassegnastampa-totustuus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=5110
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Re: CHIARA. Una storia straordinaria del nostro tempo

Messaggioda Leonardo » dom giu 24, 2012 4:22 pm

La storia di Chiara: rinuncia alle cure per salvare il figlio - Roma: Avvenire 16/6/2012


Gli diranno, quando sarà grande e potrà capire, che sua madre è morta per farlo nascere; gli diranno pure di non sentirsi in colpa perché questa scelta sua mamma la fece senza esitazione, e gli diranno ancora che il coraggio di questa scelta nasceva da una fede chiara, limpida e infinita. Francesco ha compiuto da pochi giorni un anno e non sa che questa mattina sua madre, Chiara Corbella, ai piedi dell’altare, nella chiesa di Santa Francesca Romana, avrà l’estremo saluto del suo papà, Enrico Petrillo, che ha atteso con la gioia di ogni padre la sua nascita, e degli amici che in tutti i mesi della lunga e difficile malattia hanno pregato per la sua guarigione. Quando sarà più grande, Francesco, potrà vedere sua madre in un video che, certo, gli conserveranno. Racconta commossa la storia difficile che ha vissuto senza mai rassegnarsi o disperare. Sua madre, quando è volata in cielo, aveva soltanto ventotto anni.
Lei ed Enrico si conobbero durante un viaggio a Medjugorje. Da quel giorno si intendono, si capiscono, si amano e vivono insieme un’intensa fede. Si sposano nel 2008 e presto assaporeranno la gioia dell’attesa. L’attesa di Maria, che verrà al mondo soltanto per mezz’ora. Quanti progetti per questa figlia! Le prime ecografie, però, mostrano una grave malformazione del feto. Maria ha una anencefalia, l’encefalo, cioè, non si è formato completamente. Se nasce, vivrà per poco. Chiara poteva abortire da subito, ma non lo fa. Vuole, anzi vogliono Maria. Che nasce e lei può tenerla in braccio soltanto per mezz’ora. Poi vola in cielo: c’è stato soltanto il tempo per battezzarla. Ecco Chiara nel filmato che conserveranno per Francesco quando potrà capire. È un incontro delle Acli di Roma in una chiesa della Capitale. Le sta a fianco Enrico (vedi qui il servizio di Tv2000). Dice della gravidanza che non volle interrompere. Spesso la commozione prende il sopravvento, ma lei poi la tiene a bada. «Il Signore – dice – mette la verità in ognuno di noi e non c’è possibilità di fraintendere». Ricorda il momento che Maria viene alla luce, e spiega: «Se avessi abortito, non penso che avrei ricordato quel giorno come giorno di festa. Invece ricordo la gioia di quel giorno quando è nata». Questa gioia di essere mamma pensa di conservarla per tutta la vita. Aggiunge: «Alle mamme vorrei dire che conta il fatto di avere avuto il dono del figlio, non il tempo che ci è riservato di stare con lui.» Quella mezz’ora pensa di ricordarla tutta una vita, che però sarà breve. Presto è di nuovo incinta. Aspettano Davide. Ma è ancora una ecografia a dire che al bambino mancano le gambe. Nessun dubbio. Nascerà così. A questa malformazione del feto si aggiunge poi un’altra grave anomalia. Nasce e vivrà per poche ore anche Davide. Il terzo, Francesco che è nato, è invece sano. L’ecografia questa volte non è una sentenza di morte. È a Chiara, però, che verrà diagnosticato, al quinto mese di gravidanza, un carcinoma alla lingua. È messa stavolta davanti all’angoscia della scelta: curarsi e lasciare che Francesco muoia, oppure... Chiara, che non ha mai esitato e che con la preghiera ha sempre scacciato ogni angoscia, sceglie: porta avanti la gravidanza. «Poi – si dice – penserò a me». E Francesco nasce, quando subisce un secondo intervento chirurgico e inizia quel viatico difficile e duro che passa attraverso la chemioterapia per estirpare il cancro che, invece, si è fatto strada nel suo corpo e non andrà mai via. Un anno fa, l’ultimo referto, quello che non lascia speranze. Ma lei di speranza ne ha ancora e fa un gesto straordinario. Organizza un viaggio a Medjugorje per i parenti e gli amici. Massimiliano Modesti è tra loro. Ricorda quei giorni: «Fino all’ultimo ha avuto un pensiero per gli altri. È come se avesse voluto prepararci alla sua fine. Ma con questo addio volle dirci che non lasciava una sofferenza, ma un messaggio di vita a chi sarebbe rimasto». Lui dice che Chiara negli ultimi giorni si poneva la domanda: «Come sarà il Paradiso?» L’amico pensa pure che lo abbia in qualche modo intravisto; pensa che avesse afferrato tutto il suo splendore e avesse trovato così la forza di andarci senza paura. Perché la paura, nella sua breve vita, Chiara non l’ha mai conosciuta.

