Sant'Atanasio - La Santissima Trinità

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Sant'Atanasio - La Santissima Trinità

Messaggioda Citocromo » dom ott 16, 2011 12:56 pm

Questo testo di Atanasio mi piace molto perchè riassume molto bene la dottrina trinitaria. L'ho tratto dall'Ufficio delle Letture della Domenica di Pentecoste.

Dalle «Lettere» di sant'Atanasio, vescovo
(Lett. 1 a Serap. 28-30; PG 26, 594-595. 599)

Luce, splendore e grazia della Trinità
Non sarebbe cosa inutile ricercare l'antica tradizione, la dottrina e la fede della Chiesa cattolica, quella s'intende che il Signore ci ha insegnato, che gli apostoli hanno predicato, che i padri hanno conservato. Su di essa infatti si fonda la Chiesa, dalla quale, se qualcuno si sarà allontanato, per nessuna ragione potrà essere cristiano, né venir chiamato tale.
La nostra fede è questa: la Trinità santa e perfetta è quella che è distinta nel Padre e nel Figlio e nello Spirito Santo, e non ha nulla di estraneo o di aggiunto dal di fuori, né risulta costituita del Creatore e di realtà create, ma è tutta potenza creatrice e forza operativa. Una è la sua natura, identica a se stessa. Uno è il principio attivo e una l'operazione. Infatti il Padre compie ogni cosa per mezzo del Verbo nello Spirito Santo e, in questo modo, è mantenuta intatta l'unità della santa Trinità. Perciò nella Chiesa viene annunziato un solo Dio che è al di sopra di ogni cosa, agisce per tutto ed è in tutte le cose (cfr. Ef 4, 6). E' al di sopra di ogni cosa ovviamente come Padre, come principio e origine. Agisce per tutto, certo per mezzo del Verbo. Infine opera in tutte le cose nello Spirito Santo.
L'apostolo Paolo, allorché scrive ai Corinzi sulle realtà spirituali, riconduce tutte le cose ad un solo Dio Padre come al principio, in questo modo: «Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; e vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti» (1 Cor 12, 4-6).
Quelle cose infatti che lo Spirito distribuisce ai singoli, sono date dal Padre per mezzo del Verbo. In verità tutte le cose che sono del Padre sono pure del Figlio. Onde quelle cose che sono concesse dal Figlio nello Spirito sono veri doni del Padre. Parimenti quando lo Spirito è in noi, è anche in noi il Verbo dal quale lo riceviamo, e nel Verbo vi è anche il Padre, e così si realizza quanto è detto: «Verremo io e il Padre e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14, 23). Dove infatti vi è la luce, là vi è anche lo splendore; e dove vi è lo splendore, ivi c'è parimenti la sua efficacia e la sua splendida grazia.
Questa stessa cosa insegna Paolo nella seconda lettera ai Corinzi, con queste parole: «La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi» (2 Cor 13, 13). Infatti la grazia è il dono che viene dato nella Trinità, è concesso dal Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo. Come dal Padre per mezzo del Figlio viene data la grazia, così in noi non può avvenire la partecipazione del dono se non nello Spirito Santo. E allora, resi partecipi di esso, noi abbiamo l'amore del Padre, la grazia del Figlio e la comunione dello stesso Spirito.
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Re: Sant'Atanasio - La Santissima Trinità

Messaggioda Citocromo » gio feb 23, 2012 2:49 pm

Da Sant'Atanasio, Contro gli ariani, II, 70:

La verità mostra come il Verbo non faccia parte degli esseri creati ma piuttosto è lui il Creatore. Così ha assunto il corpo umano creato per rinnovarlo come Creatore, divinizzarlo in se medesimo e introdurci così tutti nel Regno dei cieli a sua somiglianza. L'uomo, solidale con la creazione, non sarebbe stato divinizzato se il Figlio non fosse stato veramente Dio; l'uomo non si avvicinerebbe al Padre se colui che ha rivestito il corpo non fosse per natura sua vero Verbo. Come non saremmo stati liberati dal peccato e dalla maledizione se il Verbo non avesse assunto una carne umana per natura (non avremmo infatti nulla in comune con ciò che è da noi estraneo), così l'uomo non sarebbe stato divinizzato se il Verbo fatto carne non fosse per natura nato dal Padre, suo Verbo vero e reale. Così, l'unione è avvenuta in modo tale che associa l'uomo a Colui che appartiene per natura alla divinità e la salvezza dell'uomo e la sua divinizzazione sono saldamente garantite. Coloro che negano che il Figlio derivi per natura dal Padre e sia proprio della sua sostanza, neghino anche che egli ha ricevuto una vera carne umana da Maria sempre vergine. Noi uomini non avremmo tratto alcun maggiore vantaggio, se il Verbo non fosse stato veramente e per natura Figlio di Dio o se non fosse stata vera la carne che assunse. Ma egli assunse una vera carne, nonostante le follie di Valentino, e il Verbo era per natura Dio vero, a onta dei deliri degli Ariani, ed è diventato per noi, in questa carne, principio della nuova creazione, in quanto lui stesso è stato creato uomo per noi e in quanto apre anche a noi questa via della nuova creazione.

