Teosofica, Società

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Teosofica, Società

Messaggioda Amministratore » ven mag 22, 2009 5:59 pm

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Storia.

La Società Teosofica fu fondata nel 1875 a New York. Tra le sedici persone che parteciparono alla costituzione di detta società, due furono le personalità più notevoli. La prima fu Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891), una ricca donna di origine russa, ed il secondo fu Henry Steel Olcott (1832-1907), un avvocato e giornalista americano. In particolare, la Blavatsky fu colei che, per molti anni, fu la guida intellettuale della Società Teosofica. All’età di diciotto anni, sfuggendo alla morsa di un matrimonio indesiderato, costei aveva incominciato a viaggiare per il mondo, venendo in contatto con molte culture e tradizioni filosofiche. Trasferitasi a New York nel 1873, aveva conosciuto Olcott ad un incontro spiritistico, al quale questi era presente quale inviato di un giornale locale. L’idea di fondare una qualche organizzazione al fine di promuovere gli studi attorno alle dottrine più arcane era nata nel corso dei numerosi incontri pomeridiani che i due avevano incominciato ad organizzare nell’appartamento della donna e che, presto, incominciarono ad attrarre un piccolo cenacolo di discepoli. Due anni dopo la fondazione della Società Teosofica, la Blavatsky pubblicò un volume che ebbe un discreto successo editoriale, Iside Svelata, il quale fu seguito, nel 1888 da quello che è considerato il suo libro più importante, La Dottrina Segreta.
Dal canto suo, Olcott si occupò della parte organizzativa della società, rimanendone presidente fino alla sua morte. Si occupò a lungo della battaglia per i diritti civili delle genti dello Sri Lanka, paese in cui molti ancora lo considerano come una sorte di eroe nazionale, e fu una figura di primo piano nel revival del buddhismo, propugnandone una versione di carattere ecumenico.
Nel 1879 la Società Teosofica abbandonò New York, trasferendosi a Bombay, in India. Qui, i suoi componenti cercarono, senza molto successo, di avviare una collaborazione con il movimento riformista indiano del Arya Samaj. Nel 1882 la Società Teosofica acquistò una discreta proprietà ad Adyar, nei pressi di Madras (oggi Chennai), proprietà che continua a tutt’oggi ad ospitare il quartier generale della medesima. Nel 1885 la Blavatsky lasciò l’India, dopo che un’indagine della Società per la Ricerca Psichica ebbe dimostrato la natura fraudolenta delle sue presunte attività parapsichiche (di recente, però, alcuni hanno contestato l’attendibilità di tale dimostrazione). Costei spese gli ultimi quattro anni della sua vita a Londra, lavorando alla stesura di un parte consistente dei suoi scritti.
Nel frattempo, la Società Teosofica si era molto estesa, per tramite della fondazione di sezioni nazionali, tra cui le prime tre furono quella statunitense (fondata nel 1886), quella inglese (fondata nel 1888) e quella indiana (fondata nel 1891).
La figura certamente più importante nella storia della Società Teosofica, dopo quelle della Blavatsky e di Olcott, fu senza dubbio quella di Annie Wood Besant (1847-1933). Costei incontrò la Blavatsky dopo aver scritto una recensione al libro La Dottrina Segreta per un periodico inglese, iscrivendosi alla Società Teosofica nel 1889. Fu lei che, alla morte Olcott, ne raccolse il testimone, succedendogli alla carica di presidente della società.
La Società Teosofica conobbe il suo apice negli anni Venti del secolo XX. La decisione, presa nel 1929, da parte di Krishnamurti (un influentissimo membro indiano della medesima) di sciogliere l’Ordine della Stella (un’associazione fondata dalla Besant proprio al fine di promuovere l’opera di questi) ed il suo sostanziale rifiuto del ruolo “profetico” che la dirigenza della Società Teosofica gli aveva cucito addosso, nonché gli effetti della grande depressione condussero ad un’inevitabile crisi. Negli anni Trenta, poi, la Società fu messa al bando da diversi regimi totalitari come la Spagna di Franco, la Germania di Hitler e la Russia di Stalin.
Nonostante questo, però, la Società Teosofica continuò a sopravvivere e, sotto la guida di alcuni abili presidenti, come G. Arundale (1934-1945) o N. Sri Ram (1953-1973), cominciò a riconquistare il terreno perduto. Oggi, la Società Teosofica conta circa trentaduemila aderenti distribuiti in quasi tutti i paesi del mondo.


