Gurdjieff, Georgii Ivanovich

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Gurdjieff, Georgii Ivanovich

Messaggioda Amministratore » ven mag 22, 2009 5:51 pm

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Georgii Ivanovich Gurdjieff (1866-1946) è stato un maestro spirituale di tradizione esoterica che dichiarava di aver scoperto uno specifico metodo per sviluppare la coscienza umana ad uno stato di risveglio superiore. Era nato da padre greco e da madre armena nell'allora città russa di Alexandropol (oggi Gyumri, in Armenia). La data della sua nascita non è certa, per via di un possibile errore sul suo passaporto. Gurdjieff, comunque, dichiarò sempre di essere nato nel 1866, data che è corroborata da diverse fonti.
Il giovane Gurdjeff ricevette una buona educazione e, poco più che adolescente, cominciò a maturare l’idea dell’esistenza di una saggezza perenne in grado di fornire delle risposte adeguate ai quesiti ultimi dell’uomo. Per tale ragione, questi abbandonò il mondo accademico (dopo essere stato per un po’ combattuto se intraprendere studi teologia o di medicina) ed intraprese una lunga ricerca personale che lo condusse in Asia Centrale, in Tibet e nel Medio Oriente. Alcuni degli eventi più significativi di questi viaggi furono poi da questi riportati nel volume Incontri con uomini straordinari (scritto probabilmente 1927, ma pubblicato solo postumo nel 1963 dopo parecchi rimaneggiamenti da parte dell’autore), trasformato in film nel 1979 dal regista britannico Peter Brook.
Nel 1912 Gurdjieff si stabilì a Mosca raccogliendo attorno a sé un circolo di discepoli. A questi, nel 1915, si unì anche P. D. Ouspensky (1878-1947), autore del volume Tertium Organum, seguito poco dopo dal compositore T. de Hartmann (1885-1956) e sua moglie Olga. Al fine di evitare grossi problemi sotto il regime bolscevico, Gurdjieff si trasferì a Tbilisi, in Georgia, dove, nel 1919, accettò nel suo cenacolo l’artista Alexandre Salzmann ( (1874-1934). In collaborazione con de Hartmann, compose musica e coreografò i 250 movimenti delle Danze Sacre, che illustravano i suoi insegnamenti spirituali e che furono eseguite in pubblico. Successivamente, si recò in viaggio a Costantinopoli e a Londra, dove l’importante editore A. R. Orage (1873-1934) si unì al gruppo dei suoi discepoli.
Gurdjieff fu poi a Parigi, dove, nel 1922 fondò l'Istituto per l’Armonioso Sviluppo dell’Uomo, il quale attrasse un gran numero di discepoli da tutto il mondo, inclusa la scrittrice neozelandese Katherine Manfield (1888-1923). Nel 1924 organizzò una lunga turnè negli Stati Uniti con le sue Danze Sacre eseguite da alcuni suoi discepoli. Anche in questo paese Gurdjieff non mancò di attrarre nuovi adepti, tra cui Jane Heap (1887-1964).
Nel 1924, Gurdjieff fu coinvolto in un incidente d’auto al quale sopravvisse quasi per miracolo e, due anni dopo, fu colpito da un pesante lutto: la morte di sua moglie. Nel 1933 fu costretto a chiudere il suo Istituto per problemi finanziari. Nonostante ciò, continuò ad attrarre altri discepoli, tra cui René Daumal (1908-1944) e sua moglie Vera.
Continuò a risiedere ed insegnare in Francia fino alla sua morte, avvenuta nel 1949 a Neuilly.
Gurdjieff rimane una figura decisamente controversa ancora oggi. C’è chi lo ha accusato di essere poco più che un ciarlatano e chi, invece, lo addita come il più grande maestro spirituale del secolo appena trascorso. I suoi seguaci lo hanno sempre descritto come un profondo ricercatore della verità, e disposto praticamente a tutto pur di raggiungerla, infrangendo ogni tabù sociale e mettendo a repentaglio la propria vita e la propria salute in lunghi viaggi e nelle più bizzarre pratiche “spirituali”.
Il concetto fondamentale su cui si fondano le dottrine di Gurdjieff è che l’uomo possa essere risvegliato a stati di coscienza molto superiori rispetto a quelli che le persone generalmente sperimentano durante la loro vita. Infatti, c’è un “Vero Io” dentro ognuno di noi che può essere scoperto, ma solo da coloro che si impegnano nella ricerca di questa essenza divina in loro stessi. Nel suo monumentale volume I racconti di Belzebù a suo nipote (1949), Gurdjieff ha costruito un’allegoria in cui un essere in una nave spaziale osserva l’”inferno” della vita sulla terra e la miseria dei suoi abitanti con tre cervelli. Gli esseri umani, infatti, si compongono di una coscienza ordinaria, che è illusoria; di un subconscio, che è più prossimo alla realtà; e di uno stato di trasformazione o coscienza superiore, che nei contesti religiosi viene spesso indicata come “spirito”. Le creature che si accontentano di vivere nel loro stato di coscienza ordinario vengono derisoriamente definite “pigre” dal nipote di Belzebù, il quale è un ricercatore della verità.
Il metodo per raggiungere il "Vero Io" include la meditazione sull’alba ed il crepuscolo, la meditazione sulla musica sacra, ed un’intensa auto-osservazione al fine di distinguere le azioni automatiche da quelle realmente coscienti. I maestri che Gurdjieff dichiara di aver incontrato nei suoi viaggi sono descritti come individui che avevano raggiunto questa coscienza superiore.
A dispetto dell’enfasi posta sull’esperienza, Gurdjieff dedica molto spazio nelle sue opere alle speculazioni di tipo metafisico e cosmologico, il tutto su uno sfondo prettamente evoluzionistico. Ad esempio, Belzebù spiega a suo nipote che tutti gli esseri viventi sono raggi della creazione che promanano da un padre comune l’Infinito Sé (uno dei tanti nomi dell’Assoluto). Secondo Gurdjieff, C. Darwin non ha dato una spiegazione sufficiente dei processi evolutivi perché non ha saputo cogliere la natura più profonda dell’uomo quale emanazione divina. Gli esseri umani hanno perso il contatto con la loro origine a causa del loro assoggettamento mentale ai sistemi religiosi e politici convenzionali. Gli esseri umani sono governati da una legge cosmica che è parte della loro stessa costituzione psichica. Tragicamente gli uomini sono imprigionati nel materialismo, nella ricerca del successo esteriore ed in una insensata ricerca di felicità. Costoro non hanno alcuna speranza di “ritrovarsi” a meno che non ritornino al loro "Vero Io".
Dopo la morte di Gurdjieff, il suo lavoro fu portato avanti dalla sua discepola Jeanne de Salzmann (1889-1990), la quale organizzò la Fondazione Gurdjieff a New York a partire dal 1953.
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