Da L'incarnazione del Verbo, 18, Città Nuova, 1976, pp. 68-70:

Dunque, quando i teologi dicono di lui che mangiava e beveva e fu partorito, sappi che fu il corpo a essere partorito come un corpo e nutrito con alimenti appropriati, ma a quel corpo era unito lo stesso Dio Verbo che ordina l'universo, il quale mediante le opere che compiva nel corpo si faceva conoscere non già come un uomo ma come Dio Verbo. Tuttavia di lui si dice questo perché il corpo che mangiava, che fu partorito e che patì non era di un altro ma del Signore, e perché, da quando era diventato uomo, era giusto che si dicesse questo di lui come di un uomo affinché fosse chiaro che ha un corpo vero e non apparente. Ma come da questo si capiva che era presente corporalmente, cosi dalle opere che compiva mediante il corpo si faceva conoscere come Figlio di Dio. [...] Come, essendo invisibile, si conosce in base alle opere della creazione, così una volta diventato uomo, anche se non si vede nel corpo, dalle opere si può riconoscere che chi compie queste opere non è un uomo ma la Potenza e il Verbo di Dio. Infatti comandare ai demoni e scacciarli non è opera umana ma divina. Oppure, chi, vedendo che guariva le malattie alle quali è soggetto il genere umano, lo considerava ancora un uomo e non un Dio? Mondava i lebbrosi, faceva camminare gli storpi, apriva l'udito dei sordi, dava la vista ai ciechi; in una parola, allontanava dagli uomini tutte le malattie e ogni infermità. In base a queste azioni chiunque poteva contemplare la sua divinità.
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Re: Sant'Atanasio - La Santissima Trinità

Messaggioda Citocromo » gio feb 23, 2012 3:21 pm

Sant'Ambrogio, Commento al Vangelo di san Luca, 2,12-13:

Il richiamo della generazione umana non ti trascini in errore, facendoti credere che egli non è il primo perché è il Figlio. Resta fedele alle Scritture, e non potrai sbagliare. Il Figlio è chiamato il primo. Si legge anche che il Padre è solo: è il solo che possiede l’immortalità e abita una luce inaccessibile (1Tm 6,16); così come si legge: e al solo Dio immortale (1Tm 1,17). Ma né vi è alcuno avanti al Padre, né questi è solo senza il Figlio. Se neghi l’uno, non affermi l’altro: seguili ambedue e rafforza la tua fede in ambedue. Egli non disse: sono il primo e vengo dopo; ma disse: «Sono il primo e l’ultimo».
Il Figlio è primo e perciò è coeterno al Padre; ha infatti un Padre con il quale è eterno. Io oso dire che il Figlio è primo ma non è solo, e così esprimendomi dico rettamente e secondo la fede. Perché drizzate l’orecchio dell’empietà, o eretici? Siete caduti nel tranello che avete teso. Il Figlio è primo, e non è solo: primo perché è sempre con il Padre, e non è solo perché non è mai senza il Padre. Non sono io a dirlo, lo ha detto lui: E io non sono solo, perché il Padre è con me (Gv 16,32).
Il Padre è solo, perché non c’è che un solo Dio; il Padre è solo, perché non c’è che una sola divinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, e ciò che è unico è solo.
Il Padre è solo, solo è il Figlio unigenito, e solo è anche lo Spirito Santo, perché il Padre non è il Figlio, né il Figlio è il Padre e neppure lo Spirito Santo è il Figlio. Una persona è il Padre, un’altra è il Figlio e un’altra ancora lo Spirito Santo. Noi leggiamo infatti: Io pregherò il Padre, e vi darà un altro Consolatore (Gv 14,16).
Il Padre è solo, perché non c’è che un Dio, da cui tutto procede; il Figlio è solo, perché non c’è che un Signore, per mezzo del quale tutto esiste. Essere solo è la caratteristica della divinità; mentre la generazione attesta che c’è il Padre e il Figlio, in modo che mai il Figlio sia senza il Padre, e il Padre sembri essere senza il Figlio. Quindi, il Padre non è solo perché non è il solo immortale; non è il solo ad abitare la luce inaccessibile, perché Dio non l’ha mai veduto nessuno, ad eccezione del Figlio unico che è nel seno del Padre (Gv 1,18) e che siede alla sua destra. Ma qualcuno osa dire che a questi è inaccessibile la luce, ove abita il Padre. Forse che quella luce conta più del Padre? Quella luce è inaccessibile a colui che ha accesso al Padre? In realtà è egli stesso la luce vera, l’autore della luce eterna, di cui è detto: Era la luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo (Gv 1,9). Vedi quindi se non è questa la luce inaccessibile, nella quale dimora il Padre e dimora anche il Figlio, perché il Padre è nel Figlio e il Figlio è nel Padre.
Dunque, il Signore è veramente grande: si diffonde largamente la potenza di Dio, la grandezza della sostanza divina si estende senza misura. La Trinità non conosce limiti, non ha frontiere, non può esser misurata, non ha dimensioni; nessuno spazio può circoscriverla, nessun pensiero abbracciarla, nessun calcolo valutarla, nessuna epoca modificarla.
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Re: Sant'Atanasio - La Santissima Trinità