Giovanni Ruggiero
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Re: CHIARA. Una storia straordinaria del nostro tempo

Messaggioda mama pb » mar giu 26, 2012 9:33 pm

Chiara, prega per noi
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Re: CHIARA. Una storia straordinaria del nostro tempo

Messaggioda Armando » mer giu 27, 2012 6:43 pm

C'è questo bellissimo sito dedicato a lei:
http://www.chiaracorbellapetrillo.it/
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Re: CHIARA. Una storia straordinaria del nostro tempo

Messaggioda Leonardo » gio giu 28, 2012 6:47 pm

GRAZIE Armando per la segnalazione del sito.

In effetti si tratta del "SITO UFFICIALE DEL SITO DI CHIARA CORBELLA PORTELLO":
"Siamo nati e non moriremo mai più".

CHIARA chi é? Chiara Corbella Portello é nata in cielo il 13 giugno 2012, lasciando una testimonianza di fede.

La sua storia completa:

[b]http://chiaracorbellapetrillo.tumblr.com/[/b]

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Re: CHIARA. Una storia straordinaria del nostro tempo

Messaggioda Leonardo » lun ott 08, 2012 10:52 am

Su Radio Maria, sabato 6 Ottobre 2012, Padre Livio -dopo la usuale rassegna stampa- ha letto la storia
di amore, di fede e di speranza di Chiara Corbello Petrillo, della Parrocchia di S.Francesca Romana -Roma.
Storia, narrata dalla stessa Chiara, prima del ritorno alla Casa del Padre.
Il testo é stato pubblicato sul settimanale "TEMPI" che si trova in edicola (mese di Ottobre).
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Re: CHIARA. Una storia straordinaria del nostro tempo

Messaggioda Leonardo » lun ott 08, 2012 5:32 pm

Ottobre 4 2012 "Tempi" -di Benedetta Frigerio

Chiara Corbella, la grazia di vivere la grazia

L’amore combattuto. I figli concepiti e perduti. Un’altra gravidanza. Poi la malattia. E la scelta di dare alla luce Francesco, pagando il prezzo più alto. La misteriosa serenità di Chiara Corbella e suo marito Enrico. Una testimonianza inedita

http://www.tempi.it/chiara-corbella-la-grazia-di-vivere-la-grazia



Ottobre 8 "Tempi" -di Emmanuele Michela

Socci: «L’eroica quotidianità di Chiara Corbella. La sua storia è opera della Grazia»

«C’è un giardino nel mondo dove fioriscono queste meraviglie. È la Chiesa, che però per i giornali è tutt’altro».
Intervista ad Antonio Socci, sulla storia di Chiara Corbella: «Colpisce ol suo affidamento totale a Gesù"


http://www.tempi.it/socci-leroica-quotidianita-di-chiara-corbella-la-sua-storia-e-opera-della-grazia
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Re: CHIARA. Una storia straordinaria del nostro tempo

Messaggioda Leonardo » sab giu 15, 2013 3:43 pm

Uomini e donne di fede

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Chiara Corbella: l'esperienza di vivere vicino ad una santa del nostro tempo

Ricorre oggi il primo anniversario della scomparsa della giovane 28enne che aveva rimandato le cure di un tumore per far nascere il suo bambino. Le cugine la ricordano - Di Salvatore Cernuzio

ROMA, 13 Giugno 2013 (Zenit.org) - Esattamente un anno fa, sulle pagine dei giornali e sulla bocca di ogni persona c’era un solo nome: Chiara Corbella Petrillo. La storia della giovane ragazza romana, morta a 28 anni dopo aver rimandato le cure di un carcinoma alla lingua pur di portare a termine la gravidanza del suo bambino, aveva colpito la sensibilità dell’opinione pubblica e più di qualcuno aveva parlato di un caso di santità dei nostri giorni.