Dottrine.

L’iscrizione alla Società Teosofica non comporta l’adesione ad un particolare corpus dottrinale o ad una particolare morale, bensì esclusivamente la sottoscrizione di quelli che sono i tre “obbiettivi” della medesima e la condotta di uno stile di vita compatibile con i medesimi. I tre obbiettivi della società sono i seguenti:

1) La costituzione di un nucleo di fratellanza universale dell’umanità, senza distinzione di razza, credo, sesso, casta o colore.

2) L’incoraggiamento dello studio comparato della religione, della filosofia e della scienza.

3) L’investigazione delle leggi inspiegate della natura e delle potenzialità latenti dell’uomo.

In aggiunta a questi obbiettivi, nel corso del tempo la Società Teosofica ha anche elaborato un corpo di dottrine che cercano di affermare in termini odierni quella che viene chiamata “filosofia perenne”, “saggezza antica” o, più semplicemente, “teosofia”. Tali dottrine non sono vincolanti per i membri della società, ma sono ampiamente diffuse tra i suoi aderenti, anche se non godono di alcuno statuto ufficiale. Tra queste dottrine potrebbero essere incluse quelle che seguono, tutte implicanti una qualche conseguenza a livello etico.

• C’è una sola realtà ultima di cui tutte le cose esistenti sono espressione. Ne risulta un monismo filosofico il quale implica la perfetta uguaglianza tra gli esseri umani (formulata nel primo obbiettivo della società) ed uno spiccato interesse per l’animalismo (implicante una dieta di tipo vegetariano ed il rifiuto di ogni forma di sfruttamento degli animali).

• L’ordine del mondo è organizzato attorno a modelli circolari, i quali possono essere scorti in ogni aspetto della realtà, sia macroscopico che microscopico, inclusa la reincarnazione delle coscienze degli individui in una lunga serie di vite.

• L’ordine del mondo implica anche un principio di causalità detto karma (concetto di derivazione indiana), il quale opera sia a livello materiale che morale, esigendo che ad ogni azione corrisponda una reazione sia a livello fisico che etico.

• La stria del mondo si svolge secondo modelli evoluzionistici, non solamente da un punto di vista materiale, ma anche intellettuale e spirituale, governato sia da cause efficienti che finali. L’evoluzione, infatti, è di natura teleologica e l’esistenza umana ha un senso ed un significato solo se collocata all’interno di tale evoluzione.

• Tutti gli oggetti del mondo possiedono una qualche forma di coscienza e tutte le coscienze sono coinvolte nel processo di evoluzione lungo i secoli e le ere. Così, le coscienze di natura minerale si evolvono in coscienze di natura vegetale, mentre queste si evolvono in coscienze di natura animale, fino ad arrivare alle coscienze di natura umana e sovrumana.

• Lo scopo finale di tutto questo processo evolutivo è quello di far sì che la realtà ultima diventi cosciente di se stessa e lo scopo della vita umana è quello di agevolare tale sviluppo partecipandovi attivamente.

• Gli individui sono assistiti nel adempiere allo scopo della propria vita dall’insegnamento e dell’esempio dei saggi, dei profeti, dei santi, dei bodhisattva, ma ognuno è, alla fine dei conti, responsabile e artefice della propria salvezza nella misura in cui si impegna a perseguire un grado di coscienza sempre più alto.
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