Messaggioda Citocromo » gio feb 23, 2012 3:24 pm

San Girolamo, Commento al Salmo 91:

[...] Ma desidero anche citare la sacra Scrittura, per appoggiarmi non tanto sul mio pensiero, come piuttosto sull’autorità del nostro Signore e salvatore. Cosa disse egli, dunque, poco prima della sua ascensione, agli apostoli a cui parlava come maestro e signore? Nessuno può parlare della propria natura come egli, che è Dio stesso. Per noi è sufficiente sapere della Trinità quanto il Signore si è degnato di comunicarci. Cosa disse dunque agli apostoli? Andate e battezzate tutti i popoli nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo (Mt 28,19). Odo tre nomi, eppure si parla di uno solo. Il Signore non dice: «nei nomi», ma: «nel nome»; eppure il Signore pronuncia tre nomi. Come può poi riassumerli in uno con le parole: «nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo»? Il nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo è uno; ma è il nome che veramente spetta alla Trinità. Quando si dice: «Nel nome di Dio Padre, nel nome di Dio Figlio e nel nome di Dio Spirito Santo», Padre, Figlio e Spirito Santo sono l’unico nome della divinità. E se tu mi chiedi come mai tre possono venir chiamati con un solo nome, io non lo so e ammetto con schiettezza la mia ignoranza, perché Cristo non ci ha rivelato nulla su di ciò. Questo solo io so: che sono cristiano, perché riconosco un Dio nella Trinità.
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Re: Sant'Atanasio - La Santissima Trinità

Messaggioda Citocromo » gio feb 23, 2012 3:30 pm

San Gregorio Nazianzeno, Discorso 31, 25-27:

Nel corso dei secoli, due grandi rivoluzioni hanno sconvolto la terra, le chiamiamo i due Testamenti. L’una ha fatto passare gli uomini dall’idolatria alla Legge; l’altra dalla Legge al Vangelo. Un terzo sconvolgimento è predetto: quello che dalla terra ci trasporterà in cielo, dove non c’è né movimento né agitazione.
Questi due Testamenti hanno presentato lo stesso carattere. E quale? Quello di non aver trasformato tutto immediatamente dal primo inizio del loro apparire. E perché? Per non costringerci con la forza, ma per persuaderci. Perché ciò che è imposto non è duraturo, come accade quando si vuole fermare forzatamente il corso dei fiumi o la crescita delle piante. Invece quello che è spontaneo è più durevole e più sicuro. L’uno è subìto per forza, l’altro è voluto da noi. L’uno manifesta una potenza tirannica, l’altro ci mostra la bontà divina...
L’Antico Testamento ha manifestato chiaramente il Padre, oscuramente il Figlio. Il Nuovo Testamento ha rivelato il Figlio e lasciato trapelare la divinità dello Spirito. Oggi lo Spirito vive in mezzo a noi e si fa conoscere più chiaramente.
Sarebbe stato pericoloso predicare apertamente il Figlio quando la divinità del Padre non era riconosciuta; e, quando la divinità del Figlio non era ammessa, imporre - oso dire - come in soprappiù, lo Spirito Santo. In questa maniera i credenti, come persone appesantite da troppi cibi, o come coloro che fissano il sole con occhi ancora deboli, avrebbero rischiato di perdere ciò che invece avrebbero avuto la forza di portare. Lo splendore della Trinità doveva dunque brillare attraverso successivi sviluppi, o come dice Davide, «per gradi» (Sal 83,6) e con una progressione di gloria in gloria...
Vedi come la luce ci viene a poco a poco. A nostra volta dobbiamo rispettare l’ordine in cui Dio si è rivelato a noi, non svelando tutto immediatamente e senza discernimento, senza tuttavia tenere nulla nascosto fino alla fine. Perché Il primo modo sarebbe imprudente, l’altro empio. L’uno rischierebbe di ferire i lontani e l’altro di allontanarci dai nostri fratelli.
Voglio aggiungere ancora questa considerazione che forse è venuta in mente a molti, ma che mi sembra un frutto della mia riflessione. Il Salvatore conosceva certe realtà, ma riteneva i discepoli incapaci di portarle, nonostante l’insegnamento che avevano ricevuto; perciò le teneva nascoste. E ripeteva che lo Spirito, quando sarebbe venuto, avrebbe spiegato ogni cosa. Penso che tra queste verità ci fosse pure la divinità dello Spirito Santo: si sarebbe manifestata chiaramente in seguito, quando, dopo la risurrezione del Salvatore, gli animi sarebbero stati maturi per comprenderla.
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