Chiara saliva alla Casa del Padre il 13 giugno 2012, dopo una dura lotta contro la malattia. Un lungo tempo di sofferenza fisica, che però questa splendida ragazza ha trasformato in occasione di conversione per sé e per gli altri, a cui ha donato un vero insegnamento di amore cristiano. Quell’amore, cioè, che va oltre la morte, che mira ad un bene più grande, ovvero quello del figlio portato in grembo e non il proprio, e che non rende vane le gravidanze di due bambini bollati dai medici “incompatibili alla vita”, perché, diceva, saranno “compatibili alla vita eterna”.

La storia della giovane donna ha commosso, ha sconvolto, ha fatto sorgere interrogativi, ma soprattutto ha posto agli occhi di tutti una verità: la vita eterna inizia già su questa terra. E, con la fede, puoi continuare a sorridere anche tra mille operazioni, anche se hai perso la vista di un occhio, anche se probabilmente sai che il tuo bambino non conoscerà mai la sua mamma…

Oltre che una testimonianza, quella di Chiara è stata un pugno allo stomaco per questo mondo egoista che continua a sopprimere la vita nascente. E la gente questo l’ha apprezzato, l’ha capito. Lo dimostra l’attenzione per la sua vicenda, in Italia così come Oltreoceano. O le oltre mille persone intervenute al funerale, il 16 giugno, nella parrocchia di Santa Francesca Romana. Tra cui anche il cardinale vicario Agostino Vallini, che ha voluto dare il suo personale saluto a colei che ha definito “una seconda Gianna Beretta Molla”.

Ad un anno dalla scomparsa, il ricordo di Chiara Corbella è più vivo che mai. Soprattutto nel cuore del marito Enrico e della famiglia che vive oggi la sua dipartita con serenità, perché “era questo ciò che voleva: che non fossimo tristi, ma gioissimo con lei perché raggiungeva il suo Sposo”.

Lo affermano le cugine Giulia, Elena e Laura che hanno condiviso con ZENIT i loro personali ricordi. “Di Chiara non potrò mai dimenticare il suo sguardo solare al funerale dei primi due figli” racconta Elena. “Era contenta perché quella era la volontà di Dio e sapeva che Lui si sarebbe preso cura di loro. Erano lei ed Enrico a ‘consolare’ la gente che li circondava, scossa dagli eventi dolorosi della loro vita. Loro però, grazie alla fede, avevano dato un senso a tutto ciò” afferma la ragazza.

“Ricordo l'attenzione che sapeva dimostrare agli altri anche nei momenti più improbabili” riferisce invece Laura. “Due anni fa subii un banale intervento al naso per problemi respiratori. Mi telefonò per sapere come stavo; la cosa mi sorprese molto, perché stava attraversando un momento difficilissimo: di lì a poco sarebbe nato suo figlio Francesco e avrebbe dovuto iniziare la chemioterapia”.

Anche Giulia, la primogenita, coetanea di Chiara, ricorda l’innata propensione della cugina a dare sempre la precedenza al bene degli altri. “Qualche mese prima del mio matrimonio – racconta – io e Andrea, attualmente mio marito, dopo una grossa crisi avevamo deciso di lasciarci. Molte persone mi sono state vicino, ma Chiara, che in quel periodo era incinta del suo secondo figlio, è stata l’unica a trasmettermi davvero la serenità”.“Mi diceva: ‘Coraggio, bisogna passare per il Venerdi Santo, ma dura poco… Ci credi che Dio ha preparato per te il tuo Tobia?’. Mi ha insegnato a dare un senso dove io vedevo solo disperazione. Ed è straordinario che l’abbia fatto in un momento come quello, con tutti i problemi della gravidanza (Davide è nato morto un mese dopo per delle malformazioni viscerali e l’assenza di arti inferiori)”. “Mi è stata così d’aiuto che la scelsi come mia testimone di nozze!” conclude Giulia.

In particolare, le tre sorelle portano nel cuore l’esperienza del viaggio a Medjugorie: un desiderio che vollero realizzare Chiara ed Enrico appena saputo che il cancro era diventato incurabile e le sarebbe rimasto poco da vivere. La coppia prenotò un aereo per la Croazia dal 17 al 19 aprile e portò con sé amici e parenti, “perché tutti potessimo ricevere la grazia di accogliere la grazia”.

“Di fronte ad un’ennesima prova – dice Laura - la più difficile di tutte quelle che il Signore gli aveva dato, la loro reazione è stata: ‘Andiamo a ringraziare la Madonna di Medjugorie per come ci ha sostenuti ed aiutati fin qui’”. “La cosa che mi ha colpito maggiormente nel viaggio - aggiunge Elena - è una frase che Chiara disse dopo aver parlato con uno dei veggenti: ‘Ora che ho la certezza che il Paradiso è stupendo, quasi non mi dispiace raggiungerlo’".

Nell'ultima Messa, riferiscono le sorelle, Chiara volle che tutte le coppie di fidanzati presenti ricevessero un Rosario, “perché ci disse che era uno strumento potente che aveva sostenuto lei ed Enrico in tutte le prove”. “Nostra cugina rappresenta l’esempio eclatante di come una persona normale possa fare grandi cose semplicemente abbandonandosi al Signore” concludono, “e l’eredità che ci ha lasciato è tutta racchiusa nelle sue tre P: Piccoli Passi Possibili”.

*

Oggi pomeriggio, alle 17, al Santuario del Divino Amore sarà celebrata la Santa Messa per il primo anniversario della nascita al Cielo di Chiara. Presiederà Don Fabio Rosini. Seguirà un incontro con la testimonianza del marito Enrico, dei familiari, di Padre Vito D’Amato e di altri amici che le sono stati accanto. L’ingresso è libero.
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Re: CHIARA. Una storia straordinaria del nostro tempo

Messaggioda Leonardo » mer giu 19, 2013 9:09 pm

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Chiara Corbella: l'esperienza di vivere vicino ad una santa del nostro tempo - Zenit 13 Giutno 2013
Ricorre oggi il primo anniversario della scomparsa della giovane 28enne che aveva rimandato le cure di un tumore per far nascere il suo bambino.
Le cugine la ricordano.
- di Salvatore Cernuzio

ROMA, 13 Giugno 2013 (Zenit.org) - Esattamente un anno fa, sulle pagine dei giornali e sulla bocca di ogni persona c’era un solo nome: Chiara Corbella Petrillo. La storia della giovane ragazza romana, morta a 28 anni dopo aver rimandato le cure di un carcinoma alla lingua pur di portare a termine la gravidanza del suo bambino, aveva colpito la sensibilità dell’opinione pubblica e più di qualcuno aveva parlato di un caso di santità dei nostri giorni.

Chiara saliva alla Casa del Padre il 13 giugno 2012, dopo una dura lotta contro la malattia. Un lungo tempo di sofferenza fisica, che però questa splendida ragazza ha trasformato in occasione di conversione per sé e per gli altri, a cui ha donato un vero insegnamento di amore cristiano. Quell’amore, cioè, che va oltre la morte, che mira ad un bene più grande, ovvero quello del figlio portato in grembo e non il proprio, e che non rende vane le gravidanze di due bambini bollati dai medici “incompatibili alla vita”, perché, diceva, saranno “compatibili alla vita eterna”.

La storia della giovane donna ha commosso, ha sconvolto, ha fatto sorgere interrogativi, ma soprattutto ha posto agli occhi di tutti una verità: la vita eterna inizia già su questa terra. E, con la fede, puoi continuare a sorridere anche tra mille operazioni, anche se hai perso la vista di un occhio, anche se probabilmente sai che il tuo bambino non conoscerà mai la sua mamma…

Oltre che una testimonianza, quella di Chiara è stata un pugno allo stomaco per questo mondo egoista che continua a sopprimere la vita nascente. E la gente questo l’ha apprezzato, l’ha capito. Lo dimostra l’attenzione per la sua vicenda, in Italia così come Oltreoceano. O le oltre mille persone intervenute al funerale, il 16 giugno, nella parrocchia di Santa Francesca Romana. Tra cui anche il cardinale vicario Agostino Vallini, che ha voluto dare il suo personale saluto a colei che ha definito “una seconda Gianna Beretta Molla”.

Ad un anno dalla scomparsa, il ricordo di Chiara Corbella è più vivo che mai. Soprattutto nel cuore del marito Enrico e della famiglia che vive oggi la sua dipartita con serenità, perché “era questo ciò che voleva: che non fossimo tristi, ma gioissimo con lei perché raggiungeva il suo Sposo”.

Lo affermano le cugine Giulia, Elena e Laura che hanno condiviso con ZENIT i loro personali ricordi. “Di Chiara non potrò mai dimenticare il suo sguardo solare al funerale dei primi due figli” racconta Elena. “Era contenta perché quella era la volontà di Dio e sapeva che Lui si sarebbe preso cura di loro. Erano lei ed Enrico a ‘consolare’ la gente che li circondava, scossa dagli eventi dolorosi della loro vita. Loro però, grazie alla fede, avevano dato un senso a tutto ciò” afferma la ragazza.

“Ricordo l'attenzione che sapeva dimostrare agli altri anche nei momenti più improbabili” riferisce invece Laura. “Due anni fa subii un banale intervento al naso per problemi respiratori. Mi telefonò per sapere come stavo; la cosa mi sorprese molto, perché stava attraversando un momento difficilissimo: di lì a poco sarebbe nato suo figlio Francesco e avrebbe dovuto iniziare la chemioterapia”.

Anche Giulia, la primogenita, coetanea di Chiara, ricorda l’innata propensione della cugina a dare sempre la precedenza al bene degli altri. “Qualche mese prima del mio matrimonio – racconta – io e Andrea, attualmente mio marito, dopo una grossa crisi avevamo deciso di lasciarci. Molte persone mi sono state vicino, ma Chiara, che in quel periodo era incinta del suo secondo figlio, è stata l’unica a trasmettermi davvero la serenità”.“Mi diceva: ‘Coraggio, bisogna passare per il Venerdi Santo, ma dura poco… Ci credi che Dio ha preparato per te il tuo Tobia?’. Mi ha insegnato a dare un senso dove io vedevo solo disperazione. Ed è straordinario che l’abbia fatto in un momento come quello, con tutti i problemi della gravidanza (Davide è nato morto un mese dopo per delle malformazioni viscerali e l’assenza di arti inferiori)”. “Mi è stata così d’aiuto che la scelsi come mia testimone di nozze!” conclude Giulia.

In particolare, le tre sorelle portano nel cuore l’esperienza del viaggio a Medjugorie: un desiderio che vollero realizzare Chiara ed Enrico appena saputo che il cancro era diventato incurabile e le sarebbe rimasto poco da vivere. La coppia prenotò un aereo per la Croazia dal 17 al 19 aprile e portò con sé amici e parenti, “perché tutti potessimo ricevere la grazia di accogliere la grazia”.

“Di fronte ad un’ennesima prova – dice Laura - la più difficile di tutte quelle che il Signore gli aveva dato, la loro reazione è stata: ‘Andiamo a ringraziare la Madonna di Medjugorie per come ci ha sostenuti ed aiutati fin qui’”. “La cosa che mi ha colpito maggiormente nel viaggio - aggiunge Elena - è una frase che Chiara disse dopo aver parlato con uno dei veggenti: ‘Ora che ho la certezza che il Paradiso è stupendo, quasi non mi dispiace raggiungerlo’".

Nell'ultima Messa, riferiscono le sorelle, Chiara volle che tutte le coppie di fidanzati presenti ricevessero un Rosario, “perché ci disse che era uno strumento potente che aveva sostenuto lei ed Enrico in tutte le prove”. “Nostra cugina rappresenta l’esempio eclatante di come una persona normale possa fare grandi cose semplicemente abbandonandosi al Signore” concludono, “e l’eredità che ci ha lasciato è tutta racchiusa nelle sue tre P: Piccoli Passi Possibili”.

*

Oggi pomeriggio, alle 17, al Santuario del Divino Amore sarà celebrata la Santa Messa per il primo anniversario della nascita al Cielo di Chiara. Presiederà Don Fabio Rosini. Seguirà un incontro con la testimonianza del marito Enrico, dei familiari, di Padre Vito D’Amato e di altri amici che le sono stati accanto. L’ingresso è libero